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Francia, arrestati tre baby-jihadisti pronti a colpire

Il ministro francese dell'interno Bernard Cazeneuve KEYSTONE/EPA/ETIENNE LAURENT sda-ats

(Keystone-ATS) Un commando di baby-jihadisti pronto a insanguinare la Francia. Sono stati arrestati nel giro di pochi giorni a Parigi e nella sua banlieue tre quindicenni sospettati di preparare un altro attentato terroristico.

Tutti erano in contatto con Rachid Kassim, il ventinovenne francese ‘burattinaio’ del terrore e presunto istigatore degli ultimi attacchi: da Nizza all’uccisione di padre Jacques Hamel a Rouen, dall’assassinio di una coppia di poliziotti a Magnanville a giugno fino al commando di donne che ha lasciato bombole di gas in un’auto a Nôtre-Dame.

Atroci imprese di morte che l’ex rapper convertito all’Islam ‘telecomanda’ dai feudi dell’Isis in Siria ed Iraq grazie alla chat di Telegram, il ‘Whatsapp’ criptato russo usatissimo dai terroristi.

Nella retata degli 007 l’ultimo arresto è di questa mattina. Il quindicenne nato il 9 settembre 2001 finora ignoto alle forze dell’ordine è stato fermato all’alba nel ventesimo arrondissement di Parigi.

Intervistata da LCI, una vicina parla di un studente “molto gentile e molto serio. L’ultima volta che l’ho visto, neanche una settimana fa, indossava una djellaba, francamente mi è parso strano, l’avevo sempre visto in pantaloni o short…”. Subito è stata perquisita la casa dei genitori dove sono stati sequestrati computer e cellulare del ragazzo. Altri due coetanei in contatto con Kassim erano stati catturati rispettivamente giovedì e sabato scorso sempre nella zona di Parigi.

Di più. Secondo fonti citate da radio RTL, la polizia ha intercettato questa notte cinque siriani armati e sospettati di voler acquistare armi pesanti. In un primo tempo il gruppo è stato individuato in un ristorante del Quartier Latin, dove progettava l’acquisto di quattro kalashnikov per 600 euro.

Dopo aver mangiato e parlato delle armi, sono stati pedinati dalla polizia, che aveva solidi motivi per considerarli sospetti. I cinque si sono poi recati a Montmartre, nel diciottesimo arrondissement, dove hanno cominciato a fotografare da diverse angolature la basilica del Sacro Cuore. A quel punto, gli agenti hanno deciso di passare all’azione e di arrestarli con l’accusa di associazione per delinquere e detenzione di armi.

Ad un ritmo praticamente quotidiano, dai feudi dell’Isis in Siria ed Iraq, il francese Rachid Kassim (animatore e rapper cantava, fra l’altro, ‘Io sono un terrorista’) inietta la sua propaganda di morte ai 330 follower di Telegram chiedendo di colpire la Francia.

Secondo Rita Katz, direttrice del sito di monitoraggio dell’attività jihadista online (Site), ha di recente rivolto un messaggio allo stesso presidente Hollande: “Hai detto che i vostri attacchi contro di noi si intensificheranno. A nostra volta, le nostre operazioni contro di voi saranno più gravi”.

Esperti dell’antiterrorismo ritengono che il francese di Rohan, arruolatosi nel Califfato dal 2012, sarebbe oggetto di critiche anche nella stessa sfera jihadista, accusato di essersi eccessivamente esposto su Telegram, ormai sulla bocca di tutti. Un account, osservano i commentatori, che avrebbe contribuito ai fermi di questi giorni.

Pare che ieri Kassim abbia addirittura annunciato la chiusura del suo profilo, probabilmente per riaprirne un altro più ‘discreto’. Convertito all’Islam, padre di tre figli, il francese è diventato il nemico pubblico numero uno. Ormai è praticamente certo: è lui l’istigatore degli attacchi dell’estate, incluso quello a Padre Jacques Hamel. Oggi Papa Francesco ha reso omaggio al prete 86enne. “Uccidere in nome di Dio è satanico”, ha detto.

Dall’Eliseo, il ministro dell’Interno, Bernard Cazeneuve, ha garantito che la Francia sta lavorando in modo “estremamente assiduo, giorno e notte, per individuare chi può passare all’azione”.

“L’azione dei servizi – ha aggiunto – è più intensa che mai”. Secondo Le Figaro, nel Paese in stato d’emergenza sono 2.375 i giovani a rischio radicalizzazione e 950 le famiglie già oggetto di un’assistenza specifica.

Proprio in questi giorni ha aperto in via sperimentale nel dipartimento dell’Indre-et-Loire il primo centro ‘anti-jihad’. Obiettivo? Aprire gli occhi ai giovani obnubilati dalla propaganda sulla Guerra Santa. Una sorta di ‘cura di disintossicazione’ che prevede, tra l’altro, sveglia alle 6.45 con l’alzabandiera, sport, corsi di storia delle religioni, Islam, seminari contro le teorie del complotto. In totale 13 centri, uno per regione, verranno aperti entro fine 2017.

La partecipazione ai programmi di ‘déradicalisation’ è tuttavia possibile solo per gli individui considerati “recuperabili”, vale a dire non condannati per terrorismo o che non hanno combattuto direttamente nei feudi dell’Isis in Siria o in Iraq.

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