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Alti e bassi nel voto via Internet

In occasione delle elezioni federali del 18 ottobre, sono stati soprattutto i cittadini ginevrini a far uso dell'e-voting. Keystone

Poco più di 13'000 cittadini hanno votato via Internet in occasione delle elezioni legislative svizzere di domenica. Una cifra quattro volte superiore a quella del 2011. Solitamente uno svizzero all’estero su due utilizza questo sistema di voto. Non questa volta però, a causa dello stop all’e-voting in nove cantoni imposto dal governo federale.

Complessivamente 13’370 cittadini, in Svizzera e all’estero, hanno eletto domenica i loro rappresentanti in parlamento per via elettronica. Una proporzione pari a poco più di un elettore su 200. Nel dettaglio, erano esattamente 745 a Lucerna, 1’120 a Basilea Città, 4’416 a Neuchâtel e 7’089 a Ginevra, secondo i dati comunicati a swissinfo.ch dalla Cancelleria federale. Nel 2011, 3’562 elettori residenti all’estero avevano approfittato di questa possibilità, offerta all’epoca nei cantoni dei Grigioni, San Gallo, Argovia e Basilea Città.

Quest’anno le cifre elevate si spiegano con il fatto che a Ginevra e a Neuchâtel il 30% dell’elettorato, non solo gli svizzeri all’estero ma anche parte dei cittadini che vivono nel cantone, ha potuto optare per questo canale di voto. Si tratta di una prima per delle elezioni legislative federali. Una prima resa possibile dal miglioramento dei dispositivi di sicurezza e in particolare dalla possibilità per l’elettore di verificare che il suo voto è stato registrato in modo corretto.

A Lucerna e a Basilea Citta, invece, solo gli svizzeri all’estero potevano votare via Internet. In questi due cantoni, il tasso di partecipazione degli espatriati iscritti nel registro elettorale è stato rispettivamente del 32 e del 26%. Una cifra interessante se paragonata a quella dei cantoni di Zurigo e Argovia, dove solo poco più del 20% dei cittadini residenti all’estero ha fatto uso dei suoi diritti politici. In questi due cantoni, la partecipazione degli svizzeri all’estero era stata di oltre il 30% in occasione delle ultime votazioni di giugno, quando il voto elettronico era ancora possibile.

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«Purtroppo ci aspettavamo un simile risultato», sottolinea Ariane Rustichelli, co-direttrice dell’Organizzazione degli svizzeri all’estero (OSE). Zurigo e Argovia fanno in effetti parte dei nove cantoni dell’ormai defunto consorzio «vote électronique», bocciato in agosto dal Consiglio federale (governo), a causa di problemi di sicurezza. Questi cantoni non hanno quindi potuto offrire la possibilità di votare per via elettronica ai loro cittadini che vivono all’estero. «Anche quando gli espatriati ricevono il materiale di voto nei tempi previsti, ciò che non sempre accade, vi sono grandi probabilità che non riescano a rispedirlo in tempo tramite la posta al comune dove votano. È per questo che utilizzano il voto elettronico quando è possibile», afferma Ariane Rustichelli.

Le cifre lo provano: nei cantoni di Lucerna e Basilea Città, rispettivamente il 55 e il 57% degli espatriati che hanno votato, lo hanno fatto via Internet. Anche a Ginevra i principali utilizzatori del voto elettronico sono gli svizzeri all’estero. Complessivamente, nel cantone meno di un elettore su cinque (17,7%) che ne aveva la possibilità ha fatto uso di questo canale di voto. Il tasso sale al 44,9% se si prendono in considerazione solo i ginevrini residenti all’estero. La Cancelleria ginevrina rileva inoltre che in termini di utilizzazione, l’e-voting è ormai diventato il secondo canale di voto, dietro al voto per corrispondenza, utilizzato da oltre 9 cittadini su 10, ma davanti al voto nelle urne.

A Neuchâtel, infine, il tasso di partecipazione globale del voto elettronico è stato del 17,3%. Quello specifico dei neocastellani residenti all’estero non è stato comunicato. A «medio termine» il cantone vuole offrire la possibilità di votare via Internet al 100% dei suoi elettori, grazie a un sistema di seconda generazione sviluppato in collaborazione con la Posta e l’azienda spagnola SCYTL, leader mondiale del voto online. I primi test dovrebbero svolgersi prima della fine del 2016.

Traduzione di Daniele Mariani

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