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L’asilo si iscrive di nuovo al centro della campagna

La Segreteria di Stato della migrazione prevede un totale di 29'000 richieste di asilo per il 2015. AFP

Non i delicati rapporti con l’UE e neppure le ricadute economiche del franco forte o i cambiamenti climatici: sono ancora una volta la migrazione e l’asilo a dominare i dibattiti tra i partiti, sotto la spinta dell’Unione democratica di centro. La strategia del partito di destra potrebbe di nuovo dare i suoi frutti in ottobre. 

“È un po’ una situazione di ‘déjà vu’: abbiamo di nuovo l’UDC all’offensiva, che conduce veramente una campagna elettorale, e gli altri partiti sulla difensiva, che stentano a trovare delle soluzioni per imporre i loro temi”, così Louis PerronCollegamento esterno, politologo dell’Università di Zurigo e consigliere politico, riassume i dibattiti tra i partiti in vista delle elezioni federali del 18 ottobre. 

Anche quest’anno l’UDC è riuscita finora a porre i suoi temi preferiti, gli stranieri e in particolare l’asilo, al centro della campagna elettorale. Una strategia che ha già permesso al partito di destra di guadagnare regolarmente voti dagli anni ’90, fino a diventare la prima forza politica nazionale. Unica eccezione nel 2011, quando l’incidente nucleare di Fukushima aveva distolto per alcuni mesi l’attenzione dell’elettorato dalle questioni degli stranieri. 

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Questa volta gli eventi internazionali giocano invece a favore dell’UDC: l’emergenza profughi nel Mediterraneo e alle frontiere europee ha posto da tempo in primo piano, in tutto il continente, i problemi della migrazione. Nella prima metà di quest’anno si sono registrate 335’000 domande di asilo nei paesi dell’UE/AELS, con una crescita del 68% rispetto allo stesso periodo del 2014. In Svizzera, con 11’800 domande, l’aumento è stato invece del 16%. La Segreteria di Stato della migrazione prevede 29’000 richieste entro la fine dell’anno. Una cifra ben al di sotto delle 47’500 raggiunte nel 1999 in seguito alla crisi nell’ex Jugoslavia. 

Moratoria sull’asilo 

Troppo però per l’UDC che parla di “caos dell’asilo” e accusa la ministra di giustizia e polizia, Simonetta Sommaruga, di non applicare in modo conseguente la legislazione per frenare l’afflusso di migranti. Il partito di destra ha depositato già in giugno una mozione in parlamento, in cui esige una “moratoria sull’asilo”: per un anno, il governo dovrebbe bloccare tutte le procedure di asilo, il riconoscimento dello statuto di rifugiato, la concessione di visti umanitari e il ricongiungimento famigliare. Se necessario, queste disposizioni dovrebbero essere applicate con l’intervento dell’esercito alle frontiere. 

Secondo l’UDC, la Svizzera dovrebbe riprendere nelle proprie mani la politica di asilo e disdire l’accordo di Schengen/Dublino, che si sarebbe dimostrato fallimentare. Il partito nazional-conservatore respinge inoltre il nuovo progetto di revisione della Legge sull’asilo – sottoposta attualmente all’esame del parlamento – che dovrebbe permettere di accelerare le procedure e centralizzare maggiormente le competenze presso la Confederazione, ad esempio per quanto riguarda la creazione di nuovi centri di accoglienza. In luglio la direzione dell’UDC ha sollecitato le sezioni cantonali e comunali del partito a “opporre resistenza all’apertura di nuovi centri di asilo”. 

Per l’UDC occorre invece “porre sistematicamente in primo piano la sicurezza e gli interessi della popolazione”. Da mesi nel mirino del partito di destra, Simonetta Sommaruga ha dichiarato che l’UDC sta facendo “campagna elettorale con il tema dell’asilo”. A suo avviso, “con la paura si può fare molto rumore”, ma in Svizzera “vi sono molte persone che non si preoccupano per le 11’800 domande di asilo, ma per la guerra in Siria e per i milioni di profughi”. 

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Atteggiamento da piromane 

L’offensiva dell’UDC ha spinto anche gli altri maggiori partiti a reagire e a proporre le loro ricette sul tema dell’asilo. Per il presidente del Partito liberale radicale (PLR), Philipp MüIler, l’emergenza asilo in Europa va risolta, tra l’altro, con la creazione, su mandato dell’ONU, di campi per profughi attorno a paesi in guerra, come la Siria e l’Iraq. Gli esuli che giungono in Grecia e Italia “dovrebbero essere riportati immediatamente in questi campi”, ha dichiarato il presidente del partito di centro-destra. 

Revisione della legge sull’asilo 

Dopo la Camera dei cantoni in giugno, anche la Camera del popolo è chiamata in settembre ad approvare la nuova revisione della Legge sull’asilo, già la terza nel corso di questa legislatura. 

Il progetto proposto dal governo prevede in particolare di accelerare le procedure di esame delle domande, che dovrebbero essere evase entro 140 giorni dal loro inoltro. 

Per garantire tuttavia un trattamento equo, i richiedenti dovrebbero beneficiare gratuitamente di un’assistenza giuridica. 

Diverse competenze dovrebbero essere trasferite alla Confederazione, tra cui la creazione e la gestione dei centri di accoglienza. In futuro sono previsti 5 centri che potrebbero accogliere, ciascuno, circa 5’000 richiedenti l’asilo. 

La nuova riforma dell’asilo è sostenuta dai maggiori partiti, ad eccezione dell’UDC che ha presentato una settantina di emendamenti e minaccia un referendum in caso di approvazione.

Il Partito popolare democratico (PPD) si è espresso a sua volta a favore di un impiego dell’esercito per rafforzare i controlli dei migranti alle frontiere. Lo schieramento di centro chiede pure un divieto di lavoro e di trasferimento di soldi nei loro paesi di origine per gli esuli ospitati nei centri di accoglienza. Inoltre, i richiedenti l’asilo non dovrebbero più ricevere denaro in contanti, ma soltanto dei buoni di acquisto.   

Dure critiche alla campagna dell’UDC sono giunte da sinistra. “L’UDC mostra un atteggiamento da piromane: sta cercando di attizzare la xenofobia con una campagna isterica, invece di sostenere la nuova revisione della Legge sull’asilo che consentirebbe di accelerare le procedure di esame delle domande e di ristrutturare la gestione dei centri di accoglienza. Il problema dell’asilo non può essere risolto ponendo l’esercito alle frontiere, come vuol far credere l’UDC, ma può essere alleviato con una politica globale, concordata con gli altri paesi europei”, dichiara Cesla Amarelle, deputata del Partito socialista (PS).  

Sdrammatizzare il dibattito 

Il dibattito sull’asilo domina quindi la campagna elettorale, costringendo gli altri maggiori partiti a muoversi di nuovo sul terreno dell’UDC. Ma in che modo le altre forze politiche potrebbero far fronte alla strategia del partito di destra? 

“In uno scenario simile, per gli altri partiti vi sono solo due soluzioni, nessuna ottimale. La prima, per le forze di centro-destra, è di cercare di copiare il discorso dell’UDC, ma con il rischio di farlo meno bene. Come ha detto una volta Jean-Marie Le Pen, ex leader dell’estrema destra in Francia, ‘i francesi votano per l’originale’. È la stessa cosa in Svizzera: entrando sul terreno della concorrenza, si rischia solo di scivolare”, spiega Louis Perron. 

“L’opzione numero due è di rispondere all’offensiva con un discorso sobrio e razionale, cercando di spiegare le cose e di rendere il dibattito meno emozionale. Ma anche qui ci si ritrova in una situazione difficile, sulla difensiva. In inglese si dice, ‘If you’re explaining, your’re losing’, ossia se tenti di spiegare, stai già perdendo”. 

Soluzione che, per lo specialista di marketing politico e di campagne elettorali, rimane tuttavia la meno peggiore: “Credo che, se ci si manovra in una tale situazione, bisogna tentare di sdrammatizzare il dibattito. Nel caso dell’asilo, bisogna spiegare che si tratta effettivamente di un problema difficile, ma non di una situazione di caos, come afferma l’UDC. Ma, poi, si deve saper chiudere il capitolo e passare ad altri temi, come la svolta energetica o la previdenza per la vecchiaia, che potrebbero figurare al centro dei dibattiti dopo le vacanze estive”. 

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