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Grammy musicali in versione rossocrociata

Keystone

La Svizzera assegna per la prima volta gli Swiss Music Awards. Mercoledì sera a Zurigo saranno premiate le principali star nazionali ed internazionali.

L’evento offre l’occasione per fare il punto sull’industria musicale elvetica. Secondo il direttore dell’ente promozionale Swiss Music Export, il pop-rock Made in Switzerland è fiorente, ma necessita di una maggiore professionalizzazione.

Il Kaufleuten di Zurigo, uno dei club più noti del paese, si prepara a fare da cornice al primo Swiss Music Awards della storia. Accanto ai “vecchi leoni” della scena pop-rock elvetica – come i Gotthard o Stephan Eicher – tra le nomination figurano pure alcune nuove proposte (Greis, MiNa, Redwood), oltre ai grandi nomi della musica internazionale.

Per la sezione svizzera della Federazione internazionale dell’industria fonografica, organizzatrice della cerimonia, l’evento intende marcare il buon momento della musica elvetica: sempre più artisti si classificano infatti nelle prime posizioni delle hit parade.

Un successo confermato anche da Marc Ridet, direttore di Swiss Music Export, un’organizzazione che dal 2002 è attiva nella promozione dell’industria pop-rock contemporanea, dentro e fuori le frontiere.

swissinfo: Come molti paesi europei, anche la Svizzera dedica una serata agli oscar della musica. Un appuntamento di solo glamour oppure un evento necessario?

Marc Ridet: Trovo di grande interesse organizzare un avvenimento che ogni anno può radunare gli artisti e i professionisti dell’industria musicale. È però importante che questo appuntamento si concentri non soltanto sulle vendite in Svizzera di artisti stranieri, ma pure sulla produzione locale. Il pubblico deve essere consapevole che anche in Svizzera ci sono buoni musicisti.

Lo Swiss Music Awards dovrebbe inoltre essere l’occasione per mettere in evidenza il nostro multilinguismo. La premiazione dei Grammy negli Stati Uniti prevede ad esempio una categoria destinata alla canzone ispanica: anche in Svizzera bisognerebbe premiare separatamente il miglior album della regione germanofona, della Romandia e della Svizzera italiana.

swissinfo: Come valuta lo stato attuale dell’industria musicale elvetica?

M. R.: In generale c’è stato un netto calo delle vendite. Un andamento che rispecchia la tendenza mondiale. Paradossalmente, in Svizzera c’è però un numero considerevole di nuovi artisti – Sophie Hunger o Heidi Happy per citarne alcuni – che si sta facendo un nome, anche all’estero.

Per ciò che concerne la promozione della musica siamo al contrario ancora lacunosi. Credo che il problema si situi a livello politico: ogni cantone applica la sua politica, quando invece si dovrebbe seguire un unico programma federale. Il risultato è che non siamo coscienti dell’importanza che racchiude l’industria musicale, sia culturalmente, sia a livello di creazione di impieghi.

Un altro aspetto da migliorare è poi il modo di lavorare: ci vuole una maggiore professionalizzazione dei mestieri legati alla musica. In Svizzera non ci sono produttori professionisti e la maggior parte degli artisti è costretta ad auto finanziarsi. Sarebbe quindi opportuno aiutare i produttori, onde evitare che musicisti ambiziosi siano costretti ad andare in Germania o in Francia alla ricerca di un contratto.

swissinfo: Come si è evoluta la cultura musicale in Svizzera?

M. R.: I testi delle canzoni sono decisamente meno politicizzati rispetto al passato. Credo si tratti di un fenomeno di società diffuso un po’ ovunque in Europa. Forse con l’eccezione del rapper romando Stress, che in una canzone se l’è presa con l’ex ministro di giustizia Blocher, oggi si parla soprattutto di fatti personali o quotidiani.

Mentre il genere musicale evolve, diversi musicisti svizzeri tedeschi – e penso ad esempio a Polo Hofer o Züri West – continuano a cantare in dialetto. Altri hanno invece abbandonato questa “identità elvetica” in favore di testi in inglese.

Mi sorprende il fatto che la folta presenza straniera non si sia riflettuta nella musica. A differenza della musica reggae in Inghilterra o di quella nordafricana in Francia, in Svizzera c’è stata poca influenza dei ritmi “esotici” degli immigrati. Gli artisti più noti sono d’altronde spesso cittadini elvetici di lunga data.

swissinfo: Le ultime partecipazioni della Svizzera al concorso internazionale Eurosong sono state un fiasco. La musica elvetica piace soltanto… agli svizzeri?

M. R.: Non credo, anzi: il potenziale di esportazione della musica elvetica è decisamente alto. Lo dimostrano i successi ottenuti dai Gotthard o da DJ Bobo. Ci sono poi gruppi come gli Young Gods o i Celtic Frost, i quali sono delle referenze internazionali nel loro ambito musicale specifico.

Prima di avere successo all’estero è però essenziale farsi un nome in patria. Una visibilità alla quale devono contribuire anche i grandi avvenimenti musicali, di cui la Svizzera è ricca. Ben vengano quindi i festival come il Gurten di Berna o il Paléo di Nyon, che concedono uno spazio anche agli artisti di casa nostra. Questo è il modo migliore per crescere musicalmente e presentarsi a produttori e case discografiche.

swissinfo, Luigi Jorio

Miglior canzone svizzera: Baschi (Wenn das Gott wüsst), Stress (On n’a qu’une terre), Taxi (Campari soda).

Miglior canzone straniera: Nelly Furtado (Say it right), Rihanna feat. Jay-Z (Umbrella), Timbaland Pres. One Republic (Apologize).

Miglior album pop-rock svizzero: Baschi (Fürs Volk), Gotthard (Domino effect), Stephan Eicher (Eldorado).

Miglior album pop-rock straniero: Amy Winehouse (Back to black), Linkin Park (Minutes to midnight), Nelly Furtado (Loose).

Miglior album “Urban” svizzero: Gimma (Panzer), Seven (Home), Stress (Renaissance).

Miglior album “Urban” straniero: Alicia Keys (As I am), Joss Stone (Introducing Joss Stone), Kanye West (Graduation).

Nuove proposte svizzere: Greis, MiNa, Redwood.

Nuove proposte straniere: Amy Winehouse, Mika, Timbaland.

Miglior album “Dance” svizzero: DJ Antoine (Live in Moscow), Sir Colin (Retro), Tatana (Variété – The show).

Miglior video svizzero: Sektion Kuchikästli (Meh Verdiant), Seven (Wake up), Stress (Mais où).

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