Gli animali in politica funzionano quasi sempre. Perché la politica è legata alla capacità di attirare l’attenzione e dunque alla pubblicità. Anche in democrazia. Il maiale rosa o l’orangotango in via d’estinzione portano una dose di emozione nell’arena politica. Come molti altri animali.
Davanti al Museo olimpico di Losanna, due poliziotti trasportano un orango ferito. Ma cosa succede? In realtà si tratta di una protesta inscenata da Greenpeace per sensibilizzare l’opinione pubblica sulle conseguenze della deforestazione legata alla produzione di olio di palma, che sta uccidendo l’orangotango. Nei paraggi si svolge infatti l’assemblea degli azionisti di Nestlé.
La protesta avrebbe avuto lo stesso impatto se il dimostrante non si fosse trasvestito?
Dalle azioni delle ONG a quelle dei partiti politici, gli animali sono spesso utilizzati come vettore d’informazione, per rafforzare il messaggio e renderlo visibile nel tumulto mediatico. È una vecchia ricetta della comunicazione politica: gli animali, preferibilmente quelli carini, sono perfetti per parlare al cuore o alla pancia della gente.
(Immagini: Keystone, a meno che figuri un’altra fonte; Testo: Renat Künzi).
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