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Condannato l’ex finanziere svizzero Dieter Behring

Il procedimento penale a carico di Dieter Behring è durato 12 anni. Keystone/Ti-Press

Il Tribunale penale federale ha condannato l’ex finanziere svizzero Dieter Behring a una pena detentiva di 5 anni e 6 mesi per i reati di truffa per mestiere e di riciclaggio di denaro. Il sistema piramidale messo in piedi da Behring è stato all'origine di uno dei più grandi scandali finanziari degli ultimi anni in Svizzera. 

Dieter Behring è stato condannato per aver truffato 2’000 investitori per un totale di 800 milioni di franchi tra il 1998 e il 2004. La sentenza odierna fa seguito a un procedimento durato ben 12 anni. 

Il processo si era tenuto al Tribunale penale federaleCollegamento esterno (TPF) di Bellinzona dal 30 maggio al 30 giugno scorsi. Il pubblico ministero Tobias Kauer aveva chiesto 6 anni e 9 mesi di reclusione, mentre la difesa aveva insistito per un’archiviazione del caso o alternativamente per il proscioglimento dell’imputato.

Nella sua requisitoria, Tobias Kauer aveva rilevato che tutti gli indizi convergono nell’indicare che il “sistema Behring”, con promesse di rendite a due cifre, era un sistema truffaldino piramidale – come il collaudato “schema Ponzi” – che fa guadagnare i primi arrivati per lasciare a mani vuote tutti quelli che seguono.

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Il procuratore ha giustificato la lunghezza del procedimento adducendo la complessità del caso e il comportamento «ostruttivo» dell’imputato. La difesa ha invece denunciato una violazione del principio di celerità da parte del Ministero pubblico della Confederazione (MPC).

Un sistema piramidale incontrollato

Alla fine degli anni ’90, Dieter Behring si vantava di aver decifrato il “codice genetico” dei mercati finanziari. A quei tempi, Behring veniva visto da molti come un guru della borsa, in grado di fare ciò che riesce solo a pochi: ottenere redditi annuali a due cifre piazzando dei capitali sui mercati finanziari. Migliaia di clienti avevano riposto la loro fiducia nel finanziere basilese, che prometteva di realizzare redditi elevati grazie ad un programma elettronico “superiore al mercato”.

In realtà aveva però impiegato i soldi depositati dai suoi clienti per coprire i buchi finanziari prodotti dal suo sistema, una sorta di sistema piramidale «non controllato, arbitrario e contrario al dovere», come è stato definito da Tobias Kauer.

Arrestato nell’ottobre 2004, Behring era stato rilasciato a fine aprile 2005. Nel marzo 2007 era stato di nuovo arrestato, per essere poi liberato dopo il pagamento di una cauzione di un milione di franchi in contanti. Il passaporto gli era stato confiscato.

In origine dieci persone erano nel mirino degli inquirenti. Nel 2012 la Procura federale ha però deciso di concentrare le sue attenzioni sul solo Behring, emettendo decreti di abbandono nei confronti degli altri nove coimputati.

Una decisione vigorosamente contestata dalla difesa durante il processo. L’avvocato Bruno Steiner ha espresso il sospetto che il TPF e l’MPC, per facilitarsi il compito, avessero trovato un’intesa per portare avanti il procedimento penale solo nei confronti di Behring, lasciando invece cadere quelli avviati contro le altre nove persone implicate.

Denunciato il procuratore

La sentenza odierna è ben lungi da chiudere il caso. Un ricorso al Tribunale federale, la più alta istanza giuridica della Svizzera, appare più che probabile.

Inoltre, durante il processo, Behring e i suoi avvocati hanno utilizzato tutti i mezzi a loro disposizione per prolungare il procedimento, con una raffica di richieste di ricusazione e denunce penali contro i magistrati coinvolti. Per i reati economici come quelli a carico del basilese subentra la prescrizione dopo 15 anni.

Il procuratore generale della Confederazione Michael Lauber – che ha deposto come teste e ha negato che contro i coimputati fossero già bell’e pronti atti d’accusa – è stato denunciato per falsa testimonianza. Con il suo vice Ruedi Montanari e il procuratore federale Tobias Kauer, Lauber è inoltre accusato dalla difesa di Behring di abuso di autorità e sviamento della giustizia.

L’Autorità di vigilanza sul Ministero pubblico della Confederazione ha designato un procuratore straordinario per esaminare le denunce, il magistrato sangallese Thomas Hansjakob. Ma Behring ha presentato un’istanza di ricusazione anche contro di lui, della quale dovrà occuparsi la Camera dei reclami penali del TPF.

Non è tutto. La difesa di Behring ha denunciato anche il presidente del TPF Daniel Kipfer Fasciati, da essa sospettato di violazione del segreto d’ufficio, abuso d’autorità, falsità in atti formati da pubblici ufficiali o funzionari e tentato favoreggiamento. Fasciati ha presieduto la corte di tre giudici che ha condotto il processo contro Behring.

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