Prospettive svizzere in 10 lingue

CSt: armi semiautomatiche, necessario inasprimento

La consigliera federale Simonetta Sommaruga KEYSTONE/ALESSANDRO DELLA VALLE sda-ats

(Keystone-ATS) La nuova direttiva europea sulle armi, che mira a limitare la diffusione di quelle semiautomatiche, va trasposta nella legislazione elvetica. Non farlo significa mettere in serio pericolo la partecipazione della Svizzera allo spazio Schengen.

Ne è convinto il Consiglio degli Stati che stamane ha approvato i necessari adeguamenti alla pertinente legge per 34 voti a 6 e 5 astenuti.

La Camera dei Cantoni, rispetto alla soluzione adottata la scorsa sessione estiva dal Nazionale, ha tuttavia inserito alcuni inasprimenti eurocompatibili per non far fallire il progetto. L’arma di ordinanza continuerà tuttavia a non far parte delle armi vietate.

I correttivi si sono resi necessari perché alcune disposizioni adottate dal Nazionale sono contrarie alla nuove direttive europee, è stato ricordato più volte in aula, sia dalla Consigliera federale Simonetta Sommaruga sia da diversi “senatori”, alcuni dei quali hanno sottolineato l’importanza di giungere a un compromesso per non mettere in pericolo la partecipazione elvetica allo spazio Schengen.

Le disposizioni adottate dalla Camera dei cantoni, sulle quali dovrà ritornare a discutere il Nazionale, riguardano i caricatori e la tracciabilità degli elementi essenziali di un’arma.

Per quanto attiene ai caricatori, il plenum ha deciso che solo chi è autorizzato ad acquistare un’arma può anche procurarsi un caricatore di grande capacità. La direttiva Ue vuole che questo problema venga codificato. Attualmente i caricatori sono in vendita libera e il Nazionale vorrebbe lo status quo. Gli armaioli non dovrebbero però essere obbligati a redigere un inventario dei caricatori. In questo modo si riduce il carico amministrativo per i commercianti.

Circa la marcatura, i “senatori” hanno preferito il modello del Consiglio federale al posto della soluzione escogitata dal Nazionale. La direttiva Ue esige che le parti essenziali di un’arma da spalla, ossia l’alloggiamento della culatta, la culatta stessa e la canna, siano contrassegnate, e non solo una parte essenziale come deciso dalla Camera del popolo.

UDC scettica, per PS progetto modesto

Anche gli Stati, sebbene con meno enfasi, hanno riproposto le linee di frattura evidenziatesi al Consiglio nazionale, con l’UDC molto scettica sulla pertinenza e l’efficacia degli inasprimenti voluti dall’Ue dopo gli attentati terroristici di Parigi. Alex Kuprecht (UDC/SZ) ha messo in dubbio che le misure chieste dall’Ue faranno aumentare la sicurezza. Molti attentati sono stati compiuti mediante l’uso di automezzi e non armi e, per quanto attiene a queste ultime, i criminali possono sempre procurarsele al mercato nero o sul darknet (o rete scura).

La nuova direttiva Schengen, a suo parere, è un esempio pregnante di quello che accadrà se la Svizzera e l’Ue dovessero concludere un accordo istituzionale, ha messo in guardia il “senatore” svittese. Berna non potrebbe far altro che adeguare le proprie leggi a quanto deciso da Bruxelles. Kuprecht ha poi sostenuto che un “no” elvetico non pregiudicherebbe la partecipazione svizzera a Schengen e, in particolare, alla banca dati sui criminali, visto che quest’ultima viene alimentata anche da Berna, non solo con informazioni utili a tutti ma anche con svariate decine di milioni.

Diversa la musica da sinistra. Daniel Jositsch (PS/ZH) e Géraldine Savary (PS/VD) hanno sottolineato la modestia degli adattamenti cui è chiamata la Confederazione. Entrambi avrebbero voluto un giro di vite maggiore.

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR