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Aria e ambiente, prove di collaborazione

Zona transfrontaliera e inquinamento: primi passi di collaborazione insubrica swissinfo.ch

I problemi di inquinamento – che non conosce frontiere - e le conseguenze sulla salute, hanno spinto la Regio Insubrica a trovare nuove strategie.

Si tratterebbe di allargare ad una dimensione transfrontaliera le misure di lotta. I primi piccoli passi si stanno compiendo.

Quella avviata all’inizio del mese di luglio, è soprattutto una fase tecnica, nella misura in cui gli esperti del Canton Ticino e delle Province italiane interessate – Como, Varese, Verbano-Cusio-Ossola – mettono a confronto dati, statistiche, modalità di rilevamento.

Un percorso, quello avviato dalla Regio Insubrica, che altre realtà transfrontaliere – come la Regio Bodensee e la Regio Basiliensis – stanno già sperimentando, concretamente e con risultati soddisfacenti.

“Il lavoro di collaborazione tra Ticino e Province italiane – dichiara a swissinfo Marcello Bernardi, il direttore della Divisione Ambiente del Dipartimento del Territorio – è alle sue prime battute. Per ora siamo a livello di confronto, di scambio di informazioni”.

“Una tappa necessaria, se nella regione transfrontaliera si desidera costruire, mattone su mattone, l’edificio di una fattiva collaborazione in campo ambientale”. Perché le diversità, al di qua e al di là della frontiera, non mancano e non sono semplici dettagli.

Problemi comuni senza frontiere

Quando a Chiasso l’ozono raggiunge livelli di guardia, a Como e a Varese la situazione è del tutto simile.

Sono infatti pochi i chilometri che separano le due realtà frontaliere; il territorio è pertanto esposto ai medesimi problemi di inquinamento. Divergono, questo sì, le misure d’urgenza.

Oltre confine, infatti, per dare un po’ di tregua, si opta per la circolazione a targhe alterne o per le giornate senz’auto. Provvedimenti, questi, che il Canton Ticino non condivide. Perché non ritenuti veramente efficaci e perché non rientrano nelle opzioni di politica ambientale varate dalla Confederazione.

Sì invece, in caso di allarme ozono, all’introduzione del limite di velocità ad 80 km/h in autostrada. Una misura autorizzata dalla Confederazione e che il Ticino applicherà, in coordinamento con il Canton Grigioni, ogni qual volta il limite di guardia di 240 microgrammi per metro cubo sarà oltrepassato.

Occhio alla salute

Se è vero che sulle misure di lotta sarà necessario confrontare le rispettive esperienze – e tenere conto delle rispettive legislazioni – è altrettanto vero che l’impatto dello smog sulla salute dei cittadini e delle cittadine è lo stesso: dannoso.

Coinvolti al tavolo tecnico, è non è un caso, anche funzionari ed esperti attivi nel campo della salute pubblica: per il Ticino il Gruppo operativo salute e ambiente (GOSA), per l’Italia le Associazioni sanitarie locali (ASL).

Lo speciale gruppo di lavoro “Sanità e ambiente” – costituito l’altro giorno a Mezzana, nella sede svizzera della Regio Insubrica – avrà il compito di raccogliere i dati ambientali e loro modalità di rilevamento, i dati storici dei fenomeni legati all’inquinamento e allo stato di salute della popolazione, con riferimenti alle indagini epidemiologiche.

Sarà inoltre necessario, da un lato individuare modalità di informazione e sensibilizzazione della popolazione e, d’altro lato, proporre strategie e misure per contrastare i problemi legati all’inquinamento e alle sue conseguenze a livello sanitario.

Informazione, prima di tutto

I rappresentanti ticinesi e italiani si sono inoltre accordati nel creare un gruppo di lavoro ristretto – denominato “Gruppo tecnico comunicazione e informazione” – con compiti specifici.

Questi i settori interessati: canicola, radiazioni da ultravioletti, smog estivo, smog invernale, ambrosia, allergie, animali infestanti.

“Su suggerimento del Ticino – spiega ancora a swissinfo Marcello Bernardi – si è deciso di puntare innanzitutto su informazione, sensibilizzazione, prevenzione”.

“Un settore non solo importante perché rivolto direttamente alla popolazione. Ma anche perché è, ragionevolmente, l’unico che in questa primissima fase di collaborazione permette una sintesi comune”.

Per parlare di strategie e misure concrete è infatti troppo presto: ci sono molti aspetti, legati in modo particolare alle regole che determinano le possibilità di autonomia di province e regioni, che non devono essere sottovalutati. Discorso analogo per il Ticino nei rapporti con la Confederazione.

“A settembre – aggiunge Bernardi – sulla base dei primi confronti, tracceremo un primo bilancio. E cercheremo di definire delle priorità. Ma il futuro, nella lotta all’inquinamento nella zona di frontiera, è tutto da costruire”.

swissinfo, Françoise Gehring, Bellinzona

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Il Canton Ticino ha esaminato, sulla base di un rapporto di uno speciale gruppo di lavoro, l’introduzione dei cosiddetti “ecoincentivi”.

Intende presentare un messaggio al Gran Consiglio per giungere all’introduzione degli eco incentivi con il 2007.

La soluzione proposta prevede di applicare gli eco incentivi soltanto ai nuovi veicoli, secondo una formula che introduce un fattore di “bonus”, rispettivamente di “malus” a dipendenza del genere di veicolo acquistato.

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