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Conferenza Internazionale Aids, riunirà 15mila esperti

La 22/ma Conferenza internazionale sull'AIDS si terrà da domani al 27 luglio ad Amsterdam. Immagine d'archivio. KEYSTONE/AP/NIRANJAN SHRESTHA sda-ats

(Keystone-ATS) Come affrontare le epidemie nei Paesi a rischio, l’accesso ai test di diagnosi, la diffusione dei farmaci generici contro l’Hiv.

Ma soprattutto il rallentamento nella lotta all’Aids che rischia di rendere irraggiungibili gli obiettivi fissati dalle Nazioni Unite per il 2020.

Sono alcuni dei temi che saranno al centro alla 22/ma Conferenza internazionale sull’AIDS che si terrà da domani al 27 luglio ad Amsterdam. La più grande conferenza in tema di salute a livello mondiale riunirà oltre 15.000 scienziati, attivisti, operatori sanitari, responsabili politici e leader globali. Tra gli ospiti è atteso anche il principe Harry, duca di Sussex.

Secondo gli ultimi dati diffusi da Programma congiunto dell’Onu sull’Hiv/Aids (Unaids), nel mondo 36,9 milioni di persone vivono con il virus Hiv e le nuove infezioni nel 2017 sono state 1,8 milioni, tra cui anche 180.000 bambini che hanno contratto l’infezione alla nascita.

Convocata la prima volta durante il picco dell’epidemia di AIDS nel 1985, la Conferenza internazionale continua a fornire un forum unico per l’incontro tra scienza, difesa e diritti umani.

Alla luce del rallentamento dei progressi fatti per sconfiggere la malattia, il tema principale sarà la necessità di tornare a spingere sull’acceleratore.

Le nuove infezioni sono in crescita in almeno 50 Paesi, in particolare in Europa orientale e Asia centrale, Medio Oriente e Nord Africa. In sintesi, il ritmo dei progressi per sconfiggere l’epidemia “non sta al passo con l’obiettivo” di raggiungere entro il 2020 il dato 90-90-90, cioè il 90% delle infezioni da Hiv diagnosticate, il 90% dei positivi all’Hiv in trattamento antiretrovirale, il 90% di queste ultime con carica virale soppressa.

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