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Quando le lezioni di scienze producono risultati concreti

Coi piedi nell'acqua: l'ecosistema alpino di Leysin, un villaggio a 1'260 metri sopra il lago Lemano, è terreno fertile per chi studia l'evoluzione della natura. LAS Alpine Institute

Oggi i dati raccolti a scuola, durante le lezioni di scienze, finiscono spesso nel cestino. La loro condivisione potrebbe però rappresentare una risorsa preziosa per gli scienziati.

In questa mattina di marzo, le strade sono asciutte nella cittadina di Aigle, a pochi chilometri dall’estremità orientale del Lago Lemano. Ma quando arriviamo a Leysin, dopo 20 minuti di salita in funicolare, il paesino è imbiancato da una fitta coltre di neve e i fiocchi continuano a scendere.

Il maltempo non ha però impedito a quattro scuole internazionali, provieniti da tutta la Svizzera, di portare i loro studenti alla Leysin American SchoolCollegamento esterno (LAS) per il terzo GLOBE Day – una durante la quale vengono presentati progetti nel campo delle cosiddette STEM (scienze, tecnologia, ingegneria e matematica) e della “citizen science”.

I dati raccolti dagli studenti, come quelli della Leysin American School, potrebbero essere utilizzati anche dagli esperti per monitorare gli effetti del cambiamento climatico. LAS Alpine Institute

La palestra del collegio internazionale di lingua inglese accoglie una folla di studenti tra i 12 e i 18 anni, che si soffermano davanti a decine di poster colorati disposti su tavole ricoperte di teli bianchi.

«Metteremo tre o quattro cartelli all’ingresso del bosco con le istruzioni per gli escursionisti su come scaricare l’app di “citizen science” per smartphone, chiamata iNaturalistCollegamento esterno», spiega Hermann, studente del 9° anno alla LAS, indicando il poster che tiene tra le mani.

«È veramente interessante, perché si possono fare delle foto agli alberi e condividerle attraverso l’app. Così, gli scienziati di tutto il mondo possono valutarle e ricavarne informazioni importanti».

Alex, un’altra studentessa al 9° anno della LAS, spiega che, insieme ai compagni coinvolti nello stesso progetto, ha usato questa app per ottenere dati stagionali su alcune specie della fauna locale.

«Fotografiamo escrementi, impronte, perfino nidi o gusci di uova. Poi carichiamo le foto sull’app e, se l’identificazione non è esatta, altre persone, scienziati compresi, possono correggerci».

Ma perché queste informazioni sono interessanti per gli scienziati?

Come sottolinea l’insegnante di scienze Dan Patton, queste osservazioni fanno parte di un progetto per lo studio a lungo termine dell’ecologia della foresta locale di Beau Reveil. Il progetto consiste nel registrare i cambiamenti che intervengono nelle popolazioni di alberi, a livello di composizione e dimensioni, al variare della quota altimetrica.

«Il nostro obiettivo è portare avanti lo studio sul lungo termine, in modo da poter osservare le variazioni indotte dai cambiamenti climatici o dall’arrivo di specie invasive», spiega Patton.

Il GLOBE Day alla LAS

John Harlin è il coordinatore del GLOBE Day alla LAS. Dirige l’Alpine InstituteCollegamento esterno, il programma della LAS per la didattica all’aperto e per un nuovo approccio all’insegnamento delle scienze.

«Di solito, dopo che i ragazzi hanno svolto una ricerca o un esperimento di biologia, il loro lavoro finisce nel cestino», spiega Harlin. «Fare questo tipo di attività serve per insegnare qualcosa ai ragazzi, ma non contribuisce certo al progresso scientifico». 

Vista panoramica dalla Leysin American School a Leysin. swissinfo.ch

Harlin è anche co-presidente del Gruppo di lavoro per l’apprendimento e la didattica della European “citizen science” AssociationCollegamento esterno, che aiuta le scuole e gli insegnanti a integrare nei loro piani di studio la raccolta e l’analisi di dati scientifici reali.

«La differenza fondamentale della “citizen science” è che i dati raccolti vengono salvati, condivisi ed eventualmente combinati con altri dati. In sostanza, diventano utili. E il fatto di poter contribuire al progresso scientifico stimola gli studenti nel loro apprendimento, com’è stato ormai ampiamente dimostrato», osserva Harlin.

Il GLOBE Day alla LAS prende spunto dall’omonimo programma della NASACollegamento esterno per l’apprendimento e l’osservazione globale per la preservazione dell’ambiente (Global Learning and Observation to Benefit the Environment). Lo schema è quello di una mini conferenza scientifica: metà degli studenti stanno in piedi accanto ai loro poster e illustrano i loro progetti, mentre l’altra metà pone delle domande. Dopo 30 minuti suona un gong e gli studenti invertono i ruoli.

Harlin spiega che lo schema della conferenza – così come la partecipazione alla “citizen science” – stimola gli studenti a sentirsi più coinvolti nel loro lavoro, perché sanno che verrà condiviso con una comunità più ampia e diventerà parte di qualcosa di più grande.

Fare delle scoperte… facendo la differenza

L’idea alla base della “citizen science” è che la ricerca non deve essere appannaggio esclusivo degli scienziati e che tutti possono contribuire alla conoscenza del mondo che ci circonda. I progetti possono spaziare dal tracciamento delle rotte migratorie degli uccelli all’identificazione delle piante, dalla condivisione delle osservazioni dei pianeti al monitoraggio degli eventi climatici.

Per esempio, alla LAS Dan Patton coordina il programma di rilevamento LETSCollegamento esterno (Local Environmental Transect Survey), che include il cosiddetto bioblitzCollegamento esterno, un evento di 24 ore durante il quale gli studenti sono chiamati a identificare e catalogare il maggior numero possibile di specie di una data area. I dati del bioblitz possono servire agli scienziati per stabilire esattamente il periodo dell’anno in cui avvengono i cambiamenti stagionali, come la fioritura delle gemme, la caduta delle foglie o la muta degli animali. Nel lungo periodo queste informazioni possono aiutare gli scienziati a monitorare i cambiamenti climatici.

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«Il nostro obiettivo principale è di istituzionalizzare le ricerche che stiamo svolgendo in questa regione, in modo che altri possano continuare il lavoro dopo di noi. Se questi studi proseguiranno per decenni, allora avremo una vera ricerca sul clima a lungo termine, e questo grazie alla stabilità della scuola», conclude Harlin.

Patton sostiene che la sfida maggiore è convertire i dati raccolti in un formato che sia facilmente condivisibile e utilizzabile da altri, e proprio su questo si sta lavorando insieme ad alcuni scienziati locali. La speranza è che un giorno questi dati possano essere utilizzati in una pubblicazione scientifica.

I progetti di “citizen science” per le regioni germanofona, francofona e italofona sono catalogati e condivisi dalla Rete “citizen science” SvizzeraCollegamento esterno (sito in francese e tedesco), un programma di Science et CitéCollegamento esterno, la fondazione sostenuta dalle Accademie artistiche e scientifiche svizzere per la promozione del dialogo tra la società civile e il mondo scientifico.

Il programma GLOBE della NASA, lanciato nel 1995 come «community internazionale di studenti, docenti, scienziati e cittadini che lavorano insieme per comprendere meglio, sostenere e migliorare l’ambiente a livello locale, regionale e globale», è attivo anche in Europa e ad esso fa capo una reteCollegamento esterno di progetti e istituti scolastici svizzeri, tra cui il LAS Alpine Institute.

Ma se questi dati sono così importanti per gli scienziati, perché non li raccolgono loro stessi?

Come spiega a swissinfo.ch John Francis, relatore di apertura del LAS GLOBE Day, la potenza della “citizen science” sta nella capacità di catturare la curiosità delle persone, che in ogni parte del mondo potrebbero casualmente trovarsi nel posto giusto al momento giusto.

«A pesare maggiormente sui costi per l’acquisizione di dati stagionali affidabili è la difficoltà logistica di raggiungere un determinato posto. In questo senso la mobilitazione e la responsabilizzazione dei cittadini si rivela efficientissima», conclude Francis, che ha recentemente lasciato il suo incarico di vicepresidente per la ricerca, la conservazione e l’esplorazione presso la National Geographic Society.

Un altro intervento importante al GLOBE Day è stato quello di Chris McOwen, ricercatore dell’Università di Cambridge ed esperto di conservazione marina presso il Centro di Monitoraggio per la Conservazione della Natura dell’UNEP, il Programma ambientale delle Nazioni Unite. Secondo McOwen, è un errore contare solo sugli scienziati per superare le criticità del pianeta.

«Per venire a capo dei problemi che abbiamo cercato di risolvere finora senza successo, come la pesca eccessiva e l’inquinamento degli oceani, tendiamo ad affidarci al classico individuo bianco di mezza età col camice da laboratorio», spiega McOwen. «In realtà, per fare la differenza, dobbiamo responsabilizzare i bambini, i giovani e gli adulti, e catturare la loro passione e il loro interesse. La “citizen science” è un modo molto concreto per farlo».

Ma non c’è solo la raccolta dei dati. Per un approccio più completo alla didattica delle scienze, Harlin in futuro prevede di integrare nel piano di studi anche l’analisi dei dati.

«Questa è una delle nostre sfide: non solo raccogliere dati, ma anche cercare di capire come farli interpretare agli studenti e, auspicabilmente, condividere le loro intuizioni».

Oltre all’innovazione e alla “citizen science”, la Svizzera vanta anche una lunga tradizione di scuole internazionali. Lo Swiss Group of International SchoolsCollegamento esterno (SGIS) raggruppa 44 istituti scolastici internazionali in tutto il Paese, tra cui la LAS, che propongono vari piani di studio per l’istruzione primaria e secondaria di studenti di ogni parte del mondo, sia presso scuole diurne che presso collegi. Molti offrono programmi didattici bilingui o trilingui, oltre ad attestati e diplomi scolastici internazionali.

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