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Aumentare l’IVA per l’AI: indispensabile o tassa in più?

Ex-press

La necessità di rimediare alla disastrosa situazione finanziaria dell'AI è unanimemente riconosciuta. Per quasi tutti i partiti, le associazioni padronali, sindacali e di disabili il piano di risanamento in votazione è l'unica via percorribile. Per l'UDC, invece, comporta un balzello supplementare senza risolvere il problema.

La campagna in vista della votazione federale sul finanziamento aggiuntivo dell’AI mediante un aumento dell’imposta sul valore aggiunto (IVA) per sette anni è caratterizzata da una vasta coalizione a favore di questa proposta. Soltanto l’Unione democratica di centro (UDC, destra conservatrice), la Lega dei Ticinesi e l’Unione democratica federale (UDF, piccola formazione cristiana conservatrice) la combattono.

Il comitato apartitico “no all’8% di IVA” è composto quasi esclusivamente di rappresentanti di queste tre formazioni politiche. Sul fronte delle organizzazioni padronali, vi aderiscono l’Associazione svizzera dei mastri panettieri-pasticcieri e la federazione degli esercenti e albergatori Gastrosuisse.

Secondo questa alleanza, è nocivo aumentare l’IVA in piena recessione. Stando ai calcoli del comitato, i previsti innalzamenti delle aliquote dell’IVA farebbero perdere in totale ai consumatori svizzeri 1,2 miliardi di franchi di potere d’acquisto all’anno. Ciò metterebbe in gravi difficoltà le famiglie con basso e medio reddito e le piccole e medie aziende.

Un argomento contestato dai rappresentanti delle grandi organizzazioni economiche – economiesuisse, Unione svizzera degli imprenditori (USI) e Unione svizzera delle arti e mestieri (USAM) -, secondo le quali, questo rincaro limitato nel tempo è sopportabile. Ciò grazie al rinvio, deciso in giugno dal parlamento, dell’entrata in vigore dell’aumento al 2011, invece che nel 2010 come previsto inizialmente. Una posticipazione chiesta proprio dall’economia a causa della crisi.

Evitare nuovi oneri salariali

Questa soluzione consente di escludere definitivamente un prelievo supplementare sui salari, a carico dei dipendenti e dei datori di lavoro, sottolineano i rappresentanti delle organizzazioni economiche e dei partiti liberale radicale (PLR) e popolare democratico (PPD). La variante di un aumento degli oneri sociali – a loro avviso – costituirebbe un fardello pericoloso per l’intera economia svizzera.

Pur essendo tradizionalmente contrari all’IVA poiché colpisce tutti nella stessa misura indipendentemente dal reddito, anche socialisti, Verdi, evangelici e cristiano sociali – che si sono alleati nella campagna a sostegno del piano di risanamento – giudicano l’opzione scelta dal parlamento come il minore dei mali. Secondo i loro calcoli, questo innalzamento dell’IVA in media inciderebbe nella misura dello 0,16% del reddito e sarebbe dunque sopportabile.

Per i sostenitori del progetto in votazione, sarebbe invece impensabile coprire il deficit annuale dell’AI con misure di risparmio. In tal caso, sottolineano, si dovrebbero decurtare le rendite del 40%, costringendo gli invalidi a vivere con un reddito sotto la soglia della libertà. I fautori del sì, ricordano che nella 5a revisione dell’AI sono state ridotte le prestazioni e che con tali provvedimenti si è avviata una nuova evoluzione: l’abbassamento del numero di nuovi beneficiari.

Caccia agli abusi

Ma per l’UDC ciò non basta. I democentristi sostengono che a carico dell’AI ci sono molti “finti invalidi”. In particolare puntano l’indice sui beneficiari di rendite che soffrono di malattie psichiche e di sindromi dolorose “poco chiaramente definite”, il cui numero è esploso negli ultimi anni. L’UDC sostiene pure che vi sono moltissimi abusi fra coloro che percepiscono rendite AI all’estero. Spinge dunque perché si passi direttamente alla 6a revisione per introdurre misure che riducano drasticamente il numero dei beneficiari.

I sostenitori del finanziamento aggiuntivo replicano che il debito dell’AI cresce a un ritmo di quasi 1,5 miliardi di franchi all’anno generando interessi passivi dell’ordine di 400 milioni all’anno. Questi rimarrebbero anche se non fosse più versata nemmeno una rendita. Non si può dunque aspettare la fine dell’iter che richiede la 6a revisione per intervenire, prosciugando le liquidità dell’Assicurazione vecchiaia e superstiti (AVS), con la quale l’AI è legata in un unico fondo di compensazione. Se non si agisce, si rischia il tracollo di entrambe queste assicurazioni sociali, dalle quali dipendono oltre due milioni di persone.

Separazione del fondo AVS/AI ad altre condizioni

Quanto alla separazione del fondo di compensazione dell’AI da quello dell’AVS, l’UDC è d’accordo sul principio, ma non sulle condizioni previste dal piano di risanamento. È contraria al trasferimento di 5 miliardi di franchi dal fondo AVS a quello dell’AI per la costituzione del capitale iniziale di quest’ultimo. Un’operazione che l’UDC definisce “un saccheggio dell’AVS”.

I democentristi propongono invece che il fondo AI sia alimentato da un prestito di 5 miliardi che frutti interessi reali coperti dalla Confederazione e girati al fondo AVS. Inoltre, durante un periodo transitorio di cinque anni, sarebbero trasferiti ogni anno dalle finanze federali al fondo AI 600-800 milioni di franchi.

Sonia Fenazzi, swissinfo.ch

Il piano sottoposto a votazione federale prevede l’innalzamento differenziato dei tassi dell’IVA nel periodo 2011-2016 a titolo di finanziamento aggiuntivo transitorio dell’AI.

L’aliquota massima crescerebbe di 0,4 punti percentuali all’8%; il tasso ridotto per i beni di consumo passerebbe dal 2,4 al 2,5%; il tasso speciale per il settore alberghiero salirebbe di 0,2 punti al 3,8%.

La gestione finanziaria e patrimoniale dell’AVS, dell’AI e delle indennità di perdita e guadagno (IPG) attualmente è riunita in un unico fondo di compensazione.

Parallelamente al Decreto sul finanziamento aggiuntivo temporaneo dell’AI mediante l’aumento dell’IVA, il parlamento ha modificato le leggi e ne ha emanata una sul risanamento dell’AI per istituire, dal 1° gennaio 2011, un fondo di compensazione per quest’ultima, indipendente da quello dell’AVS.

Nel fondo AI sarebbero trasferiti 5 miliardi di franchi da quello attuale dell’AVS. Nei passivi del suo bilancio sarebbero riportate le perdite dell’AI al 31 dicembre 2010.

La creazione del fondo di compensazione AI è vincolata al finanziamento aggiuntivo dell’AI.

Nel 2008 percepivano una rendita AI 252’062 persone, pari al 5,2% della popolazione svizzera tra i 18 anni e l’età dell’AVS.

Secondo i dati pubblicati il 27 agosto 2009 dall’Ufficio federale delle assicurazioni sociali, nel primo anno di applicazione del sistema uniforme di lotta alle frodi ai danni dell’AI sono state avviate indagini su 2600 casi sospetti.

Gli accertamenti sono ora conclusi in 950 casi. In 150 di essi sono state riscontrate frodi.

In 20 casi di frode è stato chiesto il rimborso delle prestazioni, in 30 è stata sporta denuncia penale, negli altri si sta valutando il da farsi.

Il potenziale di risparmio della lotta alle frodi è stimato al massimo a circa 50 milioni di franchi l’anno.

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