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Cassa malattia pubblica verso un rifiuto popolare

La maggioranza degli svizzeri non vuole una cassa pubblica al posto di quelle private per l'assicurazione malattie perché ritiene che il cambiamento non farebbe abbassare i premi. Keystone


La proposta di sostituire una pluralità di casse private con un istituto pubblico per l’assicurazione malattie obbligatoria sembra avviata verso un rifiuto nella votazione popolare del 28 settembre. Più incerto appare il destino dell’iniziativa “Basta con l’IVA discriminatoria per la ristorazione”.

Gli oppositori alla “cassa malati pubblica” hanno una solida maggioranza nel secondo sondaggio realizzato dall’istituto gfs.bernCollegamento esterno per conto della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR: il 54% contro il 38% di sostenitori. E all’avvicinarsi del voto, il vantaggio degli avversari si è consolidato: ora è di 16 punti percentuali, contro gli 11 del primo sondaggio effettuato quattro settimane prima.

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Solo l’8%, pur avendo deciso di votare, dichiara di non sapere ancora se metterà nell’urna un sì o un no all’iniziativaCollegamento esterno promossa dai partiti socialista ed ecologista, con l’appoggio delle organizzazioni di difesa dei pazienti e dei consumatori. Una proporzione di indecisi troppo ristretta per ribaltare la situazione.

Particolarmente significativa inoltre è l’evoluzione di coloro che non hanno più il minimo tentennamento su come voteranno il 28 settembre. Il 39% è sicuro che metterà un no nell’urna, ciò che rappresenta una quota elevata e una progressione di 6 punti percentuali, ha sottolineato oggi il direttore del gfs.bern Claude Longchamp, illustrando i risultati del sondaggio. La proporzione di coloro che hanno già la certezza di votare sì è rimasta invece quasi invariata: il 26% contro il 25% registrato nel precedente sondaggio.

Il sondaggio

Per l’indagine demoscopica, l’istituto gfs.bern ha intervistato, tra il 6 e il 13 settembre, un campione rappresentativo di 1’421 persone con diritto di voto, ripartite in tutte le regioni linguistiche della Svizzera. Il margine di errore è di ±2,7 punti percentuali.

Per motivi legati alla protezione dei dati, le autorità non mettono più a disposizione le coordinate degli svizzeri residenti all’estero, che perciò non sono più presi in considerazione nei sondaggi realizzati dal gfs.bern su incarico della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR.

Nella Svizzera tedesca la quota di coloro che sono già certi di votare no è addirittura del 45% ossia 5 punti percentuali in più del primo sondaggio. E anche nella Svizzera latina, dove globalmente i favorevoli all’iniziativa sono ancora in maggioranza, il fronte dei no certi si è rafforzato, mentre quello dei si sicuri si è indebolito.

Non si crede all’abbassamento dei premi

Il processo di formazione delle opinioni è bene avanzato e i promotori dell’iniziativa non sono riusciti a convincere la maggioranza che sostituendo l’attuale sessantina di casse private con una cassa pubblica si ridurrebbero i premi dell’assicurazione delle cure medico-sanitarie di base, spiega Longchamp.

È infatti la fattura salata la preoccupazione principale degli svizzeri, che sono coscienti dell’alto livello di qualità del sistema sanitario elvetico e non vogliono correre alcun rischio di perderlo. L’argomento dei premi assicurativi è persino diventato quello principalmente menzionato, in senso inverso, da chi dice che voterà no, precisa il responsabile del gfs.bern.

Incertezza nell’IVA per la ristorazione

Se sul fronte della cassa malattia pubblica i giochi sembrano definitivamente fatti, aperti appaiono invece per l’altra proposta al vaglio del popolo e dei cantoni lo stesso giorno: l’iniziativaCollegamento esterno lanciata dall’organizzazione degli esercenti Gastrosuisse, che chiede per i servizi di ristorazione lo stesso tasso di imposta sul valore aggiunto (IVA) di quello applicato alla vendita di tutti gli altri alimenti, vale a dire ai commerci al dettaglio e ai take-away.

Le due iniziative

L’iniziativa “Per una cassa malati pubblica”, depositata nel 2012, è promossa dal Partito socialista, dai Verdi e da organizzazioni di difesa dei consumatori e dei pazienti. Il testo chiede la creazione di un unico istituto nazionale di diritto pubblico incaricato di gestire l’assicurazione obbligatoria per le cure medico sanitarie, al posto dell’attuale sessantina di casse private. I premi dovrebbero essere fissati per cantone e calcolati in base ai costi.

L’iniziativa “Basta con l’IVA discriminatoria per la ristorazione” è stata depositata nel 2011 dall’associazione degli esercenti Gastrosuisse. In base al testo, il tasso di IVA imposto alle prestazioni della ristorazione, attualmente dell’8%, dovrebbe essere in futuro uguale a quello applicato per gli alimenti venduti da take-away e dal commercio al dettaglio, pari al 2,5%.

Contrariamente al primo sondaggio, gli oppositori all’iniziativa “Basta con l’IVA discriminatoria per la ristorazione” adesso superano i favorevoli. Tuttavia, detengono solo una maggioranza relativa: il 46% contro il 41%.

Pur essendosi quasi dimezzata rispetto a un mese fa, la proporzione di coloro che non hanno ancora deciso come voteranno resta consistente: un 13% in grado di far pendere la bilancia sia da una parte che dall’altra. L’incertezza è ancora maggiore se si considera che ben il 35% indica solo di essere “piuttosto propenso” a un sì o a un no.

Curiosamente, inoltre, la proporzione dei sostenitori all’iniziativa è rimasta invariata, mentre abitualmente con l’avvicinarsi della votazione, i sì perdono quota.

L’elevata proporzione di indecisi sommata alla stabilità dei sostenitori portano a una situazione assolutamente anomala rispetto all’evoluzione delle opinioni che si constata solitamente per le iniziative, puntualizza la ricercatrice del gfs.bern Martina Imfeld. Una situazione piuttosto ingarbugliata che riflette anche la confusione sulla conoscenza dell’argomento da parte del corpo elettorale. Anche perché la campagna in vista del voto è stata piuttosto fiacca e i media hanno tematizzato molto meno questa iniziativa rispetto a quella sulla cassa malattia pubblica, rilevano gli esperti del gfs.bern.

L’argomento dei promotori dell’iniziativa, secondo cui il tasso dell’IVA più elevato per i ristoranti che per i take-away distorce la concorrenza a scapito degli esercenti è condiviso da una maggioranza. Tuttavia la maggioranza ritiene anche che un cambiamento andrebbe esclusivamente a vantaggio dei ristoratori, mentre i consumatori non trarrebbero alcun beneficio.

Ma dal sondaggio è emerso che le scelte dei votanti, soprattutto coloro che si dicono contrari all’iniziativa, sono molto più dettate da “sensazioni” che da argomenti precisi. I fautori dell’iniziativa possono invece contare sul sostegno di una maggioranza di coloro che non hanno fiducia nelle autorità e che esprimono un voto di protesta contro le tasse in generale.

In questo contesto fuori dal comune restano aperte le porte alle sorprese, anche se l’evoluzione complessiva, ossia un’avanzata degli oppositori, sembra indicare l’andamento classico che porta alla bocciatura delle iniziative popolari.

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SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR

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