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Assange: Ecuador, sì comunicazioni ma non faccia politica

Il governo dell'Ecuador ha diffuso un regolamento riguardante regime di visite, comunicazioni verso l'esterno via cellulare ed Internet, e cure mediche per l'attivista australiano Julian Assange. KEYSTONE/AP/FRANK AUGSTEIN sda-ats

(Keystone-ATS) Il governo dell’Ecuador ha diffuso un regolamento riguardante regime di visite, comunicazioni verso l’esterno via cellulare ed Internet, e cure mediche per l’attivista australiano Julian Assange, da sei anni esule politico nell’ambasciata dell’Ecuador a Londra.

Tra le altre misure disposte anche l’invito a tenere pulire il proprio bagno e ad accudire il gatto.

Il documento, denominato ‘Protocollo speciale di visite, comunicazioni e cure mediche per il signor Julian Paul Assange’, è stato reso pubblico ieri dal portale ecuadoriano Código Vidrio. WikiLeaks – via Twitter – ha sostenuto che nonostante l’annuncio di una eliminazione parziale dell’isolamento di cui soffre l’attivista, le misure specificate non sono state ancora attivate. Secondo le nuove norme Assange potrà utilizzare Internet a sue spese attraverso il wifi dell’ambasciata e dovrà astenersi da qualsiasi attività che abbia un contenuto politico.

Il memo, la cui autenticità non può essere al momento verificata, consta di nove pagine. E sembra confermare l’imposizione di condizioni d’asilo e restrizioni sempre più minuziose nei confronti dell’attivista australiano fondatore di Wikileaks, da tempo nel mirino delle autorità britanniche e soprattutto di quelle americane, furiose con lui fin dalla pubblicazione a partire dal 2010 di montagne d’imbarazzanti documenti top secret.

Proprio ieri Wikileaks aveva commentato con sollievo il ripristino della comunicazioni via Internet per Assange, deciso dall’Ecuador dopo 7 mesi di black-out, evidenziando tuttavia le persistenti limitazioni nei suoi confronti.

Limitazioni introdotte, con l’accusa d’aver violato l’impegno di non imbarazzare politicamente Quito, dopo la fine della presidenza nel Paese andino di Rafael Correa, l’uomo che ad Assange aveva offerto asilo, e l’ascesa di Lenin Moreno: più sensibile alle pressioni di Washington e dell’Occidente.

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