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Quando Gandhi venne in Svizzera

Nato il 2 ottobre di 150 anni fa, Gandhi nel corso della sua vita trascorse cinque giorni in Svizzera: dal 6 all'11 dicembre del 1931 soggiornò a casa dell'amico Romain Rolland, scrittore francese, premio Nobel per la Letteratura nel 1915.

Il celebre drammaturgo francese aveva scritto la prima biografia al mondo dedicata a Gandhi. L’opera era stata pubblicata nel 1924. Il “Mahatma” si recò da Romain Rolland a Villeneuve, piccola località vodese in riva al lago Lemano, dopo essere stato a Londra per partecipare alla tavola rotonda sul futuro dell’India coloniale.

Il viaggio fu organizzato dalla discepola inglese di Gandhi, Madeleine Slade, che adottò il nome indiano “Mirabehn” o sorella Mira. Era una grande ammiratrice di Romain Rolland, che aveva visitato prima di partire per l’India per incontrare Gandhi. Tra coloro che accompagnavano il “Mahatma” c’erano suo figlio minore Devdas e i segretari personali Mahadev Desai e Pyarelal Nayyar.

Nel suo diario, Rolland annotò in dettaglio la routine alimentare di Gandhi. Alle 6 o 7 del mattino beveva un bicchiere di succo d’arancia appena spremuto, seguito poco dopo da un bicchiere di latte di capra bollito. Alle 10 del mattino consumava acqua calda con limone e miele o cannella in polvere. Il pranzo consisteva in un grappolo d’uva e un bicchiere di latte di capra. La cena comprendeva verdure crude grattugiate, come carote o sedano, e due mele grattugiate. Ogni giorno della sua visita in Svizzera, Gandhi filava cotone per il tessuto khadi. Egli si spostava solo a piedi o in carrozza ferroviaria di terza classe, come era sua abitudine.

I curiosi accorsero a Villeneuve per vedere il famoso indiano. Rolland temeva che la presenza di Gandhi avrebbe attirato visitatori opportunisti – compresi nudisti – in cerca di attenzione internazionale sulla loro causa.

Il leader indiano tenne due conferenze pubbliche in Svizzera: una l’8 dicembre alla Casa del popolo di Losanna, l’altra il 10 dicembre al Victoria Hall di Ginevra su invito della Women’s International League for Peace and Freedom (WIPFCollegamento esterno).

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Percepito come pericolo comunista

La stampa svizzera fu ostile a Gandhi, soprattutto dopo che egli aveva criticato alcuni articoli sottolineando che avevano travisato i suoi discorsi pronunciati a Londra. Le sue osservazioni antimilitariste e anticapitaliste valsero anche molti nemici a Gandhi.

“Il Courrier de Montreux, che fino ad allora si era sentito in dovere di avere riguardo, sia per lui che per me, ha pubblicato un primo articolo in cui dice che la miglior cosa di tutto quello che Gandhi ha fatto nei cinque giorni in Svizzera era stato partire. E lo ha denunciato come uno strumento inconsapevole o consapevole (perché no?) venuto in Svizzera per disarmare e distruggere, al fine di consegnare in seguito il popolo senza armi all’aggressione del comunismo”, annota nel diario Romain Rolland, che il giornale nello stesso articolo aveva tacciato di “bolscevico”.

Lo scrittore francese era convinto che le autorità svizzere avrebbero espulso Gandhi se fosse rimasto più a lungo o per lo meno gli avrebbero vietato di tenere un’altra conferenza pubblica.

Fonte: Archivi corrispondenzaCollegamento esterno (lettere, diari, articoli).​​​​​​​

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