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CN: esami genetici, la legge va rafforzata

(Keystone-ATS) Gli assicuratori vita non devono accedere a test genetici realizzati precedentemente dai loro assicurati. Il Consiglio nazionale ha seguito oggi il Consiglio federale e la sinistra su questo punto della revisione di legge sugli esami genetici sull’essere umano (LEGU).

Nel corso del dibattito – durato quattro ore, a concluso con 117 voti contro 43 e 2 astenuti – tutti gli oratori sono stati concordi nell’affermare che la riforma della legislazione, che risale al 2007, è necessaria. I test genetici sono in continuo aumento, anche in ambiti non prettamente legati alla medicina, è stato sottolineato da più parti.

Per evitare abusi e garantire la protezione della personalità, la Camera del popolo ha alla fine adottato la revisione della LEGU con 175 voti contro 3 e 10 astenuti.

L’attuale legge disciplina le verifiche in ambito medico, in particolare l’accertamento di malattie ereditarie nonché i test di paternità. Le norme rivedute regolamenteranno invece anche gli esami genetici di caratteristiche non rilevanti dal punto di vista medico, allo scopo per esempio di individuare le attitudini sportive o di ottimizzare l’alimentazione, ha spiegato Géraldine Marchand (PPD/VS) a nome della commissione.

Divieto totale

Riconoscendo la necessità di meglio disciplinare questi test, la sinistra ha difeso in particolare la proposta del Consiglio federale di non trasmettere agli assicuratori i risultati delle analisi genetiche realizzate precedentemente.

Taluni pazienti potrebbero infatti rinunciare a degli esami temendo che risultati sfavorevoli siano rivelati alle loro assicurazioni, ha spiegato con successo Matthias Aebischer (PS/BE). Ad esempio, una persona con antecedenti di cancro nella sua famiglia eviterà di stipulare un’assicurazione per paura di dover pagare in maniera ingiusta premi più elevati o per timore di vedersi rifiutato il contratto.

Test prenatali

La sinistra, nonostante il sostegno del PPD, non è invece riuscita ad opporsi alle analisi genetiche prenatali prima della dodicesima settimana di gravidanza. Con 100 voti contro 85, il Consiglio nazionale ha deciso che tali analisi, per diagnosticare eventuali “bambini salvatori” destinati a donare tessuti a fratelli malati, potranno essere realizzate nelle prime dodici settimane.

Mathias Reynard (PS/VS) avrebbe voluto che gli esami prenatali – per determinare se il sangue del cordone ombelicale del feto possa essere trasferito a un genitore, un fratello o una sorella malata – venissero realizzati soltanto dopo dodici settimane di gravidanza.

La maggioranza di destra del Consiglio nazionale ha ritenuto che la legge consenta già di evitare tali derive. Essa stipula che il sesso dell’embrione non può essere comunicato prima della dodicesima settimana salvo se vi sia un pericolo per la salute del bebè legato al sesso.

Pubblicità autorizzate

I deputati hanno pure respinto – con 112 voti contro 68 e 3 astenuti – un’altra proposta di Reynard, con la quale si chiedeva che le analisi prenatali fossero effettuate soltanto in caso di grave minaccia per la salute dell’embrione o del feto.

Il Nazionale ha invece accettato – con 133 voti contro 56 e 2 astenuti – di autorizzare la pubblicità per i test genetici. Quest’ultima sarà vietata per quelli al di fuori dell’ambito medico e non dovrà essere rivolta a persone incapaci di discernimento, come per esempio i bambini.

Vi sono già controlli contro ogni forma di abuso e il limite tra ambito medico e non medico è chiaro, ha spiegato Géraldine Marchand. Quest’ultima è pure riuscita a convincere il plenum a respingere un’altra proposta della sinistra, che chiedeva che il consenso per analisi sensibili debba essere inoltrato per iscritto. Secondo la maggioranza, non è necessario appesantire ulteriormente la legge.

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