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Grecia, il tallone d’Achille d’Europa

Da che parte si muoverà la Grecia nei prossimi anni? Un interrogativo che preoccupa un po' tutta l'Europa. Keystone

Le elezioni anticipate in Grecia rischiano di offuscare i festeggiamenti per il nuovo anno a Bruxelles. Una vittoria della sinistra radicale potrebbe provocare nuovi dissensi con l’Unione europea, sottolinea la stampa elvetica all’indomani della fumata nera per l’elezione del presidente.

«Il premier Antonis Samaras ha fatto il suo gioco e ha perso. Voleva salvare il suo governo e per questo ha utilizzato l’elezione del presidente», scrivono Tages-Anzeiger e Der Bund nella loro analisi comune. Ma come era prevedibile, la terza e ultima votazione per il rinnovo della carica non è andata in porto e ora Samaras «si ritrova a mani vuote».

Con la mancata elezione del candidato governativo Stavros Dimas, membro di Nuova Democrazia, e il conseguente annuncio di elezioni anticipate in gennaio, «la Grecia si trova di nuovo di fronte a un futuro incerto», avvertono i due quotidiani svizzero tedeschi.

La Grecia, la cui trasformazione economica e politica non è ancora terminata, «scivola di nuovo in una fase di insicurezza», commenta la Neue Zürcher Zeitung (NZZ). Questo periodo di incertezza, prevede il quotidiano di Zurigo, potrebbe condurre non soltanto a un cambio al potere, ma anche a «una svolta fondamentale dalle grandi conseguenze». Anche per il romando Le Temps, «la classe politica greca ha deciso di correre il rischio di una nuova crisi politico-finanziaria in Europa».

Stufi di tirare la cinghia

Proseguire con le riforme

In vista delle elezioni anticipate di gennaio, il commissario Ue all’economia Pierre Moscovici ha chiesto alla Grecia di impegnarsi sulla via delle riforme.

Un forte impegno a favore dell’Europa e un ampio appoggio di leader ed elettori greci al processo di riforma, «saranno essenziali perché la Grecia prosperi di nuovo nell’area dell’euro», scrive Moscovici in una nota diffusa a nome della Commissione.

Il salvataggio della Grecia (240 miliardi di aiuti dal 2010) è stato festeggiato a Bruxelles come un modello di successo, dopo che Atene aveva mostrato la sua prima leggera crescita, osservano Tages-Anzeiger e Der Bund. «La gioia è però stata prematura», sottolineano, rammentando che il debito pubblico ha raggiunto il 175% del Prodotto interno lordo (all’inizio della crisi nel 2009 era al 127%), l’economia è retrocessa di un quarto dal 2010 al 2013 e la disoccupazione è al 27%.

In Grecia, molti hanno notato che a soffrire maggiormente a causa della crisi e delle misure di austerità non sono i ricchi, bensì il popolo. Questo ha reso le cose più facili ad Alexis Tsipras, leader di Syriza, e alla sua sinistra radicale, scrivono i due giornali.

I diktat economici e i decreti monetari, sebbene favoriscano il risanamento della contabilità nazionale, accelerano lo sfaldamento sociale del paese, concorda Le Nouvelliste, per il quale «il rimedio si è rivelato peggiore del male».

«È comprensibile che i greci ne abbiano abbastanza di dover risparmiare», ritiene la NZZ. Chi vive in un contesto sicuro e ordinato nei paesi più ricchi dell’Europa occidentale, fa notare il foglio zurighese, non riesce ad immaginare cosa significa vedere che il proprio reddito si è ridotto di un terzo nello spazio di pochi anni.

Esito incerto

Con le elezioni anticipate, i greci avranno la possibilità di decidere davvero in modo democratico del loro avvenire, afferma la Aargauer Zeitung. Oggi, questa Grecia a cui è stato imposto un incommensurabile lavoro di Penelope, mostrerà forse agli altri che l’Unione «è il frutto di una scelta democratica e non di un obbligo», concorda Le Nouvelliste.

Stando ai sondaggi, Syriza raccoglierebbe il 28% dei voti, contro il 25% del partito di centro destra al potere. L’eventualità di una vittoria della sinistra radicale si accompagna già sin d’ora dallo «spettro della disunione europea e di un’uscita eventuale dall’euro», osserva Le Nouvelliste, che definisce la Grecia «il tallone d’Achille d’Europa».

Syriza, rammenta la Neue Luzerner Zeitung, non è affatto un partito, ma un assembramento di una dozzina di gruppi che vanno dai socialisti di sinistra a gente che considera la violenza come una legittima forma di espressione politica. E queste ali estremiste, avverte il giornale di Lucerna, «sostengono apertamente l’abbandono dell’euro e l’uscita della Grecia dall’Ue e dalla Nato».

L’esito delle elezioni anticipate rimane comunque aperto, ritiene la stampa elvetica. «Gli elettori greci si ritrovano in trappola», scrive Le Temps, facendo notare che la maggioranza della popolazione è sì attaccata all’euro, ma desidera nel contempo sanzionare i clan familiari che controllano il paese. «Molti si sono voltati verso i nuovi volti della coalizione di sinistra radicale Syriza, chiamati a rimpiazzare i socialisti discreditati», osserva.

La destra può comunque ancora farcela, giocando sulla paura del caos monetario e finanziario, puntualizza Le Temps, che prevede «un risultato tirato, che rilancerà l’ipotesi di un governo di unione nazionale».

Fino a quando il contesto politico rimarrà così inconciliabile, indicano Tages-Anzeiger e Der Bund, «è estremamente difficile prevedere se dopo il giorno delle elezioni si otterrà una maggioranza in governo».

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