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CSt: tassazione ordinaria anche per frontalieri

Martin Schmid (PLR/GR) ha parlato a nome della commissione. Keystone/ANTHONY ANEX sda-ats

(Keystone-ATS) In un prossimo futuro, anche i frontalieri potranno chiedere di essere tassati in via ordinaria come i lavoratori residenti, invece che alla fonte, godendo delle deduzioni del caso.

È quanto prevede la revisione dell’imposizione alla fonte del reddito da attività lucrativa accolta oggi dal Consiglio degli Stati per 39 voti senza opposizioni. Rispetto al Nazionale, i “senatori” hanno voluto tuttavia fare alcuni gesti in favore dell’autonomia dei cantoni.

Scopo della revisione è l’eliminazione delle disparità di trattamento tra le persone assoggettate all’imposta alla fonte e quelle che sottostanno alla procedura d’imposizione ordinaria. La necessità di una modifica legislativa è data da una sentenza del Tribunale federale del 26 gennaio 2010, secondo cui in determinati casi l’imposizione alla fonte viola l’Accordo sulla libera circolazione delle persone (ALC) concluso tra Berna e Bruxelles.

Il TF ha infatti ritenuto che i cosiddetti “quasi residenti” hanno diritto alle stesse deduzioni delle persone tassate in Svizzera in via ordinaria.

Tassazione ordinaria per tutti gli stranieri, se lo desiderano

Stando alla revisione legislativa, gli stranieri senza permesso di domicilio potrebbero essere tassati in via ordinaria se il loro reddito lordo supera un certo limite. Attualmente, sono imposti in via ordinaria solo quelli con un reddito o un patrimonio superiore a 120 mila franchi.

Tale possibilità verrebbe estesa anche a coloro che non sono residenti nella Confederazione, ma vi conseguono oltre il 90% dei loro redditi (i cosiddetti “quasi residenti”, frontalieri compresi). I frontalieri potrebbero così farsi tassare in via ordinaria, facendo valere anche le deduzioni del caso, come gli interessi ipotecari o le spese di trasporto.

A causa della mancanza di dati affidabili, le ripercussioni finanziarie della revisione non sono quantificabili. Il Consiglio federale afferma però che ci sarà un maggiore onere amministrativo legato alla tassazione. La riforma era stata criticata dal Canton Ticino, e da buona parte della Deputazione ticinese alle Camere federali, poiché avrebbe concesso ai frontalieri di farsi tassare in via ordinaria, godendo delle deduzioni concesse ai residenti.

Niente “corsetto” federale

Oggi i “senatori” hanno preso alcune decisioni che concernono direttamente il Ticino: in primis hanno stralciato dalla revisione una disposizione introdotta dal Nazionale, secondo cui il moltiplicatore comunale debba venir determinato sulla base di un metodo di calcolo federale (media ponderata).

In marzo, sotto l’impulso dell’allora relatrice della commissione Ada Marra (PS/VD), la Camera del popolo aveva voluto evitare “decisioni punitive”, come quella del canton Ticino di innalzare il moltiplicatore comunale per le imposte prelevate sui salari dei frontalieri dal 78% (media) al 100%. Il plenum l’aveva seguita e si era espresso a favore di questa soluzione – un “corsetto federale” l’avevo definita Ada Marra. Oggi, come detto, i “senatori” hanno stralciato – tacitamente – questa disposizione.

Soluzione federalista

Altra decisione che va nel senso dell’autonomia dei cantoni: contrariamente al Nazionale, con 33 voti contro 7, gli Stati non hanno voluto uniformare l’aliquota dell’imposizione alla fonte sotto forma di aliquota mensile. “Si tratta di rispettare il federalismo”, ha sottolineato Martin Schmid (PLR/GR) a nome della commissione.

“Diversi cantoni latini (FR, GE, TI, VD e VS, ndr.) hanno una tassazione annuale. Obbligarli a cambiare sistema, provocherebbe oneri supplementari, senza la certezza di ottenere vantaggi fiscali”, ha aggiunto Schmid.

Sulla stessa lunghezza d’onda il consigliere federale Ueli Maurer, per il quale “il 43% dei lavoratori interessati dalla disposizione sono tassati nei cinque cantoni latini. Si tratta di un’importante minoranza, di cui occorre tener conto”, ha sottolineato il ministro delle finanze.

Una minoranza di destra avrebbe voluto un’aliquota cantonale per tutti i cantoni. “Il mondo del lavoro cambia e diventa più mobile. In un futuro più o meno prossimo tali cantoni dovranno cambiare sistema”, ha spiegato invano Ruedi Noser (PLR/ZH).

Altre divergenze

Altra divergenza con il Nazionale: i “senatori” auspicano che la cosiddetta “provvigione di riscossione per il debitore della prestazione imponibile” non superi l’1% dell’ammontare complessivo dell’imposta alla fonte. In marzo, la Camera del popolo aveva optato per un massimo del 2%.

Infine, per quanto riguarda “la deduzione delle spese d’acquisto del reddito” accordata agli artisti, agli sportivi e ai conferenzieri, gli Stati hanno optato – con 25 voti a 15 – per un importo forfettario del 35% per gli artisti e del 20% per le altre categorie di persone. Il Nazionale aveva deciso per un importo forfettario del 50% rispettivamente del 20%.

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