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Nuove regole per tutelare meglio i piccoli investitori

L'Autorità di vigilanza sui mercati finanziari (FINMA) intende proteggere meglio i piccoli investitori. A questo proposito prone delle modifiche alle normative vigenti.

Nella sua inchiesta, presentata a inizio 2010, la FINMA aveva constatato lacune nel diritto vigente in materia di tutela dei clienti. La crisi finanziaria e il fallimento, soprattutto di Lehman Brothers e Bernard Madoff nell’autunno 2008, avevano infatti evidenziato una carente regolamentazione a difesa degli investitori negli ambiti della consulenza di investimento e della gestione patrimoniale.

Capitava così che i clienti, a volte, non erano stati informati in modo adeguato sui rischi di perdita connessi a determinate transazioni finanziarie, ha spiegato mercoledì il membro della direzione dell’organo di sorveglianza Urs Zulauf.

Altri – gli ha fatto eco Patrick Raaflaub, direttore della FINMA – hanno investito praticamente tutti i propri fondi in prodotti della banca americana Lehman Brothers, senza essere stati informati in modo sufficientemente trasparente sui rischi.

Ora la FINMA mette in consultazione, fino a metà aprile, alcune proposte di modifica del diritto attuale. Si tratta di modifiche volte ad assicurare una descrizione più comprensibile dei rischi presentati da un prodotto nonché dei suoi costi, ad accrescere la trasparenza e a fornire informazioni concernenti gli emittenti e la loro situazione economica.

L’Autorità di vigilanza ha menzionato la possibilità di rendere obbligatoria la registrazione delle discussioni tra il consulente e la clientela. A Hong Kong, ad esempio, i colloqui sono filmati, ha osservato Raaflaub. L’obiettivo è migliorare la situazione della clientela nella presentazione di prove in caso di conflitto.

Secondo l’organo di sorveglianza, bisogna anche estendere la cerchia dei prodotti sottoposti alla regolamentazione. Essa deve comprendere anche la distribuzione di prodotti esteri e coprire tutta la gamma degli strumenti, dalle assicurazioni ai prodotti strutturati non scordando gli investimenti collettivi della previdenza professionale.

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