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Autorizzati i progetti sperimentali di pedaggi stradali

Pagare per circolare in città potrebbe essere una delle soluzioni contro gli ingorghi Keystone

Il discusso sistema di «road pricing» potrà essere sottoposto a verifica in Svizzera: il governo ha infatti deciso di elaborare la necessaria base legale.

Città e agglomerati potranno testare il pedaggio stradale su base volontaria; un’eventuale introduzione definitiva necessiterà comunque dell’approvazione da parte del popolo.

Nelle città e negli agglomerati elvetici potranno essere introdotti, a titolo sperimentale, i pedaggi stradali («road pricing»). L’esecutivo ha infatti deciso venerdì di creare le basi giuridiche necessarie per l’introduzione dei progetti.

Il governo è convinto che i pedaggi stradali possano contribuire a risolvere i problemi di traffico nelle città e negli agglomerati, segnatamente laddove si registrano ingorghi e colonne.

Il parlamento dovrà tuttavia ancora approvare una legge per fissare l’importo e gli obiettivi del pedaggio, e definire quali utenti saranno assogettati. Per l’introduzione definitiva, l’ultima parola spetterà comunque alla popolazione e ai cantoni. Il Consiglio federale ha quindi deciso di procedere a tappe.

Via percorribile

Nella primavera del 2007 il governo ha approvato il rapporto del dipartimento federale dell’ambiente, dei trasporti, dell’energia e delle comunicazioni concernente la possibile introduzione del «road pricing» nella Confederazione.

Dal rapporto è risultato che i pedaggi costituiscono uno strumento efficace per risolvere i problemi di viabilità, ma che le disposizioni legali vigenti non ne consentono l’introduzione.

In un primo tempo, sarà dunque istituita una base giuridica per autorizzare gli esperimenti. Secondo l’ufficio federale di giustizia, è sufficiente emanare una legge federale a tempo determinato che definisca l’aliquota massima, l’oggetto della tassa e la categoria di contribuenti. I servizi del ministro dei trasporti Moritz Leuenberger stanno elaborando un disegno in tal senso.

Valutare le ricadute

Successivamente potranno svolgersi le prime verifiche pratiche. Le città e gli agglomerati interessati dovranno soddisfare determinate condizioni: definire il perimetro soggetto al «road pricing», coordinare il pedaggio con l’infrastruttura di trasporto e tener conto adeguatamente di eventuali ricadute sull’economia e l’ambiente. Tutti i dati saranno analizzati dal profilo scientifico.

Se il bilancio risulterà positivo, si passerà alla fase successiva che prevede la creazione di una base legale per l’introduzione definitiva del «road pricing». Questa eventuale nuova legge comporterà la modifica della Costituzione (articolo 82, capoverso 2) e dovrà dunque essere approvata dal popolo e dai cantoni.

Reazioni contrastanti

Alcune città svizzere – Basilea e Zurigo – hanno manifestato interesse in merito alla possibilità di sperimentare i pedaggi stradali: rappresentanti dei due centri urbani hanno accolto positivamente la proposta, aggiungendo che la fase sperimentale dovrebbe coinvolgere l’intero agglomerato.

Non sono tuttavia mancate risposte più scettiche: il sindaco di Losanna Daniel Brélaz ha sottolineato la necessità di considerare tutti i parametri, per evitare di causare ripercussioni economiche negative per il commercio nella zona del centro.

Analoghe critiche sono state formulate da numerose associazioni di commercianti e dalla Federazione stradale svizzera, che ha annunciato la sua opposizione di principio.

swissinfo e agenzie

Nel 1965, Sinagapore è stata la prima città del mondo a inserire una tassa per la circolazione nell’agglomerato urbano. Le aliquote variano in funzione del veicolo, del tragitto e dell’orario.

In Europa, il ruolo di pioniere spetta alla città norvegese di Bergen (1985), seguita (1990) da Oslo, Stavanger e Trondheim. A Stoccolma, la popolazione ha approvato un’analoga tassa nel 2007; in Inghilterra Durham (2002) e Londra (2003) hanno introdotto a loro volta il «road pricing». In Italia, questo tipo di pedaggio è riscosso a Bologna (dal 2006), mentre Milano intende varare un progetto nel 2008.

In virtù dell’articolo 82 cpv. 3 della Costituzione federale, l’utilizzazione delle strade pubbliche è esente da tasse. Questa disposizione costituzionale risale ai pedaggi sul transito di sentieri e ponti, ritenuti un ostacolo alla circolazione. Il principio dell’utilizzazione delle strade a titolo gratuito è stato inserito esplicitamente nella Costituzione solo nel 1958.

Sono ammesse eccezioni, se espressamente approvate dal parlamento. L’unica deroga finora decisa dal Parlamento riguarda il traforo del Gran San Bernardo (tra il Basso Vallese e la Valle d’Aosta). Nel 1985, il principio è stato comunque relativizzato dall’introduzione della vignetta autostradale e, in seguito, della tassa sul traffico pesante.

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