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“Sì” al miliardo di coesione e agli assegni per i figli

La Polonia sarà tra i principali beneficiari dell'aiuto svizzero Keystone

Il Governo svizzero ha salutato l'approvazione della Legge sulla cooperazione con l'Europa dell'Est, che "costituisce un contributo per un Europa stabile ed equa". Secondo la Commissione europea, il risultato conferma la "strada bilaterale".

La nuova legge sugli assegni famigliari dovrebbe entrare in vigore al più tardi il primo gennaio 2009, secondo il governo.

Il fatto che un argomento tanto complesso come l’aiuto agli Stati dell’Europa dell’Est sia stato accolto dimostra la maturità della nostra democrazia. È la prova che anche in futuro la Svizzera vuole assumere il suo ruolo sulla scena europea di partner solidale e affidabile.

Così la ministra degli esteri elvetica Micheline Calmy Rey ha commentato l’esito della votazione sulla Legge federale sulla cooperazione con gli Stati dell’Europa dell’Est, accettata dal 53,4% dei votanti.

Sì in 15 cantoni e semicantoni

A favore si sono pronunciati 15 cantoni e semicantoni su 26. Percentuali di “sì” attorno al 60% sono state state registrate in regioni tradizionalmente filo-europee, quali Basilea Città, Ginevra, Giura, Vaud e Neuchâtel.

Seppur con percentuali inferiori, la legge è stata accolta anche in diversi altri cantoni della Svizzera tedesca, segnatamente a Zurigo, Berna, Lucerna, Zugo, Soletta, Basilea Città e Campagna, Grigioni ed Argovia.

I “no” provengono soprattutto dalla Svizzera centrale ed orientale. Tra i cantoni che hanno espresso un voto negativo l’opposizione più forte è venuta da Glarona, con il 64,6% di “no”. Scettico anche il Ticino, dove i voti contrari hanno raggiunto il 62,9%.

La legge permette di stanziare il contributo di un miliardo di franchi ai dieci nuovi Stati membri dell’Unione europea, allo scopo di ridurre le disparità economiche e sociali sul Vecchio continente.

La ministra dell’economia Doris Leuthard ha ricordato che la legge rinnova pure le basi giuridiche degli aiuti alla transizione, concessi dal 1990 agli ex Stati comunisti e all’Asia centrale. La consigliera federale ha quindi ricordato che grazie a questa approvazione popolare, le nostre imprese in quell’area non saranno discriminate.

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Bruxelles applaude

Da Bruxelles la reazione non si è fatta attendere: il presidente della commissione europea José Manuel Barroso si è detto soddisfatto per l’esito del voto, sottolineando che la decisione serve anche gli interessi dei cittadini elvetici. “La Svizzera approfitta già dell’accesso privilegiato al mercato interno dell’Unione e quindi ogni allargamento dell’UE va a vantaggio della Svizzera”, ha dichiarato Barroso.

La commissaria europea per le relazioni esterne Benita Ferrero-Waldner ha aggiunto che il risultato dello scrutinio conferma “la strada bilaterale e getta le basi per un futuro ulteriore sviluppo delle relazioni tra Svizzera e Unione Europea”.

Anche la Polonia e l’Ungheria hanno espresso la loro soddisfazione. Secondo l’ambasciatore polacco in Svizzera Janusz Niesyto, il voto avrà “ovviamente” una ripercussione positiva sulle relazioni tra la Svizzera e l’Ue”. “Quando si vogliono fare affari, bisogna avere fiducia nei propri partner”, ha dichiarato.

Il suo omologo ungherese Jenö Boros ha dal canto suo osservato che il denaro che Berna investirà “garantisce nuove prospettive per l’economia svizzera” in Ungheria.

Sul fronte dei promotori del referendum contro questa legge, il presidente dell’Unione democratica di centro (destra nazional-conservatrice), Ueli Maurer, ha espresso consternazione per il fatto che il popolo abbia deciso di spendere soldi che la Confederazione non sa dove prendere. Il “sì” – afferma Maurer – apre la porta ad altri versamenti, ad esempio quando nuovi Stati entreranno a far parte dell’UE.

Plebiscito per assegni uniformi

Per quanto concerne la Legge sugli assegni famigliari, si può parlare di un vero e proprio plebiscito: più di due svizzeri su tre – il 68% per la precisione – hanno accettato il principio dell’armonizzazione a livello federale degli assegni minimi per i figli.

La nuova legge garantirà in tutti i cantoni un assegno minimo di 200 franchi per ogni figlio fino ai 16 anni di età e di almeno 250 franchi al mese per i giovani in formazione tra i 16 e i 25 anni. Anche chi lavora a tempo parziale e che guadagna almeno 6’450 franchi all’anno potrà percepire l’integralità dell’assegno.

La proposta è stata respinta solo nel semicantone di Appenzello esterno, con una percentuale del 54,5%. Seppur a debole maggioranza, la legge è stata accolta anche a Nidvaldo e Glarona.

In tutti gli altri cantoni il “sì” è stato chiaro. Nel Giura la percentuale di voti favorevoli ha raggiunto addirittura l’83,7%. La soglia del 70% è stata superata anche nei cantoni di Berna, Neuchâtel, Ticino, Lucerna, Friburgo e Vaud.

Al più tardi nel 2009

Il ministro dell’interno Pascal Couchepin ha dichiarato che la legge entrerà in vigore al più tardi il primo gennaio del 2009 e ciò per permettere ai cantoni di adattare le loro legislazioni.

Il consigliere federale ha inoltre ricordato che il governo considera la legge come “un compromesso accettabile” e ha sottolineato che nel settore della socialità “è necessario avanzare a piccoli passi”.

swissinfo e agenzie

Legge sulla cooperazione con gli Stati dell’Europa dell’Est: 1’158’442 di sì, 1’010’255 di no, accettata dal 53,4% dei votanti
Legge sugli assegni famigliari: 1’480’350 di sì, 697’736 di no, accettata dal 68% dei votanti
Tasso di partecipazione: 44,9%

Dal 1990, la Svizzera ha sostenuto la transizione democratica e lo sviluppo economico nei paesi dell’est europeo con circa 3,5 miliardi di franchi.

Nel maggio del 2004 sono entrati a far parte dell’UE 10 nuovi Paesi, con i quali la Svizzera ha concluso accordi bilaterali. L’UE ha chiesto alla Svizzera di sostenere finanziariamente anche questi nuovi stati membri, un sostegno approvato dal parlamento elvetico in primavera.

Il miliardo versato dalla Svizzera sarà suddiviso in rate da 100 milioni di franchi su di un periodo di 10 anni. Circa la metà della somma dovrebbe essere stanziata a favore della Polonia.

L’importo massimo degli assegni famigliari in Svizzera è fissato autonomamente da ogni cantone.

La proposta di armonizzare l’importo minimo degli assegni famigliari a livello nazionale risale ad un’iniziativa parlamentare inoltrata 15 anni fa.

Nel 2004, il sindacato Travail Suisse aveva lanciato un’iniziativa che chiedeva un assegno di 450 franchi al mese per ogni figlio.

Le Camere federali hanno invece adottato nel marzo 2006 un controprogetto: 200 franchi per figlio. Travail Suisse si è poi allineato al Parlamento, ritirando la sua iniziativa.

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