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Canone radio-tv: con un “sì” più soldi a media privati locali

(Keystone-ATS) Le radio e televisioni regionali riceveranno più soldi se il popolo accetterà la modifica della legge federale sulla radiotelevisione (LRTV) in votazione il prossimo 14 giugno.

Con un “sì” alle urne aumenterà infatti anche la parte del canone che viene impiegata per finanziare i programmi delle emittenti private. Lo hanno ribadito oggi a Berna vari rappresentanti dei media locali.

Le stazioni private ottengono attualmente il 4% degli 1,3 miliardi di franchi riscossi tramite il canone radiotelevisivo. In futuro questa percentuale potrebbe salire fino al 6% a seconda dei bisogni. Spetterà al Consiglio federale fissare la ripartizione dei soldi tra radio e televisioni. È quanto prevede la revisione della legge votata dal Parlamento.

La modifica della LRTV consentirebbe inoltre di ridistribuire ai media privati i 45 milioni di franchi riscossi in più del dovuto dal 2007. Le Camere federali hanno infatti deciso di investire questi soldi nell’incoraggiamento delle nuove tecnologie di diffusione e nella produzione televisiva digitale (75%), nonché nella formazione e nel perfezionamento dei giornalisti (25%).

Bisogni tecnologici e formazione

“La nuova legge è necessaria per il passaggio delle radio regionali alla piattaforma numerica di diffusione DAB+”, ha sottolineato il presidente dell’Associazione delle radio private svizzere, Jürg Bachmann. Un “no” alle urne minaccerebbe il servizio pubblico e la diversità mediatica, ha aggiunto André Moesch, presidente di Télésuisse, organizzazione che raggruppa le televisioni regionali private.

L’aiuto alla formazione dei giornalisti sarebbe benvenuto, perché concernerebbe un numero non trascurabile di dipendenti dei media privati. “Oggi questi ultimi impiegano circa 2000 persone,” ha rilevato Giulia Meier dell’Unione delle radio non commerciali Unikom. Per i canali televisivi privati potrebbero esserci altri miglioramenti, ad esempio i sottotitoli per le persone deboli d’udito.

“Non votiamo solo sulla SSR”

I rappresentanti dei media locali hanno pure tenuto a dissipare alcuni malintesi che sembrano affiorare con l’avvicinarsi della votazione. “Si parla molto della SSR, di Billag, del canone e del servizio pubblico in questi ultimi tempi. Ma il 14 giugno non voteremo pro o contro questi argomenti”, ha ricordato il presidente delle Radio regionali romande (RRR) Philippe Zahno.

La posta in gioco è ben più ampia: in caso di “no” alla nuova legge, la SSR e Billag non saranno indeboliti, perché il budget rimarrebbe lo stesso e la posizione della società di riscossione verrebbe “cementata”.

Qualora invece la revisione della LRTV e l’estensione del canone radio-tv venissero accolte, i controlli effettuati dalla Billag sarebbero cancellati. Inoltre il divario tra la SSR e i media regionali si restringerebbe, visto che a questi ultimi spetterebbe una percentuale più elevata del canone.

“Usam utilizza argomenti ingannevoli”

Secondo Zahno, l’Unione svizzera delle arti e mestieri (Usam), che ha lanciato il referendum contro la nuova legge, utilizza argomenti ingannevoli per tentare di convincere i cittadini: “affermare che il canone aumenterà di 1000 franchi è un’assurdità. Il conto finale per ogni famiglia sarà infatti meno salato (da 462 a 400 franchi ndr.)”, ha dichiarato.

A suo avviso è giusto discutere sul ruolo della SSR e sulla nozione di servizio pubblico, ma questi dibattiti non devono pregiudicare i “miglioramenti sostanziali” della LRTV.

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR

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