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Afghanistan: ancora scontri a Kunduz City, attentato a Kabul

(Keystone-ATS) Per il terzo giorno talebani e forze di sicurezza si sono impegnati oggi in aspri scontri a Kunduz City, capoluogo della omonima provincia settentrionale afghana, mentre nel tardo pomeriggio a Kabul c’è stato un attentato suicida.

Il “kamikaze” ha attivato l’esplosivo che portava indosso vicino a un minibus con a bordo dipendenti del ministero delle Miniere, causando sei feriti.

Questi incidenti, insieme a una intensa attività militare che si registra in varie province, sono avvenuti mentre a Bruxelles era in corso una Conferenza dei Paesi donatori per l’Afghanistan, copresieduta dal presidente afghano Ashraf Ghani e dal presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk.

In quella sede il Segretario di Stato americano John Kerry ha rivolto un appello ai talebani affinché, seguendo l’esempio del movimento Hezb-i-Islami di Gulbuddin Hekmatyar, negozino “una pace onorevole”.

Ma giorni fa gli insorti hanno pubblicato un comunicato in cui invitavano, come precondizione per un dialogo di pace, i partecipanti alla Conferenza di Bruxelles “a mettere fine all’occupazione militare dell’Afghanistan”.

Penetrati a Kunduz City lunedì con una facilità che ha colto di sorpresa gli esperti, i militanti dell’Emirato islamico dell’Afghanistan sono anche riusciti per un breve periodo a insediarsi nella piazza centrale della città, da dove però sono stati poi espulsi.

Le fonti governative afghane assicurano che le forze di sicurezza, appoggiate in alcune operazioni dall’aviazione della missione “Resolute Support” della Nato, progrediscono nella bonifica di Kunduz City. Ma testimonianze di residenti e amministratori locali segnalano che l’emergenza è lungi dall’essere terminata.

La città è al buio perché i talebani hanno interrotto l’erogazione dell’energia elettrica, si registra una crescente carenza di cibo e di generi di prima necessità e si combatte in diversi quartieri con i mujaheddin che hanno preso posizione sui tetti di molti edifici da dove sparano contro gli uomini delle forze speciali afghane.

I media, che hanno molte difficoltà a coprire la crisi, segnalano tuttavia che migliaia di persone avrebbero abbandonato Kunduz City verso le province vicine, come era accaduto un anno fa quando gli insorti hanno catturato la città per tre giorni.

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