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Francia: Melenchon a processo, resistenza pubblico ufficiale

Oggi si è aperto il processo per "intimidazione contro l'autorità giudiziaria, ribellione e provocazione" nei confronti di Jean-Luc Melenchon ed altri esponenti del partito di estrema sinistra La France Insoumise. KEYSTONE/EPA/YOAN VALAT sda-ats

(Keystone-ATS) Nell’aula del tribunale di Bobigny, vicino a Parigi, si è aperto il processo per “intimidazione contro l’autorità giudiziaria, ribellione e provocazione” nei confronti di Jean-Luc Melenchon ed altri esponenti del partito di estrema sinistra La France Insoumise.

I fatti risalgono al 16 ottobre scorso, quando Melenchon, con i deputati Alexis Corbiere e Bastien Lachaud, l’eurodeputato Manuel Bompard, il consigliere di Stato Bernard Pignerol e l’addetta stampa del partito, Muriel Rozenfeld, si ribellarono alla perquisizione ordinata dai magistrati ed effettuata, nella sede de La France Insoumise, dalla polizia.

La perquisizione era stata ordinata nell’ambito delle inchieste sulle modalità di assunzione e di remunerazione di assistenti del partito al Parlamento europeo. Melenchon e gli altri si opposero, la perquisizione portò a veri e propri tafferugli, con Melenchon scatenato che gridava “La Republique c’est mois” (La Repubblica sono io) e veniva alle mani prima con un magistrato poi con un poliziotto.

Molti i momenti di tensione fin dall’avvio del dibattito, con Melenchon che ha ribadito di non aver commesso reati e di aver subito maltrattamenti nonostante si fosse più volte qualificato come “presidente di partito”.

Il leader del partito della gauche francese ha continuato, durante il dibattito, a twittare le frasi del presidente del tribunale e dell’avvocato dei poliziotti, aggiungendo suoi commenti personali molto caustici. La fine del dibattito è prevista per domani.

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