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L’addio dei “grandi” a Peres

Storica stretta di mano tra Abu Mazen e Benjamin Netanyahu al funerale di Peres Keystone/AP Israel Government Press Office/AMOS BEN GERSHOM sda-ats

(Keystone-ATS) I Grandi del Mondo a Gerusalemme hanno dato l’ultimo omaggio a Shimon Peres, con la speranza che il suo sogno di pace non sia sepolto con lui.

E l’immagine di questa speranza è stata nella breve stretta di mano, proprio dinanzi alla bara, tra il presidente israeliano, Benjamin Netanyahu, e il presidente palestinese, Abu Mazen.

La salma dell’ex presidente israeliano e Premio Nobel per la Pace è stata sepolta a mezzogiorno sul Monte Herzl di Gerusalemme, a pochi metri da un altro Premio Nobel per la Pace, Yitzhak Rabin, il premier assassinato da un fanatico religioso ebreo.

Le esequie di Peres, morto mercoledì a 93 anni, sono state un vibrante omaggio a uno dei padri fondatori dello Stato di Israele, tra gli artefici degli Accordi di Olso, che però non è riuscito a vedere concretizzata la speranza di pace con i palestinesi e gli arabi. La presenza di decine di capi di Stato e di governo – il presidente Usa, Barack Obama, i suoi omologhi francese e tedesco, il principe Carlo, il re di Spagna e anche il presidente palestinese, Abu Mazen- è stato il segno dell’immenso rispetto che aveva saputo costruire attorno a sè.

Nel suo saluto funebre, Obama ha elogiato l’uomo che ha lavorato con 9 presidenti americani prima di lui e che “considerava i palestinesi uguali agli ebrei in termini di dignità e in termini di autodeterminazione”.

Alla presenza di Abu Mazen e del premier israeliano, Benjamin Netanyahu, seduti in prima fila a poca distanza l’uno dall’altro, Obama non ha potuto fare a meno di constatare che la pace che sognava Peres è ancora “un cantiere aperto”.

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