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Giudici bhutanesi alla scoperta dei tribunali svizzeri

Il Tribunale federale di Losanna è la massima istanza giuridica della Svizzera. Keystone

Una delegazione di magistrati bhutanesi è attualmente in Svizzera per osservare il funzionamento del sistema giuridico elvetico. Ad interessare maggiormente è la gestione pratica di un tribunale.

Svizzera e Bhutan condividono un legame molto stretto. La cooperazione elvetica è attiva da decenni nel piccolo Stato himalayano, dove ha fornito un contributo significativo allo sviluppo sociale ed economico.

Seppur estremamente diversi – basti pensare alla religione, onnipresente in Bhutan – i due paesi presentano parecchie similitudini. Entrambi sono attorniati da nazioni più grandi e potenti e sono costantemente impegnati a difendere la propria identità e sovranità nazionale.

La Confederazione e il Bhutan hanno punti in comune anche in ambito giudiziario. Recentemente hanno infatti proceduto a riforme costituzionali per rafforzare lo Stato di diritto. «Queste riforme hanno portato, tra le varie cose, alla creazione di nuovi tribunali: il Tribunale amministrativo federale (TAF) e il Tribunale penale federale in Svizzera e la Corte suprema in Bhutan», ha spiegato Christoph Bandli, presidente del TAF, a una delegazione di giudici bhutanesi in visita a Berna.

Tra loro anche il presidente della neo costituita Corte suprema. «Nel corso del nostro soggiorno in Svizzera abbiamo avuto la conferma che le riforme del nostro sistema giudiziario vanno nella giusta direzione», dice a swissinfo.ch Lyonpo Sonam Tobgye.

Spunti dalla Svizzera

Lo scopo della visita, ci spiega Andrea Arcidiacono, portavoce del TAF, è di allacciare contatti tra i responsabili dei tribunali dei due paesi e di far conoscere il sistema giuridico della Svizzera.

«I giudici bhutanesi – rileva Arcidiacono – sono soprattutto interessati al funzionamento e all’organizzazione pratica di un tribunale».

A questo proposito, Lynopo Sonam Tobgye si dice particolarmente impressionato dall’organizzazione del TAF, istituito nel 2007. Il Bhutan, afferma il giudice, può beneficiare dell’esperienza svizzera per alleviare il carico di lavoro a cui è confrontato il suo sistema giudiziario ordinario.

L’esempio della Confederazione, aggiunge, risulta inoltre utile nell’ottica della creazione di tribunali specializzati, capaci di trattare efficacemente i vari casi.

Nuovi tribunali

Oltre ad orientare la sua assistenza verso la promozione dell’educazione di base, lo sviluppo delle infrastrutture rurali e la gestione sostenibile delle foreste, la cooperazione svizzera (Direzione dello sviluppo e della cooperazione, DSC) sostiene attualmente la transizione politica dello Stato asiatico.

Il Bhutan sta infatti vivendo un momento senza precedenti, da quando nel 2008 è passato dalla monarchia assoluta alla democrazia parlamentare. Dall’anno scorso la DSC accompagna così lo sviluppo di competenze specifiche in seno al sistema giudiziario.

In passato, ricorda ad esempio Lisa Magnollay della DSC, i tribunali bhutanesi si trovavano negli stessi edifici del potere esecutivo. «Per procedere anche fisicamente alla separazione dei poteri, finanziamo la costruzione di nuove aule di tribunale in diversi distretti del paese».

«Promuoviamo anche la formazione di giuristi bhutanesi – prosegue Magnollay – e in futuro intendiamo incoraggiare gli scambi di giudici».

Legge e buddismo

C’è comunque un aspetto del funzionamento elvetico che il Bhutan non è certo intenzionato ad adottare: la separazione tra Stato e religione. Il sistema legale del paese himalayano si basa infatti sui principi buddisti.

«Non possiamo rinnegare la nostra storia: il buddismo ha sempre avuto, e ha tutt’ora, un grande influsso. Va però notato che tutti i sistemi legali del mondo hanno origini in credenze o pratiche religiose», commenta Lynopo Sonam Tobgye.

«La nostra Costituzione – ci tiene a sottolineare – prevede ad ogni modo una chiara separazione dei poteri».

Il Tribunale federale, con sede a Losanna, è la massima istanza giudiziaria in Svizzera. Vi lavorano 38 giudici eletti dall’Assemblea federale (camere riunite).

Si tratta essenzialmente di un’autorità di ricorso, incaricata di vigilare sull’applicazione del diritto federale.

Nel quadro della riforma della giustizia sono stati istituiti due nuovi tribunali di prima istanza: il Tribunale penale federale di Bellinzona (dal 2004) e il Tribunale amministrativo federale di Berna (2007).

Il primo giudica i casi penali che la legge assegna alla giurisdizione della Confederazione, mentre il secondo statuisce sulle controversie in materia di diritto pubblico nei settori di competenza dell’Amministrazione federale.

Il sistema federalistico elvetico prevede poi che ogni cantone disponga di tribunali propri.

La riforma della giustizia in Svizzera è stata approvata in votazione popolare nel 2000.

Essa prevede in particolare di:

– Uniformare a livello nazionale le procedure penali e civili.
– Garantire a tutti cittadini il diritto di rivolgersi a un’autorità giudiziaria indipendente.
– Sgravare il carico di lavoro del Tribunale federale e rafforzare la sua autonomia amministrativa.
– Introdurre la possibilità di ricorrere in caso di violazione del diritto di voto a livello federale.
– Iscrivere espressamente nella Costituzione il principio dell’indipendenza del giudice.

Nel rapporto intermedio pubblicato nel giugno 2010, il Consiglio federale valuta positivamente la messa in atto della nuova organizzazione giudiziaria federale.

Nel complesso, scrive il governo, la protezione giuridica è stata potenziata e le procedure sono state semplificate.

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