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I tempi cambiano per gli oppositori dei Gripen

Nel 1993 sostenitori e oppositori dei caccia F/A-18 erano scesi sulle strade per attirare l'attenzione dell'opinione pubblica Keystone

La campagna politica per o contro l'acquisizione di 22 aerei da combattimento Gripen è segnata da duelli verbali e rivelazioni dei media. Ciononostante la battaglia in corso sembra avere un basso profilo rispetto a quella di 20 anni fa per l’acquisto dei caccia F/A-18.

Chi si aspettava di vedere una campagna politica estremamente accesa è rimasto probabilmente deluso. Questa volta non ci sono grandi manifestazioni di massa colorate in vista della votazione federale del 18 maggio, in cui gli svizzeri saranno chiamati tra l’altro a decidere se acquistare o meno gli aerei svedesi per 3,5 miliardi di franchi.

La battaglia attuale appare poco spettacolare – anche se è stata a volte un po’ stridula – rispetto alle dimostrazioni di forza da parte di sostenitori e oppositori dell’acquisizione dei caccia americani F/A-18, nel 1993. A quei tempi almeno 20’000 persone si erano mobilitate per manifestare dinnanzi a Palazzo federale, a Berna.

Tuttavia, fa notare il consulente politico Mark Balsiger, la vertenza su questo importante acquisto è stata alquanto lunga e ha avuto momenti piuttosto intensi. “Il dibattito è iniziato già cinque anni fa e ha registrato molti colpi di scena e diverse svolte in parlamento e in governo. A un certo punto il ministro della difesa era contro l’acquisto di nuovi caccia e poi ha cambiato idea. Anche il Senato ha inizialmente cercato di bloccare l’acquisizione, “ricorda Balsiger.

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Alcuni anni fa i gruppi pacifisti e di centro-sinistra avevano raccolto un numero di firme sufficienti per un voto nazionale su un emendamento costituzionale, volto ad imporre una moratoria su jet militari. I promotori hanno poi deciso di ritirare la loro iniziativa, preferendo lanciare un referendum contro la decisione del parlamento di acquistare i 22 Gripen.

I commenti dell’ambasciatore svedese

A detta di Mark Balsiger, la campagna politica è stata segnata soprattutto da due “incidenti”. Da un lato le rivelazioni sulle intense attività di lobby svolte dall’ambasciatore svedese a Berna Per Thöresson in favore dell’azienda aerospaziale svedese Saab, che produce i Gripen.

Da documenti segreti, venuti alla luce nelle ultime settimane, traspare tra l’altro che il diplomatico svedese si è espresso con commenti poco lusinghieri nei confronti di alcuni parlamentari svizzeri e del ministro della difesa Ueli Maurer.

Altrettanto importanti, se non potenzialmente più dannose per i sostenitori dei Gripen, sono state le dichiarazioni di un parlamentare dell’Unione democratica di centro (UDC) – di cui fa parte lo stesso Maurer – secondo il quale il governo svizzero potrebbe riconsiderare l’acquisto dei velivoli svedesi, anche se gli elettori dovessero dire di no il prossimo 18 maggio .

Ad attirare l’attenzione vi è stata inoltre la lavata di capo da parte del ministro della difesa contro un giornalista della televisione svizzero-tedesca SRF. Nel corso di un’intervista, Maurer ha accusato l’emittente pubblica di aver presentato in modo tendenzioso il tema dei Gripen, dando eccessivamente la parola agli oppositori.

Secondo Mark Balsiger, l’incidente ha causato un certo scalpore pubblico, ma non dovrebbe avere un impatto decisivo sulla campagna. “Ha mostrato che Maurer dispone di istinto politico. Sa come suscitare e catturare l’attenzione dei mass media”, afferma l’esperto.

L’elettorato svizzero vota il 18 maggio sulla legge federale sul fondo per l’acquisto di 22 velivoli da combattimento Gripen, approvata dal parlamento e contro la quale è stato lanciato il referendum.

Per dotare l’esercito svizzero dei nuovi jet svedesi, fabbricati dall’azienda Saab, è prevista una spesa di 3,126 miliardi di franchi distribuita sull’arco di 11 anni.

L’aereo svedese è stato preferito al francese Rafale (Dassault) e all’Eurofighter Typhoon, prodotto dal consorzio europeo Eurofighter (Gran Bretagna, Germania, Spagna e Italia).

La Svizzera dispone attualmente di due tipi di aerei d’intercettazione: 54 TigerF-5 e 32 F/A-18Hornet. I Grifoni svedesi dovrebbero sostituire, a partire dal 2018, i vecchi Tiger F-5, che saranno messi fuori servizio entro il 2016.

Le forze aeree dispongono anche di aerei di addestramento Pilatus, di oltre 40 elicotteri Eurocopter, di droni e di velivoli di trasporto speciali.

Campagna intelligente

Anche agli occhi dello specialista di sondaggi Claude Longchamp, il ministro della difesa non ha commesso finora nessun errore importante nel corso della campagna. A suo avviso, le rivelazioni della stampa sui presunti tentativi svedesi di influenzare la campagna politica sono più che altro “rumore mediatico”.

Secondo Mark Balsiger, gli oppositori all’acquisto dei Gripen hanno condotto finora una campagna convincente, nonostante i loro ridotti mezzi finanziari, e hanno dimostrato una certa tenacia. “È stata una manovra intelligente di creare due comitati distinti – uno formato da oppositori di sinistra e un altro da politici centristi – per evitare di essere visti eccessivamente come degli estremisti”.

Di fronte ad un’alleanza molto più grande e ben organizzata di gruppi conservatori – tra cui le associazioni di tiro e di ufficiali dell’esercito – gli avversari si sono concentrati sui social media e sugli eventi di strada.

Nel corso della campagna, gli oppositori ai velivoli da combattimento non sono riusciti ad assicurarsi le prime pagine dei giornali, ma hanno potuto contare sul sostegno politico del quotidiano popolare elvetico “Blick”. Il “tabloid” ha pubblicato una serie di articoli, in cui mette in dubbio la scelta del Gripen e la politica del ministro della difesa .

Nessun confronto

Fin dall’inizio della campagna, la parlamentare socialista Evi Allemann ha respinto ogni velleità di suscitare una grande mobilitazione di massa. Dal momento che il contesto attuale non è propizio per intavolare un ampio dibattito sull’utilità dell’esercito e delle sue forze aeree, gli oppositori ai Gripen hanno preferito puntare soprattutto su questioni finanziarie, visto l’alto costo dei velivoli.

“La questione del futuro dell’esercito non suscita attualmente grandi emozioni come era il caso 25 anni fa. Non si tratta più di rimettere in discussione la sussistenza una ‘vacca sacra’”, ritiene Evi Allemann.

Una percezione condivisa da politologi e osservatori. “La battaglia politica sull’acquisto dei caccia F/A-18 è giunta solo pochi anni dopo la fine della Guerra Fredda e la votazione nazionale del 1989 sull’esercito, in cui, a grande sorpresa, più di un terzo dei votanti si erano espressi in favore della sua soppressione”, ricorda Longchamp .

Nonostante i punti di forza della campagna promossa dagli oppositori, Balsiger è convinto che a vincere il prossimo 18 maggio saranno i sostenitori dei Gripen. “L’ondata pacifista degli anni ’90 è ormai passata e la situazione politica attuale in Ucraina non favorisce gli oppositori e provoca piuttosto insicurezza”.

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Traduzione di Armando Mombelli

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