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Arrampicandosi sull’albero… genealogico

Ronald Willemse ha imparato a decifrare le diverse calligrafie e a leggere il latino swissinfo.ch

Ronald Willemse ha ricostruito il passato partendo dalle fragili pagine di un registro matrimoniale vecchio di tre secoli, proveniente da un piccolo comune della Valle Verzasca (Ticino).

Buona parte della prima pagina è distrutta, divorata dai topi e danneggiata dall’umidità. Anche nelle pagine intatte – annota l’informatico olandese Willemse, esperto di recupero dati – vi sono diverse parti incomplete o indicazioni errate.

Durante il suo tempo libero, invece di riparare dischi rigidi danneggiati, Willemse preferisce ricostruire l’albero genealogico delle famiglie patrizie di Frasco e Sonogno, due villaggi della Valle Verzasca. Negli anni Sessanta, l’informatico si è infatti trasferito in Ticino e ha sposato una donna del posto.

«Uno dei casi su cui ho lavorato riguardava due gemelli: il prete aveva dimenticato di registrare il secondo, aggiungendo i dettagli soltanto alcuni mesi dopo la nascita. In un’altra situazione, era stata fatta confusione tra padrino, madrina e genitori reali: ci è voluto parecchio tempo per districare la matassa».

Nel 2004, Willemse ha inserito in Internet la banca dati concernente le due comunità. Attualmente, essa contiene 3’000 schede di famiglia (oltre 11’000 persone). In passato, prima di dedicarsi alle radici della moglie, l’informatico olandese aveva già elaborato il proprio albero genealogico.

Riempire il castello

Ben presto, Willemse si è reso conto che il Ticino – a differenza dell’Olanda – aveva fatto ben pochi progressi nella trascrizione e la digitalizzazione dei vecchi dati. Senza perdersi d’animo, ha deciso di raccogliere la sfida e di studiare la documentazione concernente le famiglie di Frasco e Sonogno.

«Dal momento che non esisteva ancora nulla di simile, ho scelto di non limitare le mie indagini agli antenati diretti di mia moglie, bensì – siccome sono molto piccoli – di occuparmi di entrambi i villaggi, mettendo a disposizione di altri eventuali interessati una documentazione di buona qualità».

Dallo studio genealogico, ritiene Willemse, è possibile imparare molto o nulla, a dipendenza dell’approccio. «Limitandosi ai nomi, alle date di nascita e di morte non si ricava alcuna informazione utile. È come costruire un castello con locali vuoti: la parte interessante è riempire le stanze vuote con il mobilio».

Paziente investigazione

In particolare, spiega Willemse, i dati essenziali di una persona possono essere completati con informazioni concernenti la professione, i legami o gli atti di proprietà. «Soltanto con questi ulteriori dati è possibile saperne di più».

Le approfondite ricerche dell’informatico olandese hanno inoltre permesso di conoscere meglio le difficili condizioni di vita nei villaggi alpini durante il XIX secolo.

Willemse ha per esempio riscostruito le vicissitudini di una cinquantina di emigranti ticinesi, partiti nel 1854 dal porto di Amburgo per andare a cercare fortuna nelle miniere d’oro australiane. La maggior parte di loro fallì nell’impresa, e tornò in Ticino uno o due anni più tardi, tentando poi di ottenere prestiti per riprovare l’avventura in California.

«Dai registri è possibile sapere chi ricevette un prestito e chi si trovava in Australia in quel periodo», spiega Willemse.

Mortalità infantile

I dati raccolti mostrano inoltre l’elevato tasso di mortalità infantile, un indicatore emblematico della povertà di quelle comunità.

I registri delle nascite, dei matrimoni e dei decessi costituiscono le fonti principali di Ronald Willemse, unitamente allo Status Animarum, il registro dei fedeli redatto dal prete locale in occasione delle visite vescovili.

Fino al 1735, i dati concernenti Frasco e Sonogno erano riuniti nel medesimo Status Animarum. In seguito alla divisione in due parrocchie distinte, anche i registri vennero separati.

Willemse ha pure consultato i documenti di Gordola, comune all’imbocco della Valle Verzasca: molti abitanti dei due villaggi vi si recavano con il loro gregge nell’ambito delle migrazioni stagionali.

«Alcuni di loro si sono sposati a Frasco, altri a Sonogno, altri ancora a Gordola, specialmente in inverno. I bambini nati a Gordola durante la permanenza dei genitori sono stati battezzati in quel comune. È quindi necessario considerare tutte le fonti per avere un quadro completo».

Per Willemse, aiutare le persone a ricostruire il loro passato è una grossa soddisfazione. «Penso che altre comunità ticinesi dovrebbero seguire questo cammino».

«Ho iniziato un lavoro che avrei voluto finire, pur sapendo che… non è mai possibile arrivare veramente alla fine».

swissinfo, Dale Bechtel a Sonogno e Frasco
(traduzione e adattamento, Andrea Clementi).

Sonogno è l’ultimo villaggio della Valle Verzasca, situato a 909 metri sul livello del mare. Attualmente, conta un’ottantina di abitanti.

Le famiglie patrizie di Sonogno sono: Cattori, Fratessa, Garatti, Genardini, Gianettoni, Macciantelli, Martella, Matasci, Pagnamenta, Patà, Pelucca, Perozzi, Pinana, Sonanini, Sonognini, Tamò.

Quelle di Frasco: Badasci, Bernardasci, Danini, Delubini, Dughi, Ferrasci, Ferrini, Franchini, Giottonini, Jop, Joppi, Joppini, Lanini, Lesnini, Marci.

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