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«sì» a Schengen e all’unione civile tra gay

Un presidente soddisfatto: Samuel Schmid parla a nome di tutto il Consiglio federale Keystone

Ecco le cifre definitive: il «sì» sull'unione per partner omosessuali passa con il 58%, Schengen/Dublino con il 54,6% dei voti.

Gli svizzeri hanno votato su due temi molto dibattuti: la partecipazione agli accordi di Schengen/Dublino e l’unione domestica registrata per le coppie omosessuali.

Schengen-Dublino

La geografia del voto mostra un paese spaccato a metà, con la parte orientale tendenzialmente contraria a Schengen e quella occidentale favorevole. La linea di demarcazione non segue il cosiddetto «Röstigraben», ossia il confine linguistico tra svizzero tedeschi e romandi, come si era invece verificato nel 1992 in occasione della votazione sullo Spazio economico euopeo.

Quattordici tra cantoni e semicantoni si sono schierati sul fronte degli anti-Schengen: campione del «no» è risultato Appenzello interno, che ha spazzato via gli accordi con il 68,5% dei voti. Seguono a ruota il Ticino e Svitto (entrambi con una percentuale del 61,9%), Uri (61,8%) e Glarona (60,8%).

Unione tra partner omosessuali

A favore dell’Unione domestica registrata per partner omosessuali si sono espressi circa 60% di tutti i cantoni svizzero tedeschi e anche gran parte della Svizzera romanda. In controtendenza il Ticino, dove invece sono prevalsi i voti contrari (53,2%).

Anche in questo caso si è assistitito a un conflitto tra regioni periferiche, più tradizionaliste, e centri urbani, più moderni e dove più forte è la spinta innovativa.

Entrambi i temi sono stati sottoposti al verdetto popolare, dal momento che i due referendum facoltativi avevano raggiunto un numero sufficiente di firme valide (in Svizzera ne occorrono 50’000).

Gli ambienti religiosi conservatori avevano raccolto infatti 66’000 sottoscrizioni contro l’unione domestica registrata per le coppie omosessuali; dal canto suo, l’Unione democratica di centro (UDC – destra populista) circa 86’000 contro Schengen/Dublino.

Soddisfatti il governo elvetico e l’ UE

Soddisfatto il governo elvetico, che vede confermata la via bilaterale intrapresa nelle relazioni con l’Unione europea. La domanda d’adesione resta per ora congelata.

L’adesione agli accordi di Schengen (polizia, giustizia e visti) e Dublino (asilo) fa parte del secondo pacchetto di accordi bilaterali tra la Svizzera e l’Unione europea (UE).

«A nome della Commissione europea – si legge in una dichiarazione congiunta dei commissari alle relazioni esterne Benita Ferrero – Waldner e alla giustizia Franco Frattini – accogliamo con favore la decisione democratica delle cittadine e dei cittadini svizzeri di accettare l’accordo di associazione del loro paese allo spazio Schengen».

I due oggetti erano stati inseriti nell’insieme degli accordi su richiesta della Svizzera, a differenza di quelli sulla fiscalità del risparmio e la lotta alle frodi, voluti dall’UE.

Con la partecipazione all’accordo di Schengen, i controlli sistematici alle frontiere sarebbero soppressi, rinforzando al contempo la cooperazione in materia di giustizia e polizia. La lotta contro la criminalità internazionale dovrebbe quindi essere facilitata.

Frontiere ancora controllate per il momento

Per il momento i controlli alla frontiera rimarranno immutati: affinché la Svizzera sia associata agli accordi occorre ancora l’approvazione unanime del Consiglio dei ministri dell’Unione europea.

Secondo fonti diplomatiche a Bruxelles, ciò non avverrà prima della votazione del 25 settembre sull’estensione della libera circolazione delle persone ai nuovi membri dell’Ue. La libera circolazione in tutti i 25 stati membri è per l’Unione una condizione alla partecipazione a Schengen.

Anche se saranno superati tutti questi ostacoli, la Svizzera diverrà membro di Schengen al più presto alla fine del 2007, quando sarà in funzione il nuovo sistema informatico SIS II e saranno in vigore le nuove misure per la revoca dei controlli personali.

Gli avversari

Per il principale avversario degli accordi di Schengen/Dublino, il sì alle urne non significa affatto che il popolo voglia l’adesione all’UE: L’UDC (Unione democratica di centro, destra populista) ha già fatto sapere che bloccherà gli accordi con l’UE, se la promessa di una maggiore protezione giudiziaria per i cittadini non verrà mantenuta.

Secondo i fautori del «no», Schengen/Dublino altro non è che un passo ulteriore verso l’integrazione forzata nell’Unione europea. Speravano nell’effetto domino del recente rifiuto da parte di Olanda e Francia della Costituzione europea, ma sono rimasti delusi.

Primo paese al mondo a votare sul partenariato

La legge sull’unione civile delle coppie omosessuali intende parificare il partenariato registrato al matrimonio dal punto di vista del diritto fiscale e successorio. Tuttavia, non vi è la possibilità di adottare bambini e di avere accesso alla medicina procreativa per fondare una famiglia.

La Svizzera è il primo paese al mondo il cui popolo ha potuto pronunciarsi in votazione su questa tematica, che ha diviso le chiese.

La conferenza dei vescovi cattolici, l’Alleanza evangelica e le Chiese libere avevano raccomandano di votare «no», mentre la Federazione delle chiese protestanti si era espressa in favore del «sì».

swissinfo

Gli Svizzeri dell’estero hanno votato massicciamente in favore degli accordi di Schengen/Dublino.

Nei cinque cantoni che conteggiano separatamente i loro voti (Ginevra, Basilea città, Lucerna, Vaud e Appenzello interno), gli Svizzeri espatriati hanno fatto registrare proporzioni di sì superiori a quelle dei connazionali residenti nei 5 cantoni.

Nel semi-cantone di Appenzello interno hanno addirittura stabilito il primato svizzero, con l’80,6% dei consensi. I cittadini residenti di Appenzello interno hanno invece respinto gli accordi con il 68,5% di voti contrari.

Gli svizzeri hanno accettato i due oggetti in votazione questo fine settimana.
L’ adesione agli accordi di Schengen e Dublino, (una più stretta collaborazione giudiziaria e di polizia con l’Ue) con il 54,6% dei voti.
L’unione civile tra coppie omosessuali, con il 58,03% dei voti.
La partecipazione al voto, 55,9%, è stata superiore alla media.
La Svizzera sarà pronta ad applicare la cooperazione in materia di sicurezza e d’asilo nel 2008.
La legge sull’unione domestica registrata dovrebbe invece entrare in vigore il 1. gennaio 2007.

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