Prospettive svizzere in 10 lingue

Il panorama politico svizzero come una spina elettrica trifase

Sullo sfondo a sinistra il Palazzo federale a Berna, sulla destra Claude Longchamp a mezzo busto
Per il politologo Claude Longchamp, gli schieramenti del centro non esercitano più alcuna attrattiva sull'elettorato. swissinfo.ch

"Polarizzazione" è la parola chiave quando si analizzano le elezioni in Svizzera. Nel panorama elvetico dei partiti si sta assistendo a un cambiamento; si sta passando da una bipolarizzazione a una tripolarizzazione. Inoltre i partiti non si rafforzano se cercano di convogliare su di sé il voto degli indecisi che si muovono tra i tre poli, bensì se creano un proprio polo per mobilitare nuovi elettori.  

​​​​​​​

I risultati conseguiti dai vari partiti nelle elezioni cantonali durante l’attuale legislatura sono un sismografo abbastanza affidabile di quanto accadrà nelle prossime elezioni a livello nazionale nell’ottobre 2019. Stando all’ultimo quadro d’insieme, il Partito liberale radicale (PLR), il Partito socialista (PS) e il Partito ecologista svizzero (I Verdi) si avvicinano all’appuntamento alle urne con il vento in poppa, mentre il Partito borghese democratico (PBD), il Partito popolare democratico (PPD) e l’Unione democratica di centro (UDC) sono in perdita di consensi. Dal canto suo, il Partito verde liberale (PVL) è stabile. 

L’autore

Claude Longchamp è uno tra i politologi e analisti più stimati ed esperti della Svizzera.

Ha fondato l’Istituto di ricerca gfs.bern, che ha diretto fino al suo pensionamento e di cui è attualmente il presidente del Consiglio di amministrazione. Per trent’anni Longchamp ha analizzato e commentato le votazioni e le elezioni per la radiotelevisione di lingua tedesca SRF.

Per swissinfo.ch e per la sua piattaforma sulla democrazia, Longchamp scrive ogni mese un testo sulle elezioni federali 2019.

La mia tesi per le elezioni 2019 è la seguente: il centro non esercita più alcuna attrattiva sull’elettorato. E così oggi non si parla più di forza “centripeta”, bensì di forza “centrifuga”. Anche il presidente della Confederazione Alain Berset sostiene che sta emergendo una democrazia fatta di molteplici tendenze divergenti. 

Negli ultimi anni, le elezioni nazionali hanno avuto pressoché lo stesso effetto sull’elettorato: la partecipazione al voto è aumentata, i poli si sono rafforzati, mentre il centro tradizionale si è indebolito. Per i partiti, la mobilitazione di possibili elettori è diventata fondamentale, ancora di più degli appelli rivolti agli indecisi a partecipare al voto o del panachage, ossia della possibilità data al votante di dare la sua preferenza a candidati non appartenenti alla lista del proprio partito. 

Il panorama partitico tripolare della Svizzera è costituto da tre campi:

·       il campo nazional-conservatore è dominato dall’UDC

·       il campo della sinistra appartiene al PS e ai Verdi

·       il campo nuovo, quello della destra liberale, è in mano al PLR. 

In Svizzera non è invece emerso un polo social-conservatore. Gli elettori che nutrono una certa simpatia per questo orientamento, si recano raramente alle urne e se lo fanno, danno il loro voto ai candidati di UDC, PS o dei Verdi, ma quasi mai a quelli del PPD. 

È una situazione che possiamo descrivere con una semplice immagine: l’ampio ventaglio dei partiti in Svizzera si sta trasformando in una specie di spina elettrica trifase. 

A questo proposito è sintomatica la presenza sempre più diffusa di sezioni giovanili dei partiti nel panorama politico elvetico. Alcune hanno contribuito al successo di rivendicazioni che il partito credeva non potessero essere soddisfatte. È stata la sezione giovanile dell’UDC a fare da apripista con le sue posizioni radicali in materia di politica di asilo. In seguito è scesa in campo la gioventù socialista, sezione che attualmente si batte in favore di una politica della ridistribuzione della ricchezza con la sua iniziativa 99%. E ora anche i giovani liberali cercano di attirare su di sé l’attenzione degli elettori con la proposta di innalzare l’età di pensionamento.

“Il radicalismo è infatti il programma della prossima generazione e i nuovi media sono la sua arma.”

A loro dobbiamo l’allargamento del ventaglio politico in Svizzera. Alle sezioni giovanili non interessano i compromessi trovati nell’ambito del processo volto a creare una volontà politica né le decisioni prese dai gruppi parlamentari. Il radicalismo è infatti il programma delle prossime generazioni e i nuovi media sono la loro arma. Con quale obiettivo? Attrarre nuovi elettori differenziandosi dalle politiche consolidate. 

Lo scontro politico delle forze emergenti ruota intorno alla definizione dello Stato e all’impiego delle finanze pubbliche. I concetti economici liberali mettono in discussione l’economia di Stato. E c’è battaglia anche sui programmi di risparmio, sull’armamento militare e sulla politica sociale. 

A uscire perdente da questa lotta è la volontà di trovare a un consenso. A questo proposito sono emblematici gli ultimi due anni. Nel 2016 ha vinto la sinistra con il suo referendum contro la riforma dell’imposizione delle imprese. Nel 2017 la destra liberale si è presa la rivincita affossando la riforma della previdenza per la vecchiaia. In un contesto simile, per il centro è difficile farsi notare come forza capace di mediare tra le parti. 

Altri sviluppi

Il PPD, il PBD e i PVL avrebbero dovuto costituire il «nuovo centro» in Svizzera. Invece il loro proposito è fallito nel 2011. Il vuoto lasciato al centro è sempre più visibile. Il PLR ha scelto un’altra strategia; nel 2011 ha lasciato il centro per spostarsi verso destra. Ora domina da solo il polo della destra liberale. I tre vecchi compagni, nervosi a causa della difficile posizione in cui si trovano, tentano di distinguersi dai tre poli: 

·       il PPD con un accentuato orientamento sociale conservatore e moderato;

·       il PBD con una politica più conservatrice, anche se basata su valori liberali;

·       e il PVL con un eco-liberismo. 

Al momento, la situazione è piuttosto sfavorevole al PBD e al PPD. Nelle elezioni cantonali non sono riusciti a emergere come forza del centro, capace di essere l’ago della bilancia tra i due poli. Il PPD non vince né nei suoi territori storici né nelle città. Il PBD oltre a perdere dove già era debole, è in grave difficoltà anche nelle sue poche roccaforti. 

I poli fanno faville, mentre i partiti del centro al momento non brillano.

I partiti

UDC: Unione democratica di centro (destra conservatrice)

PS: Partito socialista

PLR.I Liberali: Partito liberale radicale (destra liberale)

PPD: Partito popolare democratico

PES: Partito ecologista svizzero

PVL: Partito dei Verdi liberali (centro)

PBD: Partito borghese democratico (centro)

GSS: gioventù socialista

Traduzione dal tedesco di Luca Beti

In conformità con gli standard di JTI

Altri sviluppi: SWI swissinfo.ch certificato dalla Journalism Trust Initiative

Potete trovare una panoramica delle discussioni in corso con i nostri giornalisti Potete trovare una panoramica delle discussioni in corso con i nostri giornalisti qui.

Se volete iniziare una discussione su un argomento sollevato in questo articolo o volete segnalare errori fattuali, inviateci un'e-mail all'indirizzo italian@swissinfo.ch.

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR