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“La nostra missione è di diffondere nel mondo i valori più importanti della Svizzera”

gente riunita su un piazzale
Un momento della celebrazione del centenario della Scuola svizzera di Milano, il primo ottobre 2019. Michele Novaga

La Scuola svizzera di Milano ha celebrato i 100 anni di attività. Il suo presidente, Luca Corabi De Marchi, ne ripercorre la storia, i momenti chiave, le difficoltà e illustra le nuove sfide che attendono l'istituto scolastico elvetico. Intervista.

Quella della Scuola svizzera di MilanoCollegamento esterno è una lunga storia cominciata nel capoluogo lombardo un secolo fa. Per festeggiare una delle istituzioni svizzere più antiche di Milano, il primo di ottobre si è svolta, nella storica sede di via Appiani, una cerimonia presieduta dal consigliere federale Alain Berset e da varie autorità consolari e cantonali. L’intera delegazione insieme ai vertici della scuola è poi stata ricevuta nella sede della Regione Lombardia a testimonianza del legame esistente tra l’istituto elvetico e il territorio milanese e lombardo.

swissinfo.ch: La Scuola svizzera di Milano ha festeggiato 100 anni di vita. Come è nata?

Luca Corabi De MarchiCollegamento esterno: In realtà è nata prima dell’Unità d’Italia come Scuola Internazionale delle famiglie Protestanti e cambiò un paio di sedi tra il 1860 e l’inizio della Prima guerra mondiale. Dopo la fine del primo conflitto bellico, molte delle famiglie che erano di religione protestante, ma di nazionalità austriaca e tedesca, sono tornate a casa loro. Così, nel 1919, la maggior parte degli alunni rimasti era di nazionalità svizzera ed è stato così deciso di creare la Scuola svizzera di Milano.

La scuola è rimasta in via Parini per quasi venti anni, fino al 1938 quando è stata costruita la nuova sede nel palazzo di via Appiani in base al progetto dell’architetto ticinese Aldo Lucchini e dove tutt’ora si trova.

edificio in una foto in bianco e nero
La vecchia sede della Scuola svizzera di Milano in via Parini. Scuola svizzera di Milano

Da sempre, la scuola è considerata un’eccellenza nel panorama milanese e italiano. Qual è la sua offerta formativa?

Tutto il sistema educativo, basato prevalentemente sulle materie scientifiche oltre che sull’apprendimento, è impostato sul bilinguismo italiano/tedesco, ciò che la contraddistingue da tutte le altre scuole internazionali presenti a Milano. Il suo livello qualitativo è molto alto: abbiamo la vigilanza dell’autorità didattica del Canton Grigioni e del Canton Ticino, i due cantoni patrocinatori, e stiamo finendo di implementare il nuovo sistema didattico svizzero chiamato Lehrplan21Collegamento esterno, il quale dovrebbe essere completamente operativo dal prossimo anno scolastico.

Una cosa importante, che molte delle famiglie di potenziali alunni non considerano, è che abbiamo una maturità fatta secondo il sistema del Canton Grigioni e che si sostiene dopo quattro anni di liceo. Quindi i nostri alunni, a differenza soprattutto dei loro coetanei che frequentano le scuole italiane, si diplomano un anno prima e hanno accesso a tutte le facoltà universitarie del mondo.

“Tutto il sistema educativo è impostato sul bilinguismo italiano/tedesco”

Questo metodo è apprezzato sia dagli alunni che dai genitori.

La Svizzera ha una lunghissima tradizione didattica: il sistema educativo svizzero è molto ben strutturato e collaudato. In più, la Svizzera ha la grande fortuna che basta esporre la bandiera rossocrociata per associare un’istituzione o un oggetto a un’idea di qualità. La forza della Confederazione, delle sue istituzioni così come anche delle sue imprese, è quello di aver dimostrato nel tempo – e continuare a farlo – che voler essere svizzeri vuol dire aver un occhio di riguardo verso la qualità.

Qualità ma non solo: la scuola tramanda anche i valori svizzeri?

La nostra scuola, così come tutte le altre scuole svizzere all’esteroCollegamento esterno, è un formidabile strumento di comunicazione della cultura e della politica internazionale della Svizzera. La nostra missione è e sarà quella di diffondere nel mondo i valori più importanti della Confederazione: tradizione e innovazione, solidarietà, ricerca, democrazia, ruolo internazionale della Svizzera. Tutti gli alunni non svizzeri che frequentano la nostra scuola assorbono questi valori, che poi veicolano nel mondo.

aula scolastica
All’interno della Scuola svizzera di Milano in un’immagine degli anni ’50. Scuola svizzera di Milano

Quali sono le difficoltà per un istituto che sorge in una città dove la concorrenza di altre scuole sia pubbliche che private è alta, soprattutto dal punto di vista delle entrate e dei finanziamenti?

La Scuola svizzera di Milano è una delle scuole internazionali di Milano che storicamente applica le rette più basse. Questo è sempre stato fatto per favorire in particolar modo la frequentazione degli alunni svizzeri. Per statuto, dobbiamo garantire l’insegnamento gratuito a quegli svizzeri che non hanno i mezzi economici per mandare i loro figli alla nostra scuola.

La scuola è un ente no-profit, ma è evidente che l’equilibrio tra entrate e uscite debba essere mantenuto e questo al netto degli investimenti che ogni anno sarebbero necessari per lo sviluppo. Questo elemento crea ricorrenti tensioni finanziarie che dovremo risolvere ricorrendo a risorse economiche differenti e alternative.

Pensate di aprire nuove scuole o nuove succursali?

Sicuramente non apriremo nuove sedi non essendovi né l’opportunità (in Lombardia ci sono già tre scuole svizzere che sono Milano, Bergamo e la nostra filiale di CadoragoCollegamento esterno in provincia di Como) né la sostenibilità economica. Inoltre, secondo il programma di sviluppo dell’Ufficio federale della cultura, le nuove scuole finanziabili dalla Confederazione non saranno in Europa, ma caso mai localizzate nei paesi emergenti come testimonia il caso dell’apertura della scuola di Pechino. Peraltro, il budget della Svizzera sul finanziamento (per allievo) delle scuole all’estero è oggi un terzo di quello di Francia e Germania.

Quali sono i pilastri sui quali punterete nel futuro e nei prossimi 100 anni?

Il primo punto è quello di elevare il livello qualitativo del tedesco anche per contrastare la concorrenza, per altro simpatica della scuola tedesca di Milano, e portarlo allo stesso livello percepito dalle famiglie.

Poi vorremmo aumentare il numero di ore di insegnamento della lingua inglese: molte famiglie credono, erroneamente, che alla scuola svizzera non si studi l’inglese. Cosa non vera: puntiamo tuttavia a incrementare lo studio della lingua inglese sempre con insegnanti madrelingua anche con ore supplementari e facoltative.

Pensate di collaborare con le tante imprese multinazionali elvetiche presenti nel territorio?

Nel territorio milanese e lombardo sono presenti almeno venti società multinazionali svizzere che sono, tra l’altro, tra le prime 100 del mondo. Noi vorremmo puntare su un elemento che ci caratterizza introducendo, in accordo con le imprese svizzere associate alla Camera di Commercio Svizzera di Milano, un programma destinato ai nostri allievi del liceo. L’obiettivo è che negli ultimi due anni abbiano accesso a degli stage di lavoro all’interno di queste aziende. In questo modo riusciremmo a dare ai nostri alunni un qualcosa in più rispetto ad altre scuole internazionali presenti sul territorio.

Dal canto loro, le imprese avrebbero la possibilità di saggiare in anteprima le capacità di giovani futuri laureati. È un sistema virtuoso di relazioni tra scuola e mondo del lavoro che la Svizzera conosce bene e che fa parte del suo sistema educativo.

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500 alunni tra le due sedi di Milano e Cadorago

L’offerta didattica della Scuola svizzera di Milano è molto ampia e va dalla scuola materna fino al liceo. Nella sede di Milano studiano 380 alunni suddivisi in tre classi di scuola materna, cinque di elementari, tre di medie e quattro classi di liceo. A questi vanno aggiunti gli oltre 120 alunni della succursale di Cadorago in Brianza, inaugurata nel 2011 e che, dopo scuola materna e scuole elementari, oggi ha anche tre classi di scuole medie.

Il corpo docenti è formato da 64 insegnanti di cui 28 svizzeri. La percentuale di alunni svizzeri è del 27% e, come precisa il presidente Luca Corabi De Marchi, “la scuola svizzera nata 100 anni fa era una scuola per gli svizzeri e il 90% degli allievi erano di nazionalità svizzera, figli di famiglie che si erano momentaneamente trasferite a Milano, ma il cui scopo era quello di tornare nella Confederazione prima o poi. La Scuola Svizzera di Milano non è quindi più una scuola per svizzeri, ma per la Svizzera. Per diffonderne i valori. E questo è il suo ruolo nel futuro prossimo”.

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