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Iniziativa RASA, governo decide su controprogetto

Iniziativa RASA, governo decide su controprogetto (foto simbolica d'archivio). KEYSTONE/LUKAS LEHMANN sda-ats

(Keystone-ATS) A un anno dalla consegna delle firme, il Consiglio federale dovrà decidere domani la raccomandazione di voto in merito all’iniziativa RASA (“Raus aus der Sackgasse”, ossia “Fuori dal vicolo cieco”).

Il testo chiede di revocare il nuovo articolo costituzionale sull’immigrazione di massa.

È probabile che consiglierà la bocciatura del testo. Rimane da vedere se l’esecutivo proporrà o meno un controprogetto.

In quest’ultimo caso, il Governo avrebbe ancora tempo fino al 27 aprile 2017 per presentare una proposta concreta partendo da un documento interno – documento i cui contenuti sono stati divulgati dalla Weltwoche e confermati all’ats da una fonte interna all’amministrazione federale – che prevede cinque varianti.

Una prima variante consoliderebbe il principio della precedenza del diritto internazionale, nel caso concreto la libera circolazione con l’Ue, sul diritto interno. La seconda variante di un eventuale controprogetto conterrebbe un articolo sull’Europa volto a rafforzare gli accordi bilaterali con Bruxelles.

Quale terza possibilità il Consiglio federale potrebbe proporre di stralciare dall’articolo 121a sull’immigrazione i tetti massimi e i contingenti, due richieste considerate difficili da applicare senza rischiare di mettere in forse tutti i bilaterali I. La quarta variante ipotizza una combinazione di queste diverse soluzioni.

Da ultimo, il Governo potrebbe presentare la soluzione attualmente all’esame del Parlamento sulla preferenza indigena “light” – considerata dall’esecutivo conforme alla libera circolazione, ma criticata di recente dall’Ue – quale controprogetto all’iniziativa RASA.

Circa le critiche di Bruxelles, oggi si terrà nella capitale Belga una riunione del comitato misto Svizzera-Ue per informazioni e chiarimenti reciproci sulla soluzione escogitata dal Consiglio nazionale, che verrà trattata in dicembre dal Consiglio degli Stati.

La soluzione “light” proposta dalla Camera del popolo si articola in tre punti. Essa prevede prima di tutto che il Consiglio federale elabori misure per sfruttare meglio il potenziale di manodopera indigena (cittadini svizzeri e stranieri già domiciliati nel Paese). Se ciò non fosse sufficiente, l’esecutivo potrebbe obbligare le imprese a comunicare i posti di lavoro vacanti agli uffici regionali di collocamento.

Se anche questi provvedimenti non si rivelassero sufficienti e l’immigrazione dall’Unione europea e dall’Associazione europea di libero scambio superasse un certo livello sul piano regionale o nazionale, l’esecutivo potrà infine ricorrere a “misure correttive appropriate”.

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