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L’iniziativa per l’autodeterminazione è un bene o un male per la democrazia?

Il prossimo 25 novembre il popolo svizzero sarà chiamato a decidere sul primato o meno della Costituzione federale rispetto al diritto internazionale. I fautori sostengono di voler rafforzare la democrazia, mentre i contrari temono un indebolimento dei diritti dell’uomo. Due tesi a confronto.

Il professore di diritto economico e consigliere nazionale Hans-Ueli VogtCollegamento esterno è considerato il padre dell’iniziativa popolare “Il diritto svizzero anziché giudici stranieri (iniziativa per l’autodeterminazione)”. In sostanza vuole difendere la volontà del popolo svizzero, poiché il diritto internazionale metterebbe sempre più in forse l’attuazione delle decisioni sovrane.

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Hans-Ueli Vogt è professore di diritto privato e commerciale all’università di Zurigo, avvocato e consigliere nazionale per l’Unione democratica di centro (UDC). Screenshot / Swissinfo

Nel 2014 Andrea HuberCollegamento esterno ha lanciato una campagna informativa volta ad impedire l’accettazione dell’iniziativa popolare “Il diritto svizzero anziché giudici stranieri”. Da allora lavora come direttrice di Fattore DCollegamento esterno, l‘”associazione apartitica per il no all’iniziativa autolesionista”.

L’”iniziativa per l’autodeterminazione” dell’Unione democratica di centro (UDC) esige che il diritto costituzionale elvetico prevalga sui trattati internazionali (vedi riquadro). Governo, Parlamento e partiti politici (eccezion fatta per l’UDC) respingono l’iniziativa. Anche in seno alla società civile si è creata una forte alleanza per il no.

swissinfo.ch: Signor Vogt, democrazia diretta e diritto internazionale sono inconciliabili?

Hans-Ueli Vogt: La democrazia diretta e il diritto internazionale non sono affatto inconciliabili. Ne sono una conferma i trattati internazionali cui il popolo ha detto direttamente o indirettamente sì. I cittadini elvetici vogliono che la Svizzera si assoggetti al diritto internazionale in quanto membro della comunità di stati e ciò non è affatto messo in discussione dall’iniziativa per l’autodeterminazione.

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swissinfo.ch: Signora Huber, perché sostiene che in Svizzera non si potrebbero più far valere i diritti dell’uomo e le libertà fondamentali mentre invece siamo tutelati dai trattati permanenti dell’ONU?

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Andrea Huber ha studiato scienze politiche, diritto e scienze della comunicazione all’università di Berna. Ha lavorato come responsabile della comunicazione della scuola universitaria professionale di Berna ed è stata co-direttrice di Amnesty International Svizzera. In seguito ha avviato un’attività professionale indipendente come esperta di diritti umani e comunicazione e ha lanciato la campagna Fattore di protezione D. Screenshot Swissinfo

Andrea Huber: Sarebbe interessante sapere cosa pensa Hans-Ueli Vogt dell’ipotesi che il Tribunale federale debba ripiegare sui trattati dell’ONU per impedire una violazione delle libertà fondamentali in Svizzera. Il Tribunale federale l’ha ripetuto più volte: nella nostra Costituzione garantiamo la protezione delle libertà fondamentali anche invocando la Convenzione europea dei diritti umani (CEDU). Questa iniziativa ci priva dell’ancora di salvataggio rappresentata dalla CEDU, che di fatto non sarebbe più applicata visto che in futuro il Tribunale federale non potrebbe più appellarvisi per tutelarci da leggi che violano le libertà fondamentali. 

Hans-Ueli Vogt: Questo è sbagliato. E sono convinto che nel frattempo anche la maggior parte degli oppositori all’iniziativa per l’autodeterminazione lo sappia. È invece corretto affermare che nei casi in cui vi siano contraddizioni tra il diritto costituzionale e la CEDU, il Tribunale federale dovrà ripiegare sul diritto interno. Facciamo un esempio: se i giudici di Strasburgo dovessero interpretare la CEDU sentenziando la libertà di costruire minareti allora noi – e questo è lo scopo dell’iniziativa per l’autodeterminazione – esigiamo che questa interpretazione della libertà di religione non valga per la Svizzera, perché il popolo ha deciso che qui da noi costruire minareti non è permesso. 

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​​​​​​​Andrea Huber: Trovo inaudito che anche per questa votazione giochi la carta degli stranieri! Non si tratta di minareti ed espulsioni, bensì del disabile in carrozzina che viene discriminato in Svizzera. Si tratta dei diritti di tutti. Ognuno di noi potrebbe aver bisogno della protezione di Strasburgo.

Hans-Ueli Vogt: La Corte europea dei diritti dell’uomo si atteggia sempre più a legislatore d’Europa, snaturando le libertà di voto dei cittadini svizzeri. La sentenza del Tribunale federale del 2012Collegamento esterno ne è la prova: allora tre giudici federali avevano stravolto l’ordine costituzionale. Nel suo rapporto al Parlamento il Consiglio federale aveva ribadito ancora nel 2010 che le iniziative popolari accettate in votazione e in contrasto con il diritto internazionale non cogente devono essere applicate. Ha inoltre sottolineato che sottoporre le iniziative al popolo, ma non applicarle, sarebbe un grave abuso del nostro sistema politico.

Andrea Huber: Ricordo che già dal 1999 esiste una Prassi del Tribunale federale, secondo cui vige il primato della salvaguardia dei diritti dell’uomo. Che ci sia stata una svolta nel 2012 non è altro che una diceria.

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Andrea Huber: In quello che lei continua a definire “colpo di stato” il Tribunale federale ha agito esattamente come volevamo noi, e con noi intendo 120 organizzazioni di difesa dei diritti umani: ha salvaguardato le libertà fondamentali. E nel farlo deve potersi appellare alla Convenzione europea dei diritti dell’uomo. Le libertà fondamentali non sono infatti iscritte nel nostro testo fondamentale con inchiostro indelebile, come pretende invece l’UDC. Con l’accettazione alle urne di un’iniziativa popolare la maggioranza degli aventi diritto di voto può infatti indebolire le libertà fondamentali di una minoranza oppure il Parlamento può legiferare in disaccordo con i diritti dell’uomo. Siccome non abbiamo una giurisdizione costituzionale il Tribunale federale non può riferirsi direttamente alla Costituzione per garantire l’osservanza delle libertà fondamentali – può invece invocare la Convenzione europea dei diritti dell’uomo. Una tutela di cui non possiamo fare a meno.

Hans-Ueli Vogt: Se vogliamo parlare di diritti dell’uomo – e anch’io, se permette, mi considero un loro difensore, tanto per intenderci – ribadisco che anche la partecipazione dei cittadini ne fa parte. E secondo me lei se ne dimentica un po‘ troppo spesso. Lei vorrebbe incanalare il diritto di voto nell’orbita dei trattati internazionali e così facendo, glielo posso garantire, la globalizzazione ci trascinerà al punto di poter votare sul colore dei chioschi delle caldarroste, e nient’altro.

swissinfo.ch: Signor Vogt, concretamente quali trattati andrebbero rinegoziati o denunciati se l’iniziativa per l’autodeterminazione venisse accettate? Stiamo parlando anche della CEDU?

Hans-Ueli Vogt: Attualmente un solo trattato è in contraddizione con la Costituzione e si tratta dell’Accordo sulla libera circolazione delle persone. Ma la questione sarà sottoposta al popolo con l’iniziativa per la denuncia dei trattati, per cui ora come ora non ci sono contratti da rescindere. Nel suo messaggio anche il Consiglio federale ha asserito che non è possibile denunciare la CEDU sulla base dell’iniziativa per l’autodeterminazione.

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Andrea Huber: Come giurista sa sicuramente che quando un contratto non è più applicato gli si contravviene. Ora la questione non è di sapere se denunciare o meno la CEDU. In ogni modo verrebbe violata e non potrebbe più essere applicata. Lei stesso mi aveva confermato che le sentenze di Strasburgo non avrebbero più avuto carattere vincolate…

Hans-Ueli Vogt: Se contraddicono alle norme costituzionali!

Andrea Huber: Esattamente. E come giurista sa che in tal modo si viola il trattato. Sinora soltanto la Russia adotta una decisione di Strasburgo unicamente dopo il benestare della propria corte costituzionale. Trovo tremendamente deplorevole e preoccupante che un partito svizzero prenda esempio dalla Russia e affermi di applicare la Convenzione europea dei diritti dell’uomo così come gli pare. Così facendo si lanciano segnali sbagliati in tutto il mondo e si sostiene l’autocrazia in tutta Europa.

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​​​​​​​Andrea Huber: In Svizzera abbiamo avuto decine di migliaia di cosiddetti “internati amministrativi”, persone collocate in istituti senza processo, ad esempio a causa di “condotta sregolata”, ci sono state sterilizzazioni coatte, adozioni forzate… Una prassi interrotta nel 1981 grazie alla Convenzione europea dei diritti dell’uomo. A Strasburgo non si occupano di cani randagi, signor Vogt, ma di vite umane. Abbiamo assolutamente bisogno di questa Corte.

swissinfo.ch: Signor Vogt, perché nell’art. 190 della Costituzione federale non ha stabilito che nel singolo caso fa stato il diritto costituzionale e non il diritto internazionale o federale? In questo modo siamo ai piedi della scala.

Hans-Ueli Vogt: Con l’iniziativa per l’autodeterminazione non vogliamo dare il via a una giurisdizione costituzionale, ma muoverci all’interno del sistema politico attuale. In altre parole: i giudici e le autorità amministrative del nostro Paese devono applicare le leggi federali e i trattati internazionali i cui decreti d’approvazione sono stati sottoposti a referendum anche se risultano contrari alla Costituzione. È la conseguenza logica dell’assenza di una giurisdizione costituzionale in Svizzera, una decisione politica che io sostengo pienamente. L’iniziativa per l’autodeterminazione non intende affatto modificare questa decisione di principio, tra l’altro suffragata a varie riprese dal Parlamento.

swissinfo.ch: Signora Huber, la campagna lanciata dagli oppositori ha un tono sorprendentemente populista. Come mai vi siete serviti degli stessi mezzi che altrimenti si rimproverano all’UDC?

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Andrea Huber: Con il cavallo di troia volevamo smascherare la vera natura di questa iniziativa, vale a dire un attacco dissimulato alla nostra democrazia. Se venisse accettata l‘iniziativa assisteremmo ad un indebolimento dei diritti delle minoranze, delle libertà fondamentali e della divisione dei poteri. In questa votazione la posta in gioco è talmente importante che non ci limiteremo a sorridere gentilmente, ma veicoleremo il nostro messaggio con toni forti e chiari per la difesa dei diritti dell’uomo – per tutti i cittadini di questo Paese.

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cavallo di troia in legno

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Il mondo alla rovescia della campagna sull’autodeterminazione

Questo contenuto è stato pubblicato al La campagna in vista della votazione del 25 novembre sull’iniziativa “per l’autodeterminazione” ha imboccato strade inabituali. L’Unione democratica di centro (UDC) difende la sua proposta con cartelloni sobri, che contrastano con le immagini provocatorie che hanno contrassegnato per anni la comunicazione politica del partito.   Sui manifesti una persona regge un cartello su cui si…

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Iniziativa popolare federale ‘Il diritto svizzero anziché giudici stranieri (Iniziativa per l’autodeterminazione)’

L’iniziativa per l’autodeterminazioneLink esternoCollegamento esternodell’UDC prevede diversi cambiamenti. Eccone alcuni:

  • La Costituzione federale è esplicitamente la più alta fonte del diritto svizzero.
  • La Costituzione svizzera è al di sopra del diritto internazionale e prevale su di esso, ad eccezione delle disposizioni imperative del diritto internazionale (ad es. divieto di tortura, schiavitù o offensive belliche).
  • La Svizzera non può assumere obblighi di diritto internazionale contrari alla Costituzione.
  • In caso di conflitto tra la Costituzione e il diritto internazionale, la Svizzera modifica o pone fine ai trattati internazionali. Anche in questo caso, ad eccezione del diritto internazionale imperativo che rimane intoccabile.
  • Per i tribunali, solo i trattati internazionali sottoposti a referendum in Svizzera saranno normativi.

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