Prospettive svizzere in 10 lingue

La Dichiarazione di Tunisi

La Tunisia è in una fase di transizione, così come la democrazia diretta in tutto il mondo.

Siamo tunisini. Siamo africani. Siamo europei. Siamo asiatici. Veniamo dalle Americhe. Veniamo da tutti i tipi di comunità, da ogni angolo del globo e da percorsi di vita diversi. Tra di noi ci sono studiosi, sindacalisti, giornalisti, attivisti, coordinatori di eventi, filantropi, rappresentanti politici, funzionari di uffici elettorali, leader di ong, avvocati, imprenditori, agricoltori, studenti, cittadini, ingegneri e disoccupati.

Ci siamo riuniti per quattro giorni presso il campus INAT dell’Università di Cartagine, a Tunisi, in Tunisia, per discutere di democrazia diretta, partecipazione e decentramento, in un forum libero e aperto, al quale è stato invitato il mondo intero. Quelli di noi che sono venuti da altri luoghi sono rimasti colpiti nel conoscere nel dettaglio i successi della rivoluzione e i progressi che la Tunisia ha conseguito. Ci è anche stato ricordato che i tunisini hanno ancora tanta strada da fare nel loro viaggio per una democrazia migliore.

Ma non è lo stesso per tutti noi?

Noi crediamo che questo sia un cammino condiviso nel quale noi accompagniamo le nostre società non solo dalla dittatura alla democrazia, ma anche dalla democrazia a una vera democrazia partecipata. Sappiamo che la democrazia rappresentativa, sebbene essenziale, non sia di per sé sufficiente. Siamo in una fase di transizione che va da una bassa affluenza alle urne a nuove e robuste forme di partecipazione che ci danno più potere, ma noi chiediamo di più.

Siamo convinti che lo sviluppo della democrazia richieda il decentramento del potere. E sappiamo che il decentramento è così impegnativo che la partecipazione deve essere più di un obiettivo a sé stante. A tutti i livelli, la partecipazione deve essere essa stessa parte del processo di decentramento. E per far sì che ciò diventi realtà, abbiamo bisogno di migliori strumenti di partecipazione e una migliore valutazione di come la democrazia diretta e gli altri strumenti di partecipazione funzionano.

La partecipazione richiede più delle parole proclamate in una costituzione o nelle disposizioni di legge. Richiede un’infrastruttura di supporto – libertà, trasparenza (in particolare per contrastare la corruzione), spazi sicuri (anche on line), mezzi di informazione indipendenti, movimenti sociali vigorosi, risorse economiche e organizzazioni della società civile – che permetta alle persone di connettersi tra di loro e per far sentire la loro voce. Siamo incoraggiati dagli articoli sulla partecipazione nella costituzione tunisina e dalle esperienze di bilancio partecipativo nelle città tunisine, ma c’è ancora molto da fare.

Partecipazione significa che le decisioni economiche, sia che riguardino gli accordi commerciali globali o i piccoli servizi di gestione dei rifiuti urbani, si basano sulla democrazia, non sul denaro. Partecipazione e democrazia richiedono uguaglianza per tutti e leadership da parte di tutti, soprattutto in riferimento a coloro che sono stati esclusi nel passato, in particolare i giovani e le donne. E’ arrivato il tempo per le donne di governare la democrazia.

Dobbiamo essere chiari: rifiutiamo con tutto il cuore l’idea che la democrazia sia un vestito che si adatta solo a determinate persone, società o fedi. La democrazia è una vestito elastici che può adattarsi a tutti noi.

Ci sono persone che hanno detto che la democrazia non può attecchire nel mondo arabo. Ma noi siamo qui in Tunisia, la prima democrazia del mondo arabo. Ci sono persone che dicono che la democrazia e l’Islam non sono compatibili. Ma qui, ancora una volta, siamo in Tunisia. E abbiamo sentito che i principi islamici non hanno bisogno di essere in contraddizione con la democrazia, e viceversa.

La democrazia diretta non dovrebbe avere un’unica casa. Speriamo e preghiamo per il giorno in cui la democrazia si trovi ovunque dove si formano le comunità. La democrazia deve essere un diritto e una responsabilità di ogni individuo, chiunque esso sia, qualunque sia la sua condizione economica o sociale.

Annunciamo questa dichiarazione, la Dichiarazione di Tunisi, il 17 maggio 2015, e accogliamo con favore i suggerimenti, le correzioni e i contributi del mondo.

In conformità con gli standard di JTI

Altri sviluppi: SWI swissinfo.ch certificato dalla Journalism Trust Initiative

Potete trovare una panoramica delle discussioni in corso con i nostri giornalisti Potete trovare una panoramica delle discussioni in corso con i nostri giornalisti qui.

Se volete iniziare una discussione su un argomento sollevato in questo articolo o volete segnalare errori fattuali, inviateci un'e-mail all'indirizzo italian@swissinfo.ch.

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR