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La storia viaggia sui binari

Giugno 2007: un treno a vapore torna a circolare sulla linea del Gottardo per festeggiarne il 125esimo anniversario Keystone

La ferrovia fa parte dell'identità svizzera: per conservare e gestirne le testimonianze è stata quindi creata un'apposita fondazione – FFS Historic – che funge da memoria vivente di questo attore fondamentale della storia nazionale.

Gli svizzeri adorano spostarsi in treno. Fedeli allo slogan «Viaggio in treno, viaggio sereno» – coniato proprio dalle Ferrovie federali (FFS) – sono infatti i più assidui viaggiatori su rotaia del mondo intero: se si considera la distanza percorsa annualmente da ogni abitante, la Confederazione vince nettamente il confronto con il Giappone per 2’103 chilometri a 1’976 (cifre del 2009).

Questa passione per i treni e le ferrovie si traduce anche in un marcato interesse per il passato ferroviario del paese. Un passato che non è andato perso.

«Quando – nel 1999 – le Ferrovie svizzere da società statale sono diventate una vera e propria azienda moderna, è sorta una domanda: come gestire il patrimonio storico? Nel 2001 è stata dunque creata la Fondazione FFS Historic, con l’obiettivo di collezionare, mantenere in buono stato e trasmettere ai posteri le testimonianze ferroviarie», spiega la responsabile Stéphanie von Erlach, nel suo ufficio di Berna.

Ferro, carta e altro ancora

Le fonti custodite dalla Fondazione sono molteplici e di… consistenza diversa: il patrimonio comprende infatti più di 2’000 metri di materiale rotabile, di cui fanno parte 13 veicoli a motore, circa 40 motrici elettriche e oltre 90 carrozze passeggeri e merci. Una parte di essi è esposta al Museo dei trasporti di Lucerna.

Nel contempo, gli archivi di FFS Historic, le cui scaffalature si estendono per ben 2’500 metri, ospitano una cospicua documentazione cartacea: i vecchi atti delle FFS – persino il contratto originale per il finanziamento della prima galleria del Gottardo (costruita tra il 1872 e il 1882) – e delle ferrovie che l’hanno preceduta.

A ciò si aggiungono circa 350’000 fotografie, 500 video e piani di costruzione, la biblioteca specializzata, la collezione di manifesti pubblicitari, quella di lanterne ferroviarie, dei juke-box e dei modellini in scala 1:10.

Il fascino del passato

«La parte più visibile del nostro patrimonio è costituita dal materiale rotabile, del quale è necessario assicurare la regolare manutenzione per utilizzare a scadenze regolari i treni che possono ancora circolare, adeguandoli agli standard di sicurezza attuali», spiega Stéphanie von Erlach.

Un compito non semplice: le riparazioni sono costose, e non è facile conservare il necessario know-how. Inoltre, per evitare danneggiamenti, i convogli d’epoca non vanno impiegati troppo sovente, ma nemmeno troppo poco.

Tali iniziative riscuotono sempre un grandissimo successo: il viaggio con un convoglio storico sulla linea del Gottardo – proposto per celebrarne il 125esimo anniversario – ha attirato numerosi appassionati dalla Svizzera e dall’estero. Tra questi, molti britannici e anche degli Svizzeri all’estero venuti appositamente dagli Stati Uniti. Tutte le fasce d’età sono ben rappresentate: «Vi sono pensionati ma anche molte famiglie con bambini piccoli».

Materiale diverso, pubblici diversi: la grande quantità di documentazione solletica dal canto suo l’appetito di parecchi studenti e ricercatori – svizzeri e stranieri – che si occupano della storia ferroviaria elvetica. Ma non solo: «Riceviamo anche richieste dalle stesse FFS, per esempio se vi è la necessità di consultare i vecchi piani per la costruzione di viadotto», spiega la responsabile.

Senza dimenticare le persone interessate ad aspetti artistici quali l’evoluzione dei manifesti pubblicitari (tra i cui autori figura anche Hans Erni), recentemente digitalizzati e resi accessibili via Internet, così come l’archivio fotografico.

Un simbolo nazionale

Nel corso degli ultimi tempi, l’orgoglio nazionale svizzero è stato duramente colpito dalle vicissitudini negative che hanno visto protagonisti due simboli elvetici come la compagnia aerea Swissair e – più recentemente – la banca UBS.

Nonostante lo choc costituito dalla panne elettrica che ha paralizzato il sistema nel 2005, le Ferrovie restano invece ancora un’azienda apprezzata dagli svizzeri: «Possiamo constatare quotidianamente questo entusiasmo nei confronti della ferrovia, un vero e proprio elemento di coesione nazionale. Per questo motivo, il pubblico è anche molto esigente nei nostri confronti», sottolinea Stéphanie von Erlach.

«Chi utilizza oggigiorno il treno è spesso anche interessato al passato. In questo senso, valorizzare il patrimonio storico delle FFS costituisce anche un servizio agli utenti», aggiunge.

«La discussione sulle ferrovie è interessante anche poiché non è mai terminata. Al momento attuale stiamo infatti per esempio già pensando ai progetti che vedranno la luce nel 2030!», conclude la responsabile di FFS Historic.

Andrea Clementi, swissinfo.ch

In occasione della votazione del 20 febbraio 1898, la popolazione svizzera approvò con 386’634 voti favorevoli e 182’718 contrari la Legge federale sull’acquisto e la gestione di ferrovie per conto della Confederazione e l’organizzazione amministrativa delle Ferrovie Federali Svizzere.

La campagna elettorale fu molto dura: i sostenitori illustravano i vantaggi dell’unificazione delle ferrovie sotto l’egida dello Stato al motto: «Le ferrovie svizzere per il popolo svizzero».

Gli oppositori affermavano invece la necessità di evitare un nuovo esercito di funzionari, il quale avrebbe dato più potere allo Stato e ne avrebbe sperperato le finanze.

Il Consiglio d’amministrazione delle FFS fu costituito nell’ottobre del 1900. Il mattino di Capodanno del 1901, alle 2, alla stazione di Berna venne festeggiato l’arrivo del primo treno proveniente da Zurigo–Aarau–Olten, che poi proseguì per Losanna–Ginevra.

Il 1° gennaio 1902 anche la Schweizerische Nordostbahn fu inglobata delle FFS: questa data è dunque considerata la nascita delle Ferrovie Federali Svizzere.

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