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Asilo: il dilemma della Croce rossa

Secondo la CRS, combattere gli abusi non giustifica il non rispetto della dignità umana Keystone

Denunciare l'ennesimo irrigidimento delle condizioni d'asilo o continuare a mantenere il tradizionale riserbo sulle questioni politiche? La Croce rossa svizzera (CRS) di fronte a un bivio.

La CRS ha deciso di non dare nessuna indicazione di voto sulla revisione del diritto d’asilo del prossimo 24 settembre, ma di sensibilizzare comunque la popolazione.

«Siamo sempre stati critici nei confronti dell’evoluzione della politica d’asilo in Svizzera. La tendenza all’irrigidimento prosegue e vogliamo perciò presentare il nostro punto di vista in modo più visibile», ha spiegato mercoledì René Rhinow, presidente della Croce rossa svizzera (CRS).

In vista della votazione in programma il prossimo 24 settembre sulla revisione delle leggi sull’asilo e sugli stranieri, la CRS ha perciò deciso di lanciare una campagna di informazione allo scopo di sensibilizzare la popolazione sulle conseguenze definite nefaste dell’applicazione delle nuove norme.

Neutrali sì, silenziosi no

Tuttavia, seguendo il principio di neutralità che la caratterizza, l’organizzazione ha scelto di non dare nessuna indicazione di voto.

Per la sua campagna, la CRS ha previsto di pubblicare degli annunci sui principali giornali svizzeri per far conoscere i suoi argomenti di fondo. «Neutralità non vuol dire silenzio se il principio di umanità rischia di essere messo in pericolo», scrive l’organizzazione.

In ogni caso nessuna donazione sarà utilizzata per questa campagna, ha sottolineato Hans Beat Moser, responsabile della CRS.

Misure irrealistiche

Obbligare ad esempio i richiedenti l’asilo a presentare i documenti d’identità entro 48 ore dall’entrata sul territorio svizzero è semplicemente irrealistico, hanno spiegato diversi delegati cantonali, basandosi sulle loro esperienze.

Attualmente, i documenti presentati più di frequente sono dei certificati di nascita e delle patenti, ha indicato Annalis Knoepfel, direttrice della sezione zurighese della CRS. Con la nuova legge, questi documenti non saranno più accettati per stabilire l’identità

Il numero delle richieste sulle quali le autorità non entreranno in materia non potrà che aumentare, con il rischio che siano respinti anche dei veri rifugiati.

Un altro punto particolarmente controverso è la prevista esclusione dall’aiuto sociale di tutti quei richiedenti la cui domanda è stata respinta.

Una simile misura – ha sottolineato Annalis Knoepfel – colpirà anche delle persone particolarmente vulnerabili, come i malati o i minorenni, e le famiglie.

swissinfo e agenzie

Nel 2005, 10’061 persone hanno chiesto l’asilo in Svizzera.
Rispetto al 2004, la diminuzione è del 29,4%.
L’asilo politico è stato riconosciuto al 13,6% delle persone che ne hanno fatto richiesta.
Questa percentuale era del 9,2% nel 2004.

Approvate nel dicembre scorso dal parlamento, le proposte di revisione della legge federale sull’asilo e di quella sugli stranieri saranno sottoposte a votazione federale il prossimo 24 settembre.

La nuova legge sull’asilo sopprime l’aiuto sociale ai richiedenti respinti e raddoppia il periodo massimo di detenzione in attesa di un rinvio forzato (2 anni). L’ammissione per motivi umanitari viene inoltre esclusa. Più facili invece il ricongiungimento famigliare e l’accesso al mercato del lavoro in caso di ammissione provvisoria.

La nuova legge federale sugli stranieri privilegia i cittadini provenienti dall’UE, mentre limita l’immigrazione degli extracomunitari ai soli lavoratori qualificati. Le disposizioni per la concessione dei permessi di lavoro e per il ricongiungimento famigliare sono state inasprite.

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