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«È l’ultimo quello che si fa mordere»

La difesa non vuole che Mario Corti paghi per errori commessi da altri Keystone

L'avvocato difensore di Mario Corti, ultimo presidente della direzione di SAirGruop, ha chiesto l'assoluzione ed un risarcimento per il suo cliente. Ha inoltre definito l'intera procedura un «processo spettacolo».

Per la difesa, «è l’ultimo quello che si fa mordere», mentre invece è stato proprio Corti l’unico membro del consiglio di amministrazione a tentare di salvare Swissair.

Nell’ultima settimana di dibattimenti al processo Swissair in corso a Bülach (Zurigo) l’avvocato difensore di Mario Corti ha tentato di ridare un’immagine positiva al suo cliente, dipinto dall’accusa come il principale colpevole del tracollo.

Paul Ramer ha iniziato a leggere l’arringa difensiva (la concluderà solo domani) reclamando il proscioglimento del proprio assistito e anche un «consistente» risarcimento danni.

«L’accusa sta conducendo un processo spettacolo nel quale si è fatto di Mario Corti il simbolo del crollo di Swissair», ha affermato Ramer, chiedendosi se non ci si trova ai «limiti della diffamazione».

Accuse non fondate

La pubblica accusa aveva chiesto per Corti 28 mesi di carcere – di cui sei da espiare – e una pena pecuniaria di 1,08 milioni di franchi. I reati ipotizzati contro l’ultimo numero uno di Swissair sono l’amministrazione infedele, la cattiva gestione, la diminuzione degli attivi a danno dei creditori e le false indicazioni su attività commerciali.

«È l’ultimo quello che si fa mordere», ha commentato Ramer, aggiungendo che Corti è accusato di errori di cui non è responsabile.

Corti, ha aggiunto l’avvocato zurighese, ha avuto il coraggio di accettare la direzione di SAirGroup con l’obiettivo di tutelare 70 mila posti di lavoro. Era convinto di poter riuscire nell’intento e per questo motivo ha abbandonato la propria funzione di capo delle finanze presso Nestlé.

L’ex CEO del gruppo «ha assunto le redini del gruppo quando la strategia aziendale, che avrebbe poi portato al fallimento della compagnia di bandiera, era già a uno stadio avanzato», ha sottolineato Ramer.

Contro le «regole della giustizia»

Come i difensori degli altri accusati, Paul Ramer ha denunciato la mancanza di obiettività del rapporto stilato dall’esperto Aldo Schellenberger, sul quale il pubblico ministero ha costruito l’atto di accusa. Schellenberger, secondo l’avvocato, ha scritto lui stesso una parte delle accuse e ha svolto contemporaneamente la funzione di procuratore pubblico e di esperto. Si tratta di un fatto incredibile, che «non avevo mai visto nella mia vita» e che è contrario alle «regole della giustizia», ha detto Ramer.

L’avvocato si è poi soffermato su due punti dell’atto d’accusa, ossia il versamento di 150 milioni di euro alla compartecipata Sabena e l’annuncio di un credito bancario di un miliardo di franchi fatto da Corti in occasione dell’assemblea generale del 25 aprile 2001.

Contrariamente a quanto sostenuto dal procuratore, SAirGroup non era eccessivamente indebitata al momento dell’operazione finanziaria con Sabena. La ricapitalizzazione, ha rilevato l’avvocato, era necessaria.

Sono poi infondati i rimproveri mossi a Corti, secondo cui avrebbe annunciato prematuramente di aver raggiunto un accordo con Credit Suisse, Deutsche Bank e Citigroup per la concessione di una linea di credito. «L’ex CEO non ha agito con leggerezza. Disponeva anzi di garanzie», ha dichiarato Ramer, secondo cui gli attentati dell’11 settembre hanno poi scosso l’intero settore dei trasporti aerei.

Il processo Swissair si concluderà venerdì al termine di due mesi di udienze, ma la sentenza sarà pronunciata solo in un secondo tempo. Intanto, lo stesso Corti ha preannunciato per martedì un «documento esplosivo».

swissinfo e agenzie

Il processo, iniziato il 16 gennaio e destinato a protrarsi fino al 9 marzo, si tiene presso il Tribunale distrettuale di Bülach (canton Zurigo).

Il Tribunale si riunisce nella sala multiuso della cittadina alle porte di Zurigo che può ospitare fino a 1500 persone. I dibattimenti sono pubblici.

L’atto d’accusa conta 100 pagine, i documenti consegnati al tribunale sono riuniti in 4150 classificatori che messi uno vicino all’altro raggiungono una lunghezza di 270 metri.

Gli inquirenti hanno lavorato quattro anni e mezzo prima di presentare la prima versione dell’atto d’accusa nella primavera 2006. Sono state interrogate 300 persone ed effettuate 20 perquisizioni.

La prima versione dell’atto d’accusa è stata respinta nel 30 marzo 2006. La nuova versione è stata consegnata il 31 dicembre 2006.

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