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“C’è vita altrove?”, intervista all’uomo incaricato di cercare la risposta

Thomas Zurbuchen
Thomas Zurbuchen, amministratore delegato della Direzione della missione scientifica della NASA era di ritorno a Berna il mese scorso. NASA

Il suo lavoro è sorvegliare. Sorvegliare le centinaia di missioni della NASA e le migliaia di scienziati che vi lavorano affinché i sette miliardi di dollari di budget annuali a disposizione per cercare di rispondere alle più grandi domande dell'universo siano utilizzati al meglio. Intervista con lo svizzero Thomas Zurbuchen.

“Spendiamo i soldi dei contribuenti, il mondo intero ci guarda, quindi vogliamo avere successo, specialmente in missioni nelle quali l’intera Agenzia è in gioco”. Il mese scorso, Thomas ZurbuchenCollegamento esterno, amministratore delegato della Direzione della missione scientifica della NASA si trovava a Berna dove sono in corso le celebrazioni per i 50 anni di Apollo 11 e per l’iconico esperimento dall’Università della città sulla composizione del vento solareCollegamento esterno (una lamina d’alluminio srotolata e montata su un’asta telescopica piantata sulla superficie della Luna dalle missioni Apollo per capire meglio l’attività solare).    

“Facciamo della ricerca per scoprire i segreti dell’universo. Ci dedichiamo a domande che sono normalmente dell’ambito della filosofia, o addirittura della religione, e le affrontiamo con gli strumenti della scienza”. Di queste ed altre domande, Zurbuchen, di ritorno nell’Università dove ha conseguito il suo dottorato in fisica nel 1996, ha discusso con swissinfo.ch.

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swissinfo.ch: Quale messaggio vorrebbe trasmettere al pubblico per i 50 anni dal primo passo di un essere umano sulla Luna? 

Thomas Zurbuchen: Di tutte le attività umane, la ricerca è una delle più utili. Più persone vi si dovrebbero consacrare, in particolare i giovani, di ogni genere e di ogni origine. La ricerca ci permette di capire meglio la natura, e questo fornisce le opportunità di risolvere i problemi che incontreremo in futuro. 

Per esempio, uno dei primi satelliti per le scienze della Terra che la NASA ha messo in orbita ci permette di comprendere il clima di Berna oggi. Non ci sarebbe modo di comprenderlo senza considerare il contesto dell’intero pianeta. I processi fisici, le emissioni, gli elementi naturali e quelli umani che influiscono sulla meteorologia, …  tutto questo lo abbiamo imparato osservando dallo spazio, anche se non era lo scopo di quella prima missione.

Quale apporto ci ha dato l’esperimento dell’Università di Berna sul vento solare?

Ci ha insegnato di più sulla composizione del Sole. E abbiamo potuto affinare la teoria del Big Bang, che descrive l’inizio dell’universo. 

In seguito a questo esperimento si sono inoltre venuti a creare dei posti di lavoro in Svizzera. A Berna sono stati concepiti degli spettrometri di massaCollegamento esterno ad alta sensibilità per individuare e analizzare le particelle caricate elettricamente che erano state raccolte sulla Luna. 

Almeno due aziende create da studenti che erano all’Università di Berna quando la frequentavo anche io oggi lavorano con questo tipo questi strumenti. Grazie a questa tecnologia controllano le emissioni delle automobili, la sicurezza dei gas negli ospedali, analizzano dati riguardanti la salute o altri settori.

Qual è il contributo attuale della Svizzera alle missioni della NASA? 

Ci sono apparecchiature utilizzate nelle missioni della NASA che sono stati costruite qui. Per il vento solare, non c’è nel mondo una camera di calibrazione migliore di quella che si trova in Svizzera. Ogni missione che fa questo genere di misurazioni, compresa la missione IMAPCollegamento esterno che sarà lanciata nel 2024 per individuare le particelle che provengono da altre stelle, viene qui per calibrare le apparecchiature. 

La Svizzera fornisce anche delle tecnologie di punta, per esempio per la missione Marte 2020, che decollerà tra meno di un anno, le ruote del rover e il braccio che appoggerà gli strumenti al suolo hanno motori prodotti in Svizzera.

“Mi piacerebbe trovare la vita altrove, una vita differente”

La NASA ha appena annunciato la sua missione DragonflyCollegamento esterno, che cercherà tracce di vita attorno a Titano, un satellite di Saturno. Perché è così importante? 

C’è una domanda su tutte, quando parliamo dei “segreti dell’universo”, che ci fa arrovellare il cervello ed è: “C’è vita altrove?”. 

Le lune-oceano che orbitano attorno a pianeti giganti sono una delle scoperte più sorprendenti degli ultimi 20 anni. Encelado, Europa e Titano hanno tutte delle analogie con la Terra primitiva. 

Su Encelado c’è dell’energia in fondo all’oceano e delle molecole si staccano dallo strato di ghiaccio, cosa che può succedere solo in presenza di una fonte di calore interna, come sulla Terra. 

Riguardo a Europa sappiamo meno, ma la missione Europa ClipperCollegamento esterno, il cui lancio è programmato per il 2023, ci permetterà di realizzare delle cartografie e fare analisi più dettagliate. La sonda non orbiterà attorno a Europa ma ci passerà vicino, poiché Giove emette delle radiazioni che rendono l’ambiente del suo satellite uno dei peggiori del sistema solare, con ancora più radiazioni che vicino al Sole. 

Titano è semplicemente pazzesco. È come un’immensa marea nera piena di idrocarburi, con tutti questi mattoni costitutivi della vita che cadono come neve. 

Grazie a questi satelliti, impareremo di più a proposito della transizione da una chimica complessa alla vita. Non sappiamo veramente in che modo. Si tratterà in parte di immaginazione, in parte di sviluppare molto di più la spettrometria di massa. Pensiamo che la complessità chimica e quella biologica siano legate poiché, in fondo, noi non siamo che delle proteine che si legano tra loro per formare il DNA con cui è scritto il piano della vita.

Quali sono i piani della NASA per le future missioni con equipaggio?

Il programma degli astronauti continuerà. Oggi abbiamo una grande diversità, con la più alta percentuale di donne mai raggiunto dalla NASA. L’attuale generazione volerà su apparecchi costruiti dal settore privato. La prossima donna e il prossimo uomo che andranno sulla Luna appartengono a questa generazione e a quella che l’ha preceduta. E riteniamo che ci saranno altri astronauti dopo di loro.

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Anche i programmi commerciali si svilupperanno. Virgin, Blue Origin e altri stanno addestrando degli astronauti. Ci aspettiamo che ci siano astronauti del settore privato nello spazio già quest’anno.   

A cosa servirà ritornare sulla Luna? 

È un programma di esplorazione umana e bisogna sempre andare dove possiamo continuare a imparare a spingerci oltre i limiti. Abbiamo oggi domande scientifiche e tecnologiche riguardo alla Luna che non avremmo potuto porci ai tempi di Apollo. 

Qual è il progetto dei vostri sogni?

Un volo verso un’altra stella. Mi piacerebbe trovare la vita altrove, una vita differente. Conosciamo una sola vita ora, quella che vediamo sulla Terra. Avevamo l’abitudine di pensare che ci fosse solamente un sistema solare. Oggi ne abbiamo circa 3’000.  

Il programma scientifico della NASA in cifre

7 miliardi di dollari investiti ogni anno

100 missioni (approssimativamente), in fase di sviluppo o già nello spazio

400 capi-missione

10’000 scienziati impiegati direttamente dall’agenzia

Da 20’000 a 30’000 scienziati e ricercatori che ricevono fondi dalla NASA

66% delle missioni sono internazionali o hanno un contributo internazionale

100% delle missioni mettono i dati a disposizione del mondo intero. Anche le foto e i videoCollegamento esterno della NASA sono visibili e utilizzabili gratuitamente da tutti

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