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Credit Suisse migliora nettamente stime Pil svizzero 2018

(Keystone-ATS) Gli economisti del Credit Suisse si attendono ora un aumento del prodotto interno lordo (Pil) del 2,7% nel 2018 in Svizzera: sono quindi più ottimisti di tre mesi fa, quando prospettavano ancora una progressione del 2,2%.

La forte crescita è tuttavia dovuta soprattutto a fattori favorevoli che non si ripeteranno nei prossimi anni.

Stando allo studio trimestrale “Monitor Svizzera”, da un lato quest’anno si svolgono particolarmente tanti eventi sportivi, da svariati campionati mondiali, inclusi quelli di calcio, ai Giochi olimpici estivi. Ciò ha comportato per le federazioni sportive internazionali, di cui molte hanno sede in Svizzera, un forte aumento degli introiti derivanti dalle licenze. D’altro canto l’indebolimento del franco ha anche favorito la crescita economica, con il sostegno fornito alle esportazioni.

Già l’anno prossimo questi due motori di crescita però mancheranno. Per tal motivo per il 2019 il Credit Suisse si attende “solo” una progressione del Pil dell’1,7% (come in giugno). Gli economisti della grande banca ritengono che l’anno prossimo le esportazioni (+3,5% nel 2019 contro +4,0% nel 2018) e gli investimenti in beni strumentali (+3,0% a fronte di un +4,0%) non aumenteranno più così marcatamente come quest’anno.

È pure atteso un incremento meno sensibile per gli investimenti nella costruzione (+0,5% dopo il +1,6% stimato per quest’anno) e per i consumi privati (+1,4% in entrambi gli anni). Per i salari gli esperti prospettano un aumento reale dello 0,3% nel 2019. Il tasso di disoccupazione dovrebbe intanto scendere al 2,6% quest’anno e al 2,3% il prossimo.

Il Credit Suisse rivede al rialzo anche la sua stima per l’inflazione nel 2018, che dovrebbe attestarsi all’1,0% contro il +0,8% previsto tre mesi or sono. Quasi la metà di questo incremento si spiega con il rincaro del petrolio, il resto su variazioni di prezzo in altri ambiti, spiegano gli esperti. Il livello dei prezzi per i servizi di telecomunicazione, ad esempio, si sono stabilizzati dopo anni di cali. Una tendenza simile si delinea anche nel settore dell’arredamento e dei casalinghi. Nel 2019 l’inflazione dovrebbe scendere al +0,7% (stima invariata) dopo il +1,0% (rivisto da +0,8%).

Gli economisti della grande banca hanno anche corretto la propria previsione sui tempi di un aumento dei tassi d’interesse da parte della Banca nazionale svizzera (BNS), a causa del franco tuttora forte: un primo passo non è più atteso “al più presto nella primavera 2019” ma ormai nell’autunno seguente. La BNS dovrebbe agire in maniera estremamente prudente in occasione della sua valutazione della situazione di politica monetaria, dopodomani, per non rischiare di rafforzare ulteriormente il franco, afferma il Credit Suisse.

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