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Meta di svago vicino a Zurigo, Quinten vuol ridiventare un villaggio vivo

Anfahrt nach Quinten
Roger Wehrli

Il paesino di Quinten – accessibile solo a piedi o in battello – sta lottando per la sua sopravvivenza. Adesso una fondazione locale vuole attirare giovani. Un "bonus per bambini" ha destato attenzione oltre la regione del Lago di Walen, dove si trova. Visita del villaggio.

“Riviera della Svizzera orientale”: così è spesso soprannominato QuintenCollegamento esterno, che fa parte del comune di Quarten, nel cantone di San Gallo. Sul suo territorio, ai piedi del massiccio del Churfirsten, accanto ai vigneti, infatti prosperano palme, fichi e kiwi.

Quinten e Quarten

I nomi di questi villaggi – Terzen, Quarten e Quinten – derivano dal censimento altomedievale dei possedimenti senza nome (terza, quarta, quinta corte) della diocesi di Coira, indicano il Dizionario storico della SvizzeraCollegamento esterno e il libro “QuintenCollegamento esterno“.

Ma Quinten soffre della malattia delle regioni periferiche: l’invecchiamento. Il villaggio conta 38 abitantiCollegamento esterno, con un’età media di 56 anni. Accessibile solo con un natante o a piedi, Quinten è al contempo una zona periferica e un’area ricreativa locale.

Il versante soleggiato sulla sponda nord del Lago di Walen è una meta escursionistica molto apprezzata, a circa un’ora da Zurigo. Tuttavia, coloro che vivono a Quinten dipendono dalla compagnia di navigazione per attraversare il lago, anche solo per fare la spesa.

Così gli abitanti hanno creato la fondazione “Quinten lebtCollegamento esterno” (Quinten vive). La sua iniziativa più sensazionale è stata l’istituzione di un “bonus per i bambini”, che mira ad attirare famiglie nel villaggio.

Chiunque vi si stabilisca riceve 200 franchi al mese per figlio. La fondazione versa al massimo 20’000 franchi per figlio fino all’età di 20 anni. “Attualmente ci sono ancora solo tre bambini a Quinten”, spiega il presidente della fondazione Joel Schmid.

La maestra

“Nel 1960 avevo 23 allievi”, ricorda Marianne Giger. L’ormai 83enne è una memoria storica del villaggio. La scuola è stata chiusa nel 1973, ci racconta, mentre siamo a casa sua.

Una donna che mostra una foto con una scolaresca.
Marianne Giger per tanti anni è stata la maestra della scuola di Quinten. Roger Wehrli

La donna è arrivata qui nel 1959, come giovane maestra, ed è rimasta. Ha sposato il pescatore professionista Alois Giger, ha cresciuto sette figli e ha seguito una formazione di insegnante di chitarra. “Il bonus per bambini sarebbe diventato costoso con i nostri figli”, ride.

Pensa comunque che si tratti di un buon progetto, ma sottolinea: “Bisogna riuscire a superare l’inverno qui”. Suo figlio Urs, che lavora come chirurgo in Germania e viene in vacanza con i figli nella casa dei genitori, commenta: “Quando penso che resti qui da sola tutto l’inverno! A me cadrebbe addosso il mondo”.

Per vivere qui bisogna essere stabili, avere una famiglia o un lavoro. “Ed essere sani”, dice Urs. “Marianne è membro del coro della chiesa, suona l’organo in chiesa, in estate dà una mano nel negozio di souvenir, si occupa della vigna e dà una mano dove può”.

Il turismo

La fondazione ha già utilizzato altri mezzi per far rivivere il villaggio, che è uno dei rarissimi senz’auto in Svizzera. Un esempio è il Raupenhotel, una struttura dove si allevano i bachi da seta. La fondazione è stata in grado di creare tre nuovi posti di lavoro nel villaggio, che altrimenti vive principalmente di viticoltura e turismo.

Il turismo svolge un ruolo importante in tutto il comune di QuartenCollegamento esterno, composto di sette villaggi. Secondo il sindaco Erich Zoller, un posto di lavoro su due dipende direttamente o indirettamente dal turismo. In basso c’è il Lago di Walen, in alto ci sono montagne con impianti sciistici, il tutto vicino a Zurigo.

“Dubitiamo che questa sia la strada giusta da percorrere. In fin dei conti, però, è la fondazione stessa a decidere come utilizzare i propri soldi. In linea di principio, naturalmente, il municipio sostiene la rinascita di un villaggio”, dichiara Zoller, in merito al bonus per bambini.

L’autarchica

Nel mezzo del paesino vive Margrit Bärlocher. Accanto alla sua dimora, sono attualmente in costruzione due appartamenti in una casa adesso vuota. Già da bambina, ogni anno trascorreva qui, a casa del nonno, le vacanze estive e autunnali. Nel 1983 si è trasferita a Quinten.

Margrit Bärlocher vende prodotti naturali locali. Roger Wehrli

Nella sua cantina vende prodotti naturali, tutti coltivati e lavorati da lei stessa nel villaggio. Attualmente sta scrivendo le etichette per i suoi vasetti di marmellata e le bottiglie di sciroppo. “Dalla primavera all’autunno c’è molto lavoro nel giardino e nel vigneto. Sono felice di avere questa scorta che ho preparato per l’inverno”, dice.

“Sarebbe bello se la casa potesse essere rianimata e fornire un reddito di base a una famiglia. Già nel 1928, quando mia madre venne a Quinten per la prima volta, era disabitata”, rammenta Margrit Bärlocher. Anche lei non è sicura che il denaro sia il modo giusto per attirare giovani famiglie. “L’idealismo sarebbe più importante”. Questo è necessario, perché, trattandosi di un luogo appartato, è qualcosa di singolare vivere a Quinten.

L’organizzatore di eventi

Un po’ più lontano dal centro del paese, più in alto – naturalmente con vista sul lago – vive Hanspeter Cadonau, di 52 anni, “I giorni in cui non si può attraversare il lago sono i più belli”, dice il viticoltoreCollegamento esterno, che alleva anche maiali Mangalica e ha tre asini: Picasso, Maradona e Jackson.

Hanspeter Canonau, organizzatore di eventi culturali e viticoltore. Roger Wehrli

Il grigionese era un costruttore di gallerie ed era arrivato qui per caso. Ora vive nel villaggio da dieci anni. “Non ci si trasferisce qui a 20 anni, ma io ho visto il mondo, ho lavorato nei cantieri di tutti i continenti e in grandi città. Ora mi piace la pace e la tranquillità”. Cadonau trova una buona idea il bonus per bambini. “Un villaggio senza bambini è morto”, osserva.

Egli stesso contribuisce a dare più vita a Quinten. “Quando sono venuto qui, il villaggio era di fatto morto”. Oggi, dalla primavera all’autunno, Hanspeter Cadonau organizza concerti ed eventi, su un palcoscenico all’aperto in mezzo ai vigneti che, come quelli del Lavaux, producono vini di alta qualità.

“Con un B&B, possiamo ospitare più persone qui dopo gli eventi”, afferma. Un Bed & Breakfast è un’altra misura del piano d’azione della fondazione “Quinten lebt”. Questa è attualmente alla ricerca di un gerente o di una famiglia e di un cuoco per un B&B con pernottamento. Il presidente Joel Schmid spera in una famiglia e tre posti di lavoro.

Altri tentativi di salvataggio

Iniziative simili al bonus per bambini e al B&B a Quinten sono già state attuate in altre località in Svizzera negli anni scorsi. Il villaggio vallesano di Albinen, ad esempio, cerca di attirare nuovi residenti con incentivi finanziari fino a 25’000 franchi a persona. La strategia sembra funzionare.

Nel villaggio grigionese di Vnà, una fondazione nel 2008 ha trasformato le case disabitate in un albergo diffuso. Lo stesso modello è stato in seguito adottato a Corippo, in Ticino.

Sempre nel cantone italofono a sud delle Alpi, ai Monti Scìaga si offrono nove case rustiche al prezzo simbolico di un franco ciascuna. A condizione che gli acquirenti si impegnino a ristrutturarle.

Il cordone ombelicale

Un altro progetto è un natante ad energia solare per un servizio taxi. Perché la dipendenza dalla compagnia di navigazione del Walensee causa problemi ad alcune persone del villaggio. Urs Giger, il chirurgo in visita a casa, ha già perso più volte l’aereo perché il battello è arrivato in ritardo a Murg. “Quello che non capisco è che hanno una concessione da parte dello Stato. Ma per me, che viaggio in treno, le coincidenze non vanno bene”.

Markus Scherrer, direttore della compagnia di navigazione del Lago di Walen, ribatte che il piano orario, introdotto nel 2015, è stato concepito appositamente per gli scolari. “A volte può capitare che ci sono molti passeggeri, che possono causare ritardi o addirittura necessitare due viaggi”. Il sindaco Erich Zoller dice persino: “Gli abitanti di Quinten ricevono un trattamento preferenziale sul battello. Beneficiano di condizioni più vantaggiose”.

Secondo Joel Schmid, il progetto del servizio taxi lacuale è già abbastanza avanzato. Una cosa è chiara: non dovrebbe in alcun modo essere in concorrenza con l’operatore di navigazione esistente. “Sarebbe un’offerta complementare. Anche la compagnia di navigazione del Walensee è integrata in questa nuova entità giuridica”, afferma Schmid.

A Marianne Giger piace il progetto. Ma c’è qualcosa che la disturba: l’orario ferroviario e quello dei battelli non sono ben coordinati, non ci sono le coincidenze.

Il comune

Ma perché la fondazione ha lanciato tutti questi progetti? “La politica ci lascia soli al nostro destino. Il comune politico non fa nulla”, sostiene Joel Schmid. Quinten è trascurato da chi si trova dall’altra parte del lago. Urs Giger rincara: “Qui a Quinten vivono, tra l’altro, le persone più potenti di tutto il comune in termini fiscali. Mi piacerebbe tanto sapere, qual è il flusso finanziario netto da laggiù. Per l’amministrazione comunale dall’altra parte del lago, qui è terra di nessuno”.

Il sindaco respinge le accuse e controbatte che si fa molto per Quinten. Egli menziona la distribuzione postale e lo smaltimento dei rifiuti. Inoltre, il comune ha costruito un bagno pubblico per i numerosi turisti. “E potrei citarle ancora molti altri punti…”, afferma Erich Zoller.

(Traduzione dal tedesco: Sonia Fenazzi)

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