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Il terrore piomba sul voto. Le Pen, chiudere frontiere

Marine Le Pen KEYSTONE/AP/MICHEL EULER sda-ats

(Keystone-ATS) L’incubo di un campagna presidenziale stravolta dal terrore si trasforma brutalmente in realtà a una manciata di giorni dal primo turno presidenziale del 23 aprile.

Dopo l’attentato rivendicato dall’Isis sugli Champs-Elysées, sicurezza e chiusura delle frontiere cancellano ogni altro tema dal dibattito politico, aggravando l’incognita sugli equilibri elettorali.

Dagli Usa arriva la previsione del presidente Donald Trump: “Un altro attacco terroristico. Il popolo francese non sopporterà più a lungo cose del genere. Avrà un grosso impatto sulle elezioni presidenziali!”. E a beneficiarne, dice il tycoon, sarà Marine Le Pen, la candidata del Front National con la posizione “più dura sulle frontiere”.

Intanto, in patria volano invettive, durissime, tra il premier socialista, Bernard Cazeneuve, e i due candidati che più hanno cavalcato il panico post-attentati, Le Pen e Fillon. In una dichiarazione dal suo quartier generale, la leader dell’estrema destra ha fustigato l’inadeguatezza del governo nella lotta al terrorismo e ha chiesto “solennemente” al presidente François Hollande di ordinare il ripristino effettivo delle “nostre frontiere in virtù del trattato di Schengen”.

Vestita di nero in segno di lutto, Le Pen – la più cliccata sul web in queste ultime ore – ha poi denunciato il “mostruoso totalitarismo” dell’Islam radicale, nonché il “lassismo e l’ingenuità”, ai quali “la nazione deve ora rinunciare”.

A stretto giro di posta la replica di Cazeneuve, che ha bacchettato la candidata rea di strumentalizzare “senza vergogna la paura” per “scopi” elettorali. “Al Front National attizzano l’odio”, ha tuonato. Bordate anche contro il candidato dei Républicains, Francois Fillon, che – insieme alla promessa di un “pugno di ferro” contro il terrorismo – ha espresso la volontà di “mantenere lo stato di emergenza e il controllo alle frontiere”, rinegoziando Schengen. In molti fanno però notare che in questo caso la libera circolazione in Europa non c’entra nulla, anche perché il killer, Karim Cherfi, era francese.

Nell’unico sondaggio realizzato dopo l’attacco nell’avenue simbolo della République Le Pen guadagna un punto percentuale, resta seconda dietro Emmanuel Macron ma distanzia Fillon e Mélenchon. L’indagine Odoxa-Le Point vede il leader di ‘En Marche!’ al 24,5%, Le Pen al 23%, Fillon e Mélenchon entrambi al 19%.

Qualsiasi siano i qualificati al ballottaggio, Macron esce sempre vincitore, Le Pen sempre perdente. Dopo l’assalto Macron si è detto pronto a “proteggere i connazionali”. Mélenchon, leader della sinistra radicale, ha voluto mantenere il suo ultimo intervento nel Parco di Belleville di Parigi col leader di Podemos Pablo Iglesias. Sui social ha scritto “Pensiero commosso per il poliziotto morto e per quelli feriti e le loro famiglie. Gli atti terroristici non saranno mai impuniti”. Solidarietà anche dal socialista Benoit Hamon.

L’estate scorsa, l’ex procuratore antiterrorismo, Marc Trévidic, aveva previsto un campagna di sangue durante la corsa per l’Eliseo: “Sarà un anno spaventoso, per l’Isis la tentazione di colpirci sarà fortissima”.

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