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Integrazione

La Svizzera è uno dei paesi europei con la quota più alta di stranieri rispetto alla popolazione: oltre il 20%, pari a 1,7 milioni di persone. L'integrazione degli stranieri figura così da diversi anni tra i temi politici più importanti.

Il mondo politico, gli organi di comunicazione e la popolazione civile in Svizzera riflettono e discutono ricorrentemente sul coinvolgimento degli stranieri nella vita economica, sociale e culturale.

La Svizzera, nazione di piccole dimensioni che conta quattro lingue nazionali e altrettante culture, lunghe procedure per ottenere la cittadinanza e una forte presenza di stranieri, nell’intento di preservare la sua identità promuove valori fondamentali quali la tolleranza. Chiede inoltre il rispetto dello stato di diritto, così come delle norme sociali condivise.

Gli sforzi volti a una migliore integrazione degli stranieri vengono adeguati regolarmente alle nuove circostanze sociali, politiche ed economiche. Per citare un esempio, oggi viene dato maggior peso alle conoscenze linguistiche rispetto a quanto accadeva in passato. La maggior attenzione rivolta a questo campo rivela pure l’intenzione di contrastare la formazione di società parallele.

Negli ultimi anni presso una parte della popolazione si osserva un inasprimento delle posizioni contrarie agli stranieri. L’Unione democratica di centro (UDC, destra conservatrice)  propone regolarmente il tema a livello nazionale tramite lo strumento dell’iniziativa popolare. Tra gli esempi più recenti vanno citate l’iniziativa popolare contro la costruzione di minareti, approvata nel 2009 dalla maggioranza dei votanti, e quella per l’introduzione di norme più restrittive nell’ambito dell’espulsione di criminali stranieri, accolta nel 2010.

La legge federale sugli stranieri

I principi fondamentali e gli obiettivi della politica svizzera in materia d’integrazione sono statuiti nella legge federale sugli stranieri, che dedica l’ottavo capitolo al tema in questione. Questo atto normativo definisce l’integrazione come un processo connotato dalla reciprocità: lo Stato è tenuto a sostenere la partecipazione dei migranti alla società svizzera, mentre ad essi si chiede di attivarsi al fine di raggiungere l’integrazione nella nuova realtà. Le persone richiedenti l’asilo politico o che beneficiano dell’assistenza pubblica possono essere obbligate a seguire corsi di lingua, di formazione o di perfezionamento in ambito professionale.

L’Ufficio federale della migrazione (UFM) coordina le misure volte alla promozione dell’integrazione a livello federale, cantonale e comunale ed è l’autorità competente a livello federale in materia di naturalizzazioni.

Un elenco dei servizi responsabili dei programmi di integrazioni nei cantoni e in alcune città svizzere è disponibile sul sito dell’Ufficio federale della migrazione.

Il sito della Conferenza svizzera dei direttori cantonali della pubblica educazione (CDPE) offre un elenco delle autorità cantonali responsabili in ambito educativo.

L’Ufficio federale della migrazione, inoltre, pubblica un elenco di risposte a domande ricorrenti sul tema dell’integrazione, come ad esempio: “Vorrei saperne di più sulla vita quotidiana in Svizzera. Dove posso trovare consigli utili per ambientarmi rapidamente in Svizzera?”.

Anche l’ONG Web for migrants (WFM) offre numerose informazioni e link riguardanti vari aspetti della vita quotidiana in Svizzera, come famiglia, lavoro, salute, imposte e tasse, traffico e trasporti.

Nonostante in Svizzera una parte considerevole della popolazione sia in grado di esprimersi in inglese, le persone di nazionalità estera sono invitate ad apprendere la lingua nazionale parlata nella loro regione di residenza, anche allo scopo di facilitare la convivenza quotidiana.

In tutto il paese esistono numerosi istituti che offrono corsi di lingue, come le università popolari Collegamento esterno– chiamate “corsi per adulti” nella Svizzera italiana – o la Scuola Club Migros. Questi istituti propongono spesso anche corsi di dialetto svizzero-tedesco.

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