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Il “made in Switzerland” targato Ticino

Due marchi ("made in Ticino" e "made in Switzerland") per essere competitivi sul mercato mondiale swissinfo.ch

La sfida sul grande e competitivo scenario del mercato mondiale può essere vinta solo attraverso la qualità dei prodotti, delle offerte e dei servizi.

“Ticino e Svizzera hanno tutte le carte in regola per costituire un simbolo di eccellenza nella diversità, ma occorre stare al passo”.

Sono le parole dell’ambasciatore Luzius Wasecha, delegato del Consiglio federale per gli Accordi commerciali, che l’altro giorno a Lugano ha voluto scuotere il mondo imprenditoriale, economico e politico con una battuta: “Gli svizzeri si alzano presto, ma si svegliano tardi”.

Giunto sulle rive del Ceresio in occasione della Giornata cantonale delle imprese, Wasecha ha ribadito l’importanza del Ticino – per tutta la Svizzera – nella “conquista” dei mercati di prossimità. Ma non ha mancato di sottolineare quanto la crescente competitività costringa, in un certo senso, al dinamismo e alla creatività.

Alternative, del resto, non ce ne sono. “I centri di crescita – osserva Luzius Wasecha – si trovano in Brasile, India, Cina. Che facciamo? Stiamo a guardare? Dobbiamo rispondere alla sfide puntando su nuove alleanze, partnership e sull’innovazione”.

La forza dell’identità

Unire le forze, mettere insieme esperienze, tradizioni, capacità, competenze e risorse: questa, insomma, la via più solida per essere vincenti, coniugando il marchio del “made in Ticino” con quello mondialmente noto del “made in Switzerland”. Identità locale e nazionale, dunque, come componenti strategiche.

“La promozione sui mercati internazionali dei prodotti legati al sistema territoriale e imprenditoriale ticinese – osserva la consigliera di Stato Marina Masoni, ministro ticinese dell’economia e delle finanze – non può avvenire senza collegarsi al “made in Switzerland. Perderebbe infatti in forza, valore e fiducia, tre elementi fondamentali nella creazione di un marchio di origine”.

“E’ però anche vero – aggiunge la ministra – che il Ticino, come regione di cultura e di lingua italiana della Confederazione, porta un valore aggiunto al “made in Switzerland”, e non solo perché rappresenta la porta d’accesso alla grande realtà lombarda”.

Un ponte europeo tra Svizzera e Italia

Il Ticino, con il suo ruolo di piattaforma produttiva e di servizi, costituisce infatti anche un punto di attrazione per gli imprenditori italiani.

“Lo dimostrano – ricorda Masoni – le aziende svizzere ed estere che hanno scelto il nostro cantone come base operativa e trampolino verso i mercati internazionali.

Se le relazioni tra Italia e Svizzera sono buone, non significa che ci si debba, semplicemente, accontentare. Un appello alla collaborazione, tra partner italiani e svizzeri, giunge dall’ambasciatore svizzero a Roma Bruno Spinner.

“I presupposti per una crescita della cooperazione economica tra Svizzera ed Italia ci sono. Occorre solo saperli sfruttare al meglio. Per molti imprenditori svizzeri l’Italia rappresenta un mercato interessante e uno punto di partenza di possibilità di espansione”.

Creatività italiana e precisione svizzera

Ma è vero anche il contrario. E cioè che in Ticino gli imprenditori italiani possono trovare un terreno fertile ai loro progetti aziendali. Un esempio è costituito dalla giovane azienda Geomag che si è insediata nel Mendrisiotto, regione a ridosso del confine italiano.

Sono infatti numerose le ragioni che hanno spinto Claudio Vicentelli, l’inventore di Geomag – il gioco che ha rivoluzionato il mondo del giocattolo –a scegliere il Ticino come base operativa.

“Gli operatori economici attivi in questa area geografica – spiega a swissinfo il creatore di un gioco premiato a livello internazionale – hanno subito mostrato grande interesse per il prodotto e per le sue potenzialità di sviluppo”.

“Il Ticino – sottolinea l’imprenditore italiano – rispondeva perfettamente alle esigenze di produzione.”

“Sebbene in apparenza molto semplice per le componenti di base del prodotto – barrette magnetiche e sfere di acciaio – in realtà la produzione è estremamente esigente dal punto di vista realizzativo”.

“La precisione e la competenza offerta dal territorio ticinese si è pertanto rivelata ideale per questa operazione”.

Oltre ad un alto livello tecnologico, in Ticino Claudio Vicentelli ha pure trovato un tessuto burocratico snello e una modalità di approccio molto umana, a tutti i livelli: amministrativi, burocratici, fiscali.

“Dal Cantone abbiamo ottenuto delle interessanti agevolazioni fiscali mentre l’Associazione Industrie Ticinesi – precisa l’imprenditore – ci ha garantito un importante supporto”.

“In sei mesi siamo stati in grado di compiere un piccolo miracolo, strutturando un’azienda – che oggi conta 200 collaboratori di diverse nazionalità – partendo da zero. E questo miracolo è stato possibile perché abbiamo trovato sul territorio ticinese condizioni e supporti affinché si avverasse”.

swissinfo, Françoise Gehring, Lugano

Le esportazioni delle industrie ticinesi superano annualmente i 5 miliardi di franchi
L’export è pari a più del 40% di un reddito cantonale che si aggira attorno ai 12 miliardi di franchi
Tra il 1998 e il 2003 in Ticino sono sorte 3’056 nuove imprese
Hanno generato complessivamente 6’600 nuovi posti di lavoro

Nonostante il Ticino – secondo dati statistici cantonali e federali – abbia accusato una perdita di velocità a partire dal 2002, resta comunque ancora oggi uno dei cantoni più prolifici in termini di creazione di imprese.

Geomag, per esempio, è stata fondata nel mese di gennaio del 2003 a Rancate,un piccolo comune nel sud del Ticino. Ha una strategia commerciale determinata e capillare. In Usa, Australia e Cina Geomag vanta proprie filiali.

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