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Chi era il padre della Croce Rossa?

Un operatore della Croce Rossa si accinge a distribuire secchi agli sfollati di Kibati nell'est della Repubblica Democratica del Congo Keystone

Henry Dunant viene spesso descritto come un santo filantropo idealista. Eppure la storia della sua vita è poco nota e ricca di contrasti. Centocinquant'anni fa, la battaglia di Solferino costituì una svolta per colui che poi fondò la Croce Rossa.

«Il suo nome è stato apposto a vie e piazze di mezzo mondo, ma in realtà sappiamo ben poco della sua vita,» dichiara Gerard A. Jäger, l’autore svizzero di una nuova biografia intitolata «Henry Dunant: l’homme qui inventa le droit humanitaire» (Henry Dunant: l’uomo che inventò il diritto umanitario).

Un personaggio dai molteplici volti

Il commediografo svizzero Michel Beretti, autore di una pièce sul fondatore della Croce Rossa, concorda: tracciare il profilo di Dunant è impresa ardua.

«Se lo si considera un santo, allora Henry Dunant fu un santo alquanto singolare dato che la sua personalità e la sua vita appaiono estremamente contraddittorie», puntualizza Beretti. «Insomma, esistono diversi Dunant.»

Jean Henry Dunant nasce a Ginevra l’8 maggio 1828 da una famiglia profondamente religiosa, con un forte spirito umanitario e uno spiccato senso civico.

Henry non è molto portato per lo studio e, visti i suoi voti scolastici mediocri, è costretto ad abbandonare il Collegio Calvino di Ginevra. Dopo qualche anno, intraprende un apprendistato presso una banca.

A 26 anni entra nel mondo degli affari quale rappresentante della Compagnia ginevrina delle colonie di Sétif in Nord Africa e Sicilia. In quel periodo, mette a punto un piano per arricchirsi e diventa presidente della Società finanziaria e industriale dei mulini di Mons Djémila in Algeria. Scopo della società: sfruttare una vasta porzione di territorio per produrre cereali.

Non riuscendo a ottenere i diritti di approvvigionamento idrico, decide di rivolgersi direttamente all’imperatore Napoleone III. L’idea è audace, tanto più che in quel momento Napoleone si trova al fronte impegnato a dirigere l’esercito francese che, al fianco delle armate italiane, tenta di scacciare gli austriaci dalla Penisola.

Lo shock di Solferino

Dunant, quindi, si mette in viaggio verso il quartier generale dell’imperatore francese situato nei pressi di Solferino, località a sud del Lago di Garda, dove per caso giunge all’indomani della celebre battaglia consumatasi il 24 giugno 1859.

Lo scontro tra l’alleanza franco-sarda e l’esercito austriaco per l’indipendenza dell’Italia è stato particolarmente cruento e lo scenario che si para dinanzi agli occhi dell’uomo d’affari ginevrino è terrificante: abbandonati sul campo di battaglia giacciono oltre 40’000 soldati morti o feriti.

Profondamente scosso dalla carneficina, con l’aiuto della popolazione locale Dunant organizza i primi soccorsi per alleviare le pene delle vittime.

«Per Dunant fu un vero e proprio shock che segnò profondamente la sua psiche e dal quale non si riprese mai», spiega Beretti.

Al suo rientro in Svizzera, scrive un libro sulla sua esperienza intitolato «Un ricordo di Solferino» in cui lancia l’idea di un’organizzazione di volontari preparati ad assistere i feriti di guerra. Il suo vuole essere un contributo alla creazione di un mondo più civilizzato e all’alleviamento delle sofferenze causate dalla guerra.

Il Comitato di Ginevra

Nel 1863, con le immagini della battaglia di Solferino ancora impresse nella mente, Dunant insieme ad altri quattro cittadini svizzeri crea un comitato che in seguito prenderà il nome di Comitato Internazionale della Croce Rossa (CICR).

Beretti sorride pensando a come è nato questo organismo.

«Le origini della Croce Rossa hanno dell’inverosimile» afferma. «Cinque signori che decidono di incontrarsi in un appartamento della città vecchia per fondare un’organizzazione internazionale: è semplicemente incredibile! Cose di questo genere possono accadere soltanto a Ginevra.»

Un anno più tardi, con il sostegno dei cinque membri fondatori del CICR, il Governo svizzero convoca una conferenza diplomatica alla quale partecipano i rappresentanti di 16 Paesi e che si conclude con l’adozione della prima Convenzione di Ginevra.

Il trattato pone limiti ai comportamenti sul campo di battaglia, sancendo il trattamento umanitario delle vittime e l’adozione di uno speciale emblema distintivo, ossia una croce rossa su sfondo bianco.

Il fallimento e l’esilio


Nella vita di Dunant, tuttavia, sta per accadere l’irrimediabile che lo porterà a vivere i successivi trent’anni in netto contrasto con la prima parte della sua esistenza.

I suoi affari in Algeria, infatti, vanno male, anche a causa del tempo eccessivo dedicato ai suoi progetti umanitari, e nell’aprile del 1867, il fallimento del Credito Ginevrino lo travolge senza lasciargli scampo.

Costretto a dichiarare bancarotta, il 17 agosto 1868 viene condannato dal tribunale civile di Ginevra che lo ritiene responsabile di aver coscientemente ingannato i sui collaboratori.

Dopo il tracollo finanziario, che coinvolge molti suoi amici ginevrini, Dunant viene messo al bando dalla società e, nel giro di pochi anni, si riduce a vivere come un mendicante.

«Fu allora che Gustave Moynier [cofondatore del CICR], nel timore che la bancarotta e la cattiva reputazione di Dunant a Ginevra potessero compromettere l’immagine della nuova Croce Rossa, lo allontanò dal Comitato», prosegue Jäger.

Nel 1875, profondamente amareggiato, Dunant lascia la sua città natale e dopo brevi soste in vari luoghi si trasferisce ad Heiden, un paesino del Canton Appenzello esterno.

«Fu un duro colpo per Dunant, convinto com’era della buona fede e della necessità del suo impegno umanitario», commenta Jäger.

Malato, nel 1892 viene ricoverato nella camera numero 12 dell’ospizio di Heiden dove trascorre gli ultimi 18 anni della sua esistenza.

«La gente lo credeva morto», spiega Jäger. «Durante quel periodo, il CICR continuò a lavorare e a crescere senza di lui.»

La riabilitazione

Ma la sua figura non è finita nel dimenticatoio. Nel 1985, il giornalista tedesco Georg Baumberger scrive un articolo su di lui che attira l’attenzione della stampa mondiale e lo catapulta nuovamente sotto i riflettori dell’opinione pubblica.

Nel 1901, viene insignito del primo Premio Nobel per la pace per il suo ruolo nella fondazione del Movimento Internazionale della Croce Rossa e per aver iniziato il processo che ha portato all’adozione della prima Convenzione di Ginevra.

Dunant muore il 30 ottobre 1910 e viene sepolto a Zurigo senza cerimonia.

Ma le congratulazioni ufficiali espresse dal CICR per l’ottenimento del Nobel preconizzano la definitiva riabilitazione della sua figura.

«Non c’è persona che meriti questo riconoscimento più di te che, quarant’anni or sono, dessi vita all’organizzazione internazionale che oggi presta soccorso alle vittime sui campi di battaglia. Senza di te, la Croce Rossa, la maggiore conquista umanitaria del XIX secolo, non avrebbe probabilmente mai visto la luce», recita il messaggio del CICR.

Senza Dunant, gli altri quattro fondatori della Croce Rossa non si sarebbero mai spinti così lontano, sottolinea Jäger.

«Grazie al suo dinamismo e alla sua ossessione, le cose accaddero molto più velocemente. Cinquant’anni più tardi, la Croce Rossa sarebbe verosimilmente sorta altrove; Dunant non fece altro che accelerare la storia.»

«Era un idealista, ma uno di quelli che vogliono concretizzare i propri ideali.»

Simon Bradley, swissinfo.ch
(traduzione e adattamento di Sandra Verzasconi Catalano)

Il Movimento si compone di tre organismi.

Fondato a Ginevra nel 1863 e attivo in tutto il mondo, il Comitato Internazionale della Croce Rossa (CICR) soccorre le vittime della guerra e della violenza interna, interviene come mediatore neutrale in caso di conflitto e promuove la conoscenza e il rispetto del diritto umanitario.

Il CICR ha il suo quartier generale a Ginevra e annovera oltre 12’000 collaboratori dislocati in 80 Paesi.

Le 186 Società Nazionali della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa costituiscono la spina dorsale del Movimento Internazionale. Ogni società nazionale è composta da volontari e da collaboratori che assicurano un ampio ventaglio di servizi, dal soccorso in caso di calamità naturali all’aiuto alle vittime della guerra, dalla formazione di pronto soccorso al ricongiungimento familiare.

Le società nazionali si riuniscono nella Federazione Internazionale delle Società della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa, costituita a Parigi nel 1919.

La federazione promuove le attività umanitarie condotte dalle società nazionali tra i più vulnerabili. Il suo obiettivo è prevenire e alleviare le sofferenze della popolazione attraverso il coordinamento dei soccorsi internazionali in caso di catastrofi e il sostegno allo sviluppo. Anch’essa ha sede a Ginevra e dirige un organico di 1’300 collaboratori sparsi in tutto il mondo.

Complessivamente, i collaboratori, i membri e i volontari della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa sono circa 100 milioni.

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