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L’Accademia della Crusca sceglie due professori svizzeri

Villa medicea di Castello a Firenze, sede dell'Accademia. Wikipedia - Avemundi

Un riconoscimento per gli studi e le ricerche sulla lingua italiana. L’Accademia della Crusca, massima istituzione linguistica in Italia, ha nominato “accademici corrispondenti esteri” due professori ticinesi: Ottavio Lurati e Bruno Moretti. Un incarico prestigioso, conferma del profondo legame tra l’italiano e la Svizzera. 

L’Accademia della CruscaCollegamento esterno fondata nel 1583 a Firenze – ha nominato cinque nuovi accademici a cui è andato l’incarico di “corrispondenti esteri”. Si tratta di studiosi e ricercatori, non italiani, che alla lingua di Dante dedicano quotidianamente la loro attività, i cui contributi sono riconosciuti non soltanto nell’ambito universitario, ma anche in quello sociale. Nell’ultima sessione di nomine la scelta è ricaduta su ben due ticinesi: Ottavio Lurati e Bruno Moretti. I loro nomi vanno ad aggiungersi a quello di Sandro Bianconi, accademico corrispondente straniero dal 2013. Originario della Svizzera è anche Hermann W. Haller, accademico straniero emerito, nato ad Aarau (Cantone Argovia) vive negli Stati Uniti, dove è professore ordinario di lingua e letteratura italiana presso il Queens College e il Graduate Center della City University di New York.

La Svizzera, un laboratorio di scambio culturale.

Il rapporto tra la Confederazione elvetica e la prestigiosa istituzione di Firenze è da sempre speciale. “La Svizzera – spiega a Swissinfo.ch Claudio Marazzini, presidente dell’Accademia della Crusca – per le caratteristiche proprie della sua natura plurilingue, per la varietà delle sue tradizioni e per la coesistenza tra cattolicesimo e protestantesimo, è sempre stata un singolare laboratorio adatto a verificare i fenomeni di scambio culturale, di mediazione, di equilibrio democratico”. L’unicità Svizzera si riflette anche sulla lingua. “Il cittadino svizzero – prosegue Marazzini – è sempre stato disposto ad acquisire lingue nuove, ad apprezzarle, a farne uso volentieri”.

Una “settimana speciale” per l’italiano.

Uno dei due nuovi accademici è Bruno Moretti, professore ordinario di linguistica italiana presso l’Università di Berna e co-direttore dell’Istituto di lingua e letteratura Italiana all’interno dell’ateneo della capitale elvetica. “Dal punto di vista svizzero – spiega il professor Moretti – le nomine di due nuovi corrispondenti svizzeri rappresentano a loro volta un chiaro segnale di riconoscimento per la nostra realtà”. Moretti dal 1995 dirige l’Osservatorio linguistico della Svizzera italiana (OLSI) di Bellinzona, istituito dal Canton Ticino per la salvaguardia e promozione della lingua e della cultura italiana.

Le nomine di due nuovi corrispondenti svizzeri rappresentano un chiaro segnale di riconoscimento per la realtà italofona elvetica.

I suoi studi seguono due direzioni: “Una parte importante delle mie ricerche – prosegue il professore ticinese – si è concentrata sulla situazione e sulle caratteristiche della lingua italiana in Svizzera, un’altra parte sulle tendenze in atto nella lingua italiana in generale”. Tra le sue ricerche spicca Curriculum minimo di italiano, concluso nel 2008, che ha permesso di sviluppare un corso intensivo di italiano di breve durata nella forma di “settimana speciale”. Ha preso parte a opere collettive, curando le voci “Multilinguismo” e “Svizzera, italiano di” nell’Enciclopedia della lingua italiana (Utet, 2011).

Il ruolo degli accademici esteri svizzeri

L’altro accademico estero è Ottavio Lurati, a lungo professore emerito di Linguistica italiana nell’Università di Basilea. Nel 2003 gli è stato assegnato il Premio Galileo per la divulgazione scientifica. Le sue ricerche spaziano dall’etimologia e la lessicologia ai neologismi, fino all’onomastica e alla toponomastica, con particolare attenzione all’utilizzo dell’italiano nelle culture popolari a cavallo tra Ticino e Lombardia. Un perfetto esempio è il recente volume Nomi di luoghi e di famiglie e i loro perché. Lombardia, Svizzera italiana, Piemonte (Macchione, 2011).

Dal punto di vista operativo, i corrispondenti stranieri vengono coinvolti in determinati casi. “La mia presenza a Firenze – spiega a il professore locarnese Sandro Bianconi, accademico dal 2013 – è legata a eventi dell’Accademia, in cui sono coinvolto come relatore o per i quali ho un interesse particolare: conferenze, seminari, ricorrenze”. Tra questi spicca il convegno La romanistica svizzera del primo Novecento e l’Italia, di cui è stato l’ideatore e dove è stata fondamentale la cooperazione. “Ho chiesto finanziamenti al Consiglio direttivo dell’Accademica della Crusca e al Dipartimento dell’educazione, della cultura e dello sport del Cantone Ticino”, conclude il professor Bianconi.  

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