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Centesimo per il clima dal 1° ottobre

I carburanti fossili saranno sottoposti al centesimo climatico, e forse anche alla tassa sul CO2 Keystone

Destinato a ridurre le emissioni di CO2, il "centesimo climatico" sarà introdotto dal 1° ottobre e ammonterà a 1,5 centesimi per litro di carburante.

Per raggiungere gli obiettivi del protocollo di Kyoto, la Svizzera deve ridurre di 1,8 milioni di tonnellate l’anno le emissioni di CO2 nel periodo 2008-2012.

Gli obiettivi del protocollo di Kyoto prevedono per la Svizzera una riduzione del 10% di emissioni di CO2 entro il 2010, rispetto a quelle degli anni ’90.

Per incentivare questo obiettivo dal 1° ottobre sarà introdotto il cosiddetto centesimo climatico. Lo ha comunicato martedì il Dipartimento federale dell’ambiente, annunciando la firma di una convenzione.

La convenzione è stata negoziata negli ultimi tre mesi dal consigliere federale Moritz Leuenberger, i rappresentati dell’Ufficio federale dell’energia (UFE), dell’Ufficio federale dell’ambiente, delle foreste e del paesaggio (UFAFP) e la Fondazione «Centesimo per il clima», che riunisce l’Unione petrolifera svizzera, economiesuisse e il Touring Club Svizzero (TCS).

Già lo scorso mese di marzo il governo elvetico aveva votato in favore del «centesimo climatico» per i carburanti: il tasso sarà in un primo tempo di 1,5 centesimi per litro di benzina e diesel, poi oscillerà fra 1,3 e 1,9 centesimi.

100 milioni all’anno

La Fondazione avrà così a disposizione circa 100 milioni di franchi all’anno per finanziare progetti nazionali energetici e per acquistare certificati di emissione di C02 all’estero (documenti che danno diritto di emettere anidride carbonica in cambio di riduzioni conseguite in un altro paese).

Una riduzione di almeno 0,2 milioni di tonnellate di CO2 deve essere ottenuta con progetti in Svizzera. L’acquisto di certificati all’estero, secondo i principi del protocollo di Kyoto, sarà limitato a un massimo di 1,6 milioni di tonnellate di CO2.

Il protocollo di Kyoto è entrato in vigore il 16 febbraio 2005; il Parlamento svizzero lo aveva approvato nel 2003.

Un’idea delle associazioni automobilistiche

L’efficacia delle misure prese dalla Fondazione dovrà essere provata entro la metà del 2007, indica il comunicato.

L’idea di «centesimo per il clima» è stata lanciata dalle associazioni petrolifere e automobilistiche svizzere, che volevano evitare o perlomeno ritardare l’introduzione di una tassa sui carburanti, come previsto dalla legge sul CO2.

Nello scorso mese di marzo il governo ha optato per un compromesso, che prevede la riscossione di un «centesimo per il clima» per i carburanti e una tassa incitativi sui combustibili, quali l’olio da riscaldamento, i ragione di 9 centesimi per litro.

I proventi della tassa sui combustibili saranno ridistribuiti tra popolazione e economia. Un montante di 46 milioni di franchi sarà ad esempio versato in favore dei cittadini tramite una riduzione dei premi dell’assicurazione malattia.

swissinfo e agenzie

Il centesimo per il clima dovrà incentivare la riduzione delle emissioni di CO2, di 1,8 milioni di tonnellate all’anno dal 2008 al 2012.

Se il «centesimo per il clima» non dovesse bastare, sarebbe introdotta anche una tassa sui combustibili fossili.

Misure che oltre a favorire i progetti di riduzione di CO2 permetteranno di comprare, sul mercato internazionale, certifati che danno diritto all’emissione di anidride carbonica.

Il protocollo di Kyoto stabilisce per i paesi industrializzati degli obiettivi temporali a tappe, entro i quali devono ridurre le emissioni di gas ad effetto serra.

Se un paese non riesce a ridurre, può «comprare» un certificato sul mercato internazionale, che dà il diritto di emettere anidride carbonica in cambio di riduzioni conseguite in un altro paese.

Il «centesimo climatico» è una misura cui l’economia ha acconsentito liberamente. La Confederazione non esercita la sua influenza né sul livello di maggiorazione del prezzo, né sull’utilizzazione dei proventi.

Inoltre, potrebbe essere prelevata anche una tassa obbligatoria sul CO2 sui combustibili fossili.

In questo caso, i ricavi sarebbero ridistribuiti alla popolazione e all’economia.

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