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Giorno di gloria per le ricerche svizzere del futuro

Robot in grado di assistere l'uomo nell'esecuzione di numerosi compiti figurano tra i progetti di ricerche europei swissinfo.ch

Nel 2012 l'Unione europea accorderà contributi eccezionali di un miliardo di euro ciascuno a due progetti scientifici destinati a "trasformare radicalmente le basi scientifiche della società di domani". Mercoledì a Budapest sono stati svelati i nomi dei sei finalisti, di cui tre sono basati in Svizzera.

È a due passi dal Danubio, dietro l’imponente Castello di Buda, che il gratin europeo della scienza e della tecnologia si è dato appuntamento per tre giorni di conferenze ed esposizioni, organizzate nell’ambito del programma europeo FET 2011 (vedi informazioni a fianco).
 
“Science beyond fiction” (la scienza al di là della finzione): il titolo della riunione indica abbastanza bene quanto si può scoprire nelle diverse sale espositive. Dozzine di stand, in cui docenti e studenti presentano i risultati delle loro ricerche. Molti robot, che si avvicinano sempre di più alle forme umanoidi veicolate dall’immaginario della fantascienza. Dietro il loro aspetto di grandi giocattoli, questi automi nascondono scoperte straordinarie.

È questa la creatività che l’Europa vuole incoraggiare, scegliendo due “fiori all’occhiello” delle ricerche scientifiche (Flagships). Ciascuno riceverà un miliardo di euro su un periodo di dieci anni. La scelta avrà luogo soltanto tra un anno. Nel frattempo, a Budapest sono stati annunciati i 6 finalisti, scelti tra 21 candidati. Ognuno di loro otterrà un contributo di un milione di milione e mezzo di euro per perfezionare il proprio dossier in vista del verdetto finale.
 
“I finalisti pianteranno i semi dell’innovazione di domani. L’Europa dispone di alcuni dei principali ricercatori nel campo affascinante e altamente stimolante delle tecnologie emergenti”, ha dichiarato la commissaria europea Neelie Kroes nel suo discorso di apertura della conferenza.
 
Piacevole sorpresa: tre dei sei finalisti sono svizzeri. Nella misura in cui il concetto di nazionalità abbia ancora un senso nel quadro della ricerca scientifica: la metà dei docenti e dei dottorandi delle alte scuole scientifiche sono stranieri, a vantaggio di una ricerca dinamica e innovativa.

In ogni caso, i candidati “elvetici” sono i seguenti:

Progetto Human Brain (cervello umano)

È stato chiamato “il CERN del cervello” e alcuni paragonano la sua importanza a quello della decifrazione del genoma umano. Henry Markram, ricercatore del Politecnico federale di Losanna (PFL), vuole costruire un computer capace di simulare il funzionamento del cervello umano. Per ora, il suo team è riuscito a modellare una colonna neocorticale di ratto costituita da 10.000 neuroni e a stabilire tra di loro fino a 30 milioni di connessioni (sinapsi). Da notare che nel cervello umano vi sono qualcosa come 100 miliardi di neuroni.
 
A detta di Henry Markram, le sue ricerche sono semplicemente indispensabili. “Viviamo più a lungo, la medicina conserva i nostri corpi, ma non abbiamo rimedi per le malattie del cervello, che colpiscono circa due miliardi di persone sulla terra. Per arrivarci, dobbiamo capire il funzionamento del cervello “, spiega con voce calma l’elegante docente del PFL.
 
Per lui, senza dubbio, il progetto Human Brain è un fiore all’occhiello della ricerca europea. Nei documenti interni della Commissione europea, il suo progetto è stato scelto come esempio per illustrare le aspettative nei confronti dei programmi di ricerca. “Oggigiorno molte persone riconoscono l’urgenza delle ricerche sul cervello umano. E si tratta di una sfida accademica: non sarà l’industria a portare avanti queste ricerche”, aggiunge Henry Markram.

Guardian Angel (angeli custodi)

Il professor Adrian Ionescu del PFL crede fortemente nelle sue possibilità, anche se ammette che i sei progetti selezionati “sono tra i migliori del continente e hanno le stesse chance di successo”.
 
I suoi “angeli custodi” sono una nuova generazione di chip elettronici. Saranno in grado di monitorare le funzioni vitali del corpo, trattare i dati e comunicarli, allo scopo di ridurre al minimo i rischi per la salute, ad esempio in caso di guida in stato di ebbrezza o di errori fatali dovuti allo stress. È un modo di “trasformare la scienza e la tecnologia in qualcosa di utile, che ha un impatto sulle nostre vite ogni giorno”, afferma Adrian Ionescu.
 
Dettaglio importante: i nuovi chip funzioneranno a zero consumo energetico, senza alcun apporto esterno di energia, alimentandosi con la temperatura corporea, il sole e i movimenti. Il progetto, frutto di una collaborazione tra i politecnici federali di Losanna e Zurigo, ha già ricevuto il sostegno di molte aziende private.

FuturICT

Questo progetto, una sorta di matrimonio futuristico tra sociologia e tecnologie, viene diretto dal Politecnico federale di Zurigo (PFZ) e una prestigiosa università di Londra, University College London. “È come partecipare alla nascita di una nuova scienza,” afferma con entusiasmo il professore londinese Stephen Bishop.
 
Con FuturICT, il ricercatore e i suoi colleghi intendono creare strumenti in grado di analizzare la maggior parte dei dati disponibili in tutto il mondo, compresi quelli che non vengono utilizzati da nessuno. L’obbiettivo è di capire il funzionamento delle società ed, eventualmente, prevedere delle crisi, come quella del 2008, costata migliaia di miliardi di franchi all’economia globale.
 
Appuntamento tra un anno per il verdetto. Se i finalisti sono stati selezionati da esperti scientifici, questa volta saranno soprattutto i politici a decidere. Difficile quindi immaginare che entrambi i vincitori possano essere svizzeri … .

Tecnologie future e emergenti(FET) è un programma europeo si sostegno alla ricerca nei settori legati alle tecnologie dell’informazione e della comunicazione.

In 22 anni questo programma ha cofinanziato 526 progetti con un budget in continua crescita (370 milioni di euro per il periodo 2007 – 2011).

Lo scopo è di sostenere ricerche “a lungo termine e ad alto rischio”, che “potrebbero trasformare radicalmente le basi scientifiche e tecnologiche della società di domani”.

Flagship. La Commissione europea sceglierà l’anno prossimo due progetti, ciascuno dei quali riceverà un miliardo di franchi su un periodo di 10 anni (100 milioni all’anno).

Questi progetti su grande scala dovranno essere visionari, ma fondati scientificamente, politicamente sostenibili e finanziariamente solidi. Devono inoltre avere il potenziale per fornire “soluzioni ad alcune delle più grandi sfide della società”.

Grafene. Sviluppato da un’ottantina di scuole e industrie di 21 paesi, questo progetto prende il nome da un materiale formato da un solo strato di atomi di carbonio. Leggero e nel contempo flessibile e più solido del diamante, questo materiale offre proprietà ottiche ed elettriche in grado di sostituire il silicio nei computer del futuro.

Robot al servizio dei cittadini. Il progetto mira a sviluppare automi capaci di percepire, pensare e muoversi. Robot con una pelle flessibile che potrebbero assistere l’uomo nell’esecuzione di numerosi compiti.

Basato in Italia, questo progetto include 10 alte scuole, tra cui il Politecnico federale di Losanna, di 8 paesi.

Il futuro della medicina attraverso le tecnologie dell’informazione. Con questo progetto i ricercatori sperano di poter sviluppare una medicina individualizzata, basata su dati molecolari, fisiologici e anatomici, raccolti presso il paziente e trattati grazie a conoscenze mediche arricchite.

Diretto in Germania, questo progetto include 45 alte scuole, tra cui l’Università di Ginevra e il Politecnico di Losanna, e industrie di 17 paesi.

Traduzione di Armando Mombelli

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