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Credit Suisse chiarisca su credito a Mozambico, organizzazione

Un'immagine simbolica mostra il logo di Credit Suisse apposto sulla facciata sede di Zurigo (foto d'archivio). KEYSTONE/ENNIO LEANZA sda-ats

(Keystone-ATS) Il Consiglio per la politica economica e sociale Contrappunto chiede delucidazioni a Credit Suisse in merito a crediti di complessivamente un miliardo di dollari al Mozambico, nel frattempo divenuto insolvente.

Nel 2013 Credit Suisse UK ha concluso assieme alla banca russa VTB un accordo con il paese africano per una serie di crediti di complessivamente oltre 2,2 miliardi di dollari, si legge nella lettera aperta firmata da una cinquantina di personalità del mondo scientifico, della politica e della cooperazione allo sviluppo pubblicata oggi dalla “Wochenzeitung”. L’istituto elvetico era coinvolto con 1,04 miliardi.

Le autorità del Mozambico hanno emesso una garanzia statale senza l’autorizzazione del parlamento e, secondo Contrappunto, tenendo segreti gli accordi nei confronti della popolazione e dei creditori internazionali. Per questa mancanza di trasparenza e perché pare che 900 milioni di dollari non sono stati utilizzati per lo scopo previsto ma per materiale bellico, quest’anno 14 paesi occidentali tra cui la Svizzera hanno sospeso i loro aiuti al paese dell’Africa australe. Anche il Fondo monetario internazionale, la Banca mondiale e la Banca africana per lo sviluppo hanno cessato i pagamenti.

A causa della garanzia statale l’indebitamento pubblico del Mozambico è salito del 20% e in ottobre il paese ha dichiarato insolvenza. La valuta locale ha perso la metà del suo valore. Una parte del credito globale era destinato a una società per la protezione delle coste e a una flotta peschereccia.

Sempre secondo la lettera aperta, in Svizzera l’Autorità federale di vigilanza sui mercati finanziari (FINMA) sta indagando da sette mesi sul ruolo di Credit Suisse e anche in Gran Bretagna è stata aperta un’inchiesta contro le due banche. Pure il Consiglio federale ha già dovuto rispondere a domande in merito.

Contrappunto vuole sapere in particolare da Credit Suisse se per il credito avesse concordato una chiara destinazione e se ciò escludesse l’acquisto di materiale da guerra, e più in generale se siano state rispettate le regole del buongoverno. Per il momento non è stato possibile ottenere un commento da parte della banca.

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