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La Svizzera protagonista del nuovo gruppo di contatto UE-Nord Africa

Si chiama "gruppo di contatto" e consiste in un nuovo organismo multilaterale che coinvolge, per la prima volta, paesi europei e del Nord Africa, tutti protagonisti di quella tratta di migranti che negli ultimi anni ha causato centinaia di morti e infinite polemiche. Italia, Germania, Francia, Austria, Svizzera, Slovenia, Malta, Tunisia, Algeria e Libia, questo l'elenco degli Stati partecipanti alla prima due-giorni organizzata a Roma e chiusasi quest'oggi con una conferenza stampa.

Presente anche la ministra di giustizia e polizia svizzera, Simonetta Sommaruga, la quale ha visto favorevolmente l’iniziativa ma ha anche ribadito l’esistenza di almeno tre progetti riguardanti il tema dell’immigrazione: “Vogliamo collaborare con gli altri Paesi europei, siamo contenti di essere qui, ma è anche vero che siamo già attivi da questo punto di vista con delle politiche di protezione dei migranti, con percorsi di formazione su chi è impiegato alle frontiere e su programmi volti al rimpatrio volontario”. 

A ognuno le sue responabilità

“L’accordo di riammissione con l’Italia – ha proseguito la Sommaruga commentando le recenti polemiche sviluppatesi al confine – nell’ultimo anno ha funzionato bene, ma è anche vero che spesso emerge il tema della solidarietà. A questo proposito – ha svelato la Consigliera – ieri sera abbiamo partecipato a un incontro trilaterale con Germania e Italia al fine di allinearci ognuno sulle proprie responsabilità”.

“Il gruppo di contatto si riunirà ogni qual volta lo reputeremo necessario – ha invece spiegato il ministro degli Interni italiano, Marco Minniti – senza soffermarci troppo sugli aspetti burocratici: il prossimo meeting abbiamo intenzione di organizzarlo in Nord Africa”. A tal proposito, importante la presenza del premier libico Fayez Al-Sarraj, con cui l’Europa parteciperà al controllo delle acque libiche e dei confini a sud del paese. Il tutto, come ribadito dal ministro italiano, all’interno di una cornice di rispetto dei diritti umani. 

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