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Afghanistan: scontro con talebani; un anno da mega-bomba Usa

(Keystone-ATS) Forze di sicurezza afghane e talebani si sono scontrati oggi nella provincia settentrionale di Baghlan, provocando la chiusura della statale che unisce Kabul alla città di Mazar-i-Sharif, capoluogo della provincia di Balkh e quarta città per abitanti dell’Afghanistan.

Il portavoce della polizia locale, Zabihullah Shuja, ha precisato che l’aspro scontro è cominciato alle 9,30 locali nell’area di Karadak del distretto di Doshi. Lo riferisce l’agenzia di stampa Pajhwok.

Una fonte della sicurezza anonima ha aggiunto che fra le vittime, di numero imprecisato, c’è anche un ufficiale di polizia di nome Hassan Kishmi.

Un residente della zona, Saleem, ha dichiarato alla Pajhwok che “decine di militanti sono arrivati per uno scontro che è cresciuto via via di intensità e non è ancora terminato”.

Un anno fa la “mega-bomba Usa”

Ad un anno di distanza dal lancio da parte degli Usa della ‘Madre di tutte le bombe’ che avrebbe dovuto assestare un colpo mortale all’Isis in Afghanistan, i seguaci del ‘Califfo’ Abu Bakr al Baghdadi sono ancora presenti in almeno tre province e continuano ad attaccare obiettivi anche a Kabul.

Il 13 aprile 2017 un ordigno non nucleare denominato ‘GBU-43/B Massive Ordnance Air Blast (MOAB)’, con una potenza equivalente a undici tonnellate di TNT, fu sganciato sul distretto di Achin della provincia orientale afghana di Nangarhar causando la morte, in un reticolato di gallerie e caverne, decine di militanti dell’Isis.

Ma nonostante questo il gruppo terrorista ha esteso il suo raggio di azione, passando da Nangarhar alle province di Kunar e Jawzjan e colpendo ripetutamente Kabul. L’ultimo attacco nella capitale, il 21 marzo scorso, ha causato in occasione del Capodanno persiano almeno 29 morti e 58 feriti.

Secondo il ministero della Difesa afghano e la missione della Nato ‘Resolute Support’, l’Isis conta in Afghanistan almeno 1’500 combattenti, ma altre fonti parlano di almeno 5’000 uomini.

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