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Per il diritto dei bambini di fare rumore

RDB

Ascoltare i più piccoli mentre giocano può essere a volte piacevole. In Svizzera, dove un residente su sei deplora livelli acustici troppo elevati, il rumore dei bambini è però regolarmente oggetto di lamentele. Una questione che ha iniziato a farsi strada anche in politica.

La Germania ha modificato lo scorso anno la legge per permettere ai bambini di fare rumore, mettendo così fine a una serie di denunce contro i parchi giochi e gli asili nido. L’associazione dei professionisti dell’infanzia e della gioventù del canton Zurigo Okaj chiede ora che la Svizzera faccia altrettanto.

Nel corso di una conferenza nel novembre 2012, ha lanciato un appello per evitare che il rumore dei bambini venga limitato per legge. «In quanto professionisti implicati nel lavoro con i giovani e con i bambini, vorremmo che gli spazi pubblici fossero considerati spazi educativi», afferma a swissinfo.ch Ivica Petrusic, membro di Okaj.

«Questi spazi sono essenziali per lo sviluppo dei bambini e dei giovani. È lì che imparano come funziona la società, come comportarsi e dove si situano i limiti», sottolinea.

Ivica Petrusic e i suoi colleghi si sono così detti che era giunto il momento di fare qualcosa per frenare la crescente intolleranza. «I conflitti sullo spazio pubblico sono sempre considerati in modo estremamente negativo. A pagarne le conseguenze sono soprattutto bambini e giovani: sono allontanati oppure si vedono imporre dei coprifuoco da parte della autorità».

Sono diversi i comuni a vietare ai minori di 16 o di 14 anni di uscire durante le ore serali. Tra questi vi sono Kehrsatz e Interlaken nel canton Berna, Zurzach nel canton Argovia e la città di Bienne.

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Niente calcio nel fine settimana

Due membri del parlamento cantonale di Zurigo, Philipp Kutter del Partito popolare democratico e Johannes Zollinger del Partito evangelico, hanno recentemente chiesto al governo se il gioco dei bambini è sufficientemente protetto.

«Bambini e adolescenti sono cacciati via dallo spazio pubblico e allontanati dai loro luoghi di incontro o di svago», deplorano i due deputati nella loro interpellanza. «I bambini sono sempre più limitati nelle loro attività ricreative. I parchi giochi sono chiusi alla sera e vengono adottate misure per vietare o limitare la possibilità di giocare a calcio nei luoghi di svago».

I due politici fanno in particolare riferimento al recente caso di Wädenswil, nel canton Zurigo. Dando seguito alla richiesta degli abitanti, la giustizia ha stabilito che durante i fine settimana le porte di calcio presenti nella cortile della scuola vanno incatenate, così da impedire ai bambini di giocare vicino alle abitazioni circostanti.

Secondo il governo zurighese, non è però possibile modificare la situazione attuale. La legislazione federale sulla protezione contro il rumore, si è giustificato il governo in una risposta scritta, concerne infatti anche i luoghi d’incontro dei giovani e i parchi giochi. Non sono quindi previste eccezioni a livello cantonale.

Per Ivica Petrusic, l’intera discussione è segnata da una contraddizione. «Da una parte incoraggiamo i bambini ad avere uno stile di vita sano e ad essere più attivi per combattere l’obesità. Dall’altra, gli adulti pongono dei limiti» alle attività fisiche svolte all’esterno.

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Più vicini e intolleranti

Con la fine dell’inverno, molte persone approfittano della bella stagione per riprendere le attività all’esterno. Negli uffici delle amministrazioni cantonali, i funzionari addetti all’ambiente si preparano dal canto loro a ricevere valanghe di reclami a causa del rumore. Tra i più ricorrenti vi sono quelli concernenti i bambini, rileva Markus Chastonay dell’associazione Cercle Bruit, che riunisce gli esperti cantonali in materia di protezione contro li rumore.

«In passato era soprattutto il rumore dell’industria a essere problematico. Oggigiorno, le tensioni si sono invece spostate nelle zone residenziali. L’altopiano svizzero è diventato una specie di grande agglomerazione: viviamo sempre più vicini e la gente è sempre più intollerante», afferma Markus Chastonay, impiegato presso il dipartimento dell’ambiente di Soletta.

Stefan Ritz, rappresentante della gioventù di Dübendorf, nella periferia di Zurigo, ha affermato in una recente intervista al quotidiano Tages Anzeiger che la costruzione di nuovi parchi giochi è diventata «praticamente impossibile».

«La gente fa di tutto per bloccarli. Spesso non manifesta alcuna comprensione», ha detto Ritz. Per risolvere il problema, Dübendorf ha acquistato un bus che fa da parco giochi mobile durante l’estate.

Secondo la legge federale sulla protezione dell’ambiente, il disturbo provocato dai parchi giochi va limitato in ogni modo. Non c’è tuttavia nessuna norma che fissa un limite di tolleranza. Al momento di un litigio, le decisioni sono quindi prese caso per caso.

Il rumore generato da installazioni quali i parchi per bambini, le chiese o i luoghi di raccolta del vetro è regolamentato dalla Legge sulla protezione dell’ambiente e dall’Ordinanza contro l’inquinamento fonico.

Non vengono tuttavia fissate soglie massime di rumore. Solamente il traffico aereo, ferroviario e stradale, così come l’industria e i poligoni di tiro sono sottoposti a limiti.

Per tutte le altre installazioni, la regola vuole che non devono causare eccessivo disturbo per la popolazione. In caso di litigio, le decisioni sono prese caso per caso.

L’articolo 684 del Codice civile protegge il vicinato dagli eccessi acustici. Anche qui, si decide caso per caso se il rumore è effettivamente dannoso o fastidioso.

Alcuni comuni hanno introdotto dei momenti detti “di tranquillità”. Durante queste ore (solitamente di notte o durante la pausa pranzo) la protezione contro il rumore viene rafforzata.

(Fonte: Larm.ch)

Rispetto reciproco

Membro dell’organizzazione di terapia famigliare Familylab, Caroline Märki-von Zeerleder ritiene che il problema abbia origine nel divario generazionale. «È risaputo: i bambini sono rumorosi quando giocano, mentre numerosi anziani preferiscono la pace e la tranquillità. Entrambe le cose sono legittime, ma incompatibili. L’unico modo di trovare una soluzione è attraverso il dialogo e il rispetto reciproco».

Un dialogo che tuttavia non è abbastanza frequente, aggiunge Caroline Märki-von Zeerleder. È soprattutto tra gli anziani che la collaboratrice di Familylab ha notato una certa reticenza al compromesso. «Sono più vecchi e quindi ritengono di avere una certa autorità. I bambini non devono fare altro che ubbidire. Un modo di pensare che si scontra però con la nuova generazione».

Alcune vicende finiscono sulle prime pagine dei giornali locali, come quella della piccola scuola Montessori di Zugo, che ha dovuto congelare i suoi piani di espansione a causa delle lamentele del vicinato. La maggior parte dei litigi quotidiani non hanno comunque riscontro nell’opinione pubblica

Il detto dell’ex presidente tedesco Horst Köhler “Kinderlärm ist Zukunftsmusik“ (il rumore dei bambini è la musica del futuro) sembra convincere sempre meno persone in Svizzera.

Uno studio realizzato nel 2010 su scala nazionale ha evidenziato che:

420’000 persone lavoravano in prossimità di fonti acustiche fastidiose.

600’000 appartamenti erano fortemente esposti al rumore.

1,3 milioni di persone erano esposte a livelli nocivi di rumore.

L’inquinamento acustico è stato classificato tra i principali problemi ambientali in Svizzera.

(Fonte: Istituto di studio dei materiali Empa).

Traduzione dall’inglese di Luigi Jorio

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